HERI DICEBAMUS
di Luigi Mazzella
Heri dicebamus che,
storicamente, la situazione delle contrapposizioni politiche, nella parte di
mondo da noi abitata, alla vigilia della seconda guerra mondiale si è
riprodotta tale e quale alla vigilia della (per ora solo sperata) terza guerra
mondiale (che resta, comunque, nello sciagurato voto dei “volenterosi”
europei, discendenti dei fomentatori impenitenti di tutte le guerre
avviate dalla decrepita civiltà Occidentale). Hodie aggiungiamo
che, filosoficamente parlando, la situazione descritta non poteva essere
diversa da quella che si determina ogni volta in forza del principio
che nemo plus dat quam ipse habet. Se
l’Occidente non riesce più a produrre un pensiero libero, id est non
condizionato da credenze utopiche come tali irrealizzabili e meramente
fantasiose non può che generare conflitti ispirati alle contrapposizioni
estreme che si generano o tra religioni le “une contro le altre armate”
(vedasi la guerra d’Israele) o tra le arcinote inconciliabili elucubrazioni
hegeliane di destra e di sinistra (cfr. lo scontro tra gli eredi dell’Armata
Rossa e i discendenti Azov dei collaborazionisti filo hitleriani di Zelensky). Altro non è possibile perché altro non v’è “sulla
piazza”. Che poi da ebrei, cristiani, islamici, fascisti e
comunisti, tutti abilmente camuffati con abiti arlecchineschi, partano
invocazioni ripetute e amplificate alla “democrazia” è l’ennesima prova
della falsità Occidentale: se v’è un luogo dove la democrazia è esclusa dagli
autoritarismi astratti di tre religioni e di due utopie ideologiche
ugualmente assolutistiche e intolleranti questo è il territorio posto a
ovest del Pianeta. L’invocazione dei principi della democrazia ateniese è
l’ennesima falsità propagandata dagli allievi accademici di Platone,
diffamatori imperterriti di sofisti e d filosofi presocratici per verosimile
ordine del Maestro (che riteneva la democrazia il peggiore possibile dei
sistemi di governo, senza aggiungere la “coda salvifica” di pensiero espressa da
Churchill).
Conclusione: Che poi le cinque
follie inguaribili producano anche affermazioni di
“buonismo” e di “sentimenti di fratellanza” è l’ultima “chicca” di una
popolazione che ha elevato l’odio “a sistema di vita”.