I DRONI IN POLONIA
di Luigi Mazzella
Si invoca l’art.4, ma la NATO è in guerra da tre anni. Anzi, da quando
ha deciso di estendere la sua influenza ad Est accerchiando militarmente la
Russia.
Se
è vero che la guerra non è che la continuazione della politica con altri mezzi,
credo che si possa, con altrettanta verosimiglianza, affermare che la
continuazione della guerra in Ucraina è la prosecuzione della competizione
elettorale statunitense con altri mezzi. Trump
ha vinto le elezioni presidenziali ma il Deep State nordamericano
(CIA, FBI, Lobby finanziaria, Ordine giudiziario, Pentagono) non gli dà
tregua e gli impedisce di governare.
I
giudici bloccano, comunque, i suoi provvedimenti amministrativi, le
autorità finanziarie gli mettono continui bastoni tra le ruote, l’Unione
Europea e i Paesi Europei della NATO lo considerano un nemico, essendosi egli
arreso alla Russia, dopo che Biden aveva dichiarato guerra a Putin, inducendo
l’Occidente a violare la norma dell’articolo 5 del Patto Atlantico e fornendo
armi e sostegno a Zelensky per perpetuare lo stato di belligeranza.
Il
Partito Transnazionale Democratico, grazie alla CIA e ai servizi segreti
“deviati” dell’Europa gli ha fatto sotto i piedi terra bruciata:
esso ha inglobato persino i neofascisti di Meloni & co, grazie al
servilismo ostentato di Tajani e alla viltà (nascosta) della Lega, che dopo
avere servito su un piatto d’argento alla Meloni una politica
economico-finanziaria di tutto rispetto, migliorando i risultati dei
sondaggi d’opinione, si è accontentata, come per una sorta di miserabile mancia, del
provebiale “piatto di lenticchie” rappresentato dalla nomina a Mosca di un
ambasciatore a essa gradito. Negli States si
è verificato il primo atto di una vera “guerriglia” urbana con l’uccisione, nel
corso di una manifestazione pubblica, di un membro del Partito
Repubblicano, fedele al Presidente in carica. Trump
è chiaramente in difficoltà e a goderne sono in tanti anche nel “Bel
Paese”. Non ci si rende conto che la sua debácle definitiva
significherebbe la morte della democrazia Occidentale: al Partito Democratico
Americano e alle sue filiali Europee transnazionali non c’è alternativa. Il
loro predominio sarebbe senza ricambio: altro che autocrazie extra-occidentali!
In
Europa Orban è solo e la Meloni ha dimostrato solo di saper fare salamelecchi a
chi lei pensa che al momento conti veramente. La
sua scarsa conoscenza delle regole del gioco internazionale la induce ad
affermare cose prive di ogni fondamento giuridico e logico. Ieri si è
unita alle grida di sorpresa per i droni sul confine polacco, Paese della NATO
che con gli altri Stati membri di quell’Organizzazione militare si è dichiarata
“cobelligerante” di Zelensky e della sua Ucraina, esponendosi per ciò stesso
alle ritorsioni e alle rappresaglie che le regole internazionali da sempre
contemplano.

Bombardamento su Roma
Quei
“droni” potremmo trovarceli anche noi, come co-belligeranti, per effetto di
quelle stesse regole, sulla nostra testa. I gridolini
della “pulzelletta” potrebbero diventare certamente più acuti ma
risulterebbero ugualmente sterili. È
chiaro che essendo passata, da pulzella munita d’ascia, armi e
bagagli, nel campo (un tempo, ritenuto “opposto”) del Partito della Sinistra
Transnazionale costruita da Obama, dalla CIA e dal Pentagono, la Presidente del
Consiglio Italiana condivida l’idea del “crinale” scivoloso verso la terza
guerra mondiale.
Sta
di fatto, però, che la sua condivisione giunge drammaticamente tardiva: la
Presidente doveva accorgersi del pericolo quando
improvvidamente entrava in guerra tra un abbraccio e l’altro a Biden.
Conclusione:
Ormai the time is over e la parola dovrebbe passare agli
Italiani, con l’aiuto di qualche “volenteroso della pace”, al fine (esso sì,
“salvifico”) di mandare a casa uno schieramento di guerrafondai dal volto
truce, che le svenevolezze muliebri della Presidente non riescono a far
dimenticare.
Coraggio!
La maggioranza degli Italiani non è per la guerra! Se non fa sentire la sua
voce è solo perché il sistema informativo è nelle mani sbagliate (comprese le
sue neo-fasciste e quelle dei suoi amici di Mediaset, lontani mille miglia
dalle posizioni di Silvio Berlusconi).
Abbiamo
un patrimonio materiale e (in parte) anche umano da preservare. Basta
dividersi, elettoralmente, tra chi vuole perseguire tale obiettivo e chi
vuole il contrario.
