RIPROPOSTE
di Francesca Mezzadri

Earl Thompson
Tattoo di
Earl Thompson esce in Italia tradotto da Tommaso Pincio.
Il romanzo Tattoo, apparso per la prima
volta nel 1974, segna un momento importante nella carriera di Earl Thompson, autore
statunitense originario del Kansas, noto per una prosa di forte matrice
naturalista. La versione italiana, con curatela, traduzione e postfazione di
Tommaso Pincio, (Gramma - Feltrinelli 2025, pagine 768, € 25) rappresenta la prima
pubblicazione in italiano del libro. Siamo nel Kansas del 1945: il
protagonista, Jack (quindicenne), è segnato da un’infanzia segnata da abusi,
violenza domestica, povertà, un patrigno in galera e una madre al margine della
società. La cosiddetta “pace” dopo la Seconda Guerra Mondiale non è per lui una
realtà: invece, la guerra appare quasi come un’occasione, una liberazione, un
modo di essere visto, di esistere, di lasciare un segno. Jack falsifica il
certificato di nascita e si arruola: da Wichita passa alla Marina, poi a
Shanghai, alla Germania, alla Corea - un viaggio in cui la violenza, il
desiderio, la sopravvivenza diventano inscritti nel corpo e nella mente.
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| Earl Thompson |
La scrittura è caratterizzata da una energia
bruta, viscerale: le citazioni riportate nella scheda editoriale evocano
“Violenza e sessualità… crudo, potente e travolgente”. Un’altra recensione
citata afferma: “Thompson passa da una scena di combattimento a una di sesso
con una prosa scoppiettante come un tubo di scappamento. Per quindici giorni,
Tattoo è diventato la mia bibbia personale”. E ancora: “Gioiosamente
osceno… il dono di Earl Thompson per la narrazione, la sua capacità di scrivere
scene di combattimento o le dozzine di scene d’amore esplicite, la sua abilità
nel dipingere il lato più sfaccettato di un ambiente sociale sono avvincenti e
profondamente potenti”. Questi giudizi mostrano quanto l’opera non cerchi
compromessi: è una narrazione che va dritta al corpo, al desiderio, alla
ferita. Non è un racconto edulcorato, ma un romanzo che vive degli scarti,
delle ferite, delle tracce che restano, appunto come un tatuaggio.
Marginalità e riscatto: Jack è ai margini del
sogno americano, nasce senza privilegi, e la sua aspirazione non è tanto
“andare avanti” quanto “lascio un segno”. Il corpo è come un territorio di
memoria e violenza: la guerra, il sesso, l’abuso, la povertà, tutto lascia un marchio.
Si percepisce anche un forte senso di identità e appartenenza; nascere in
Kansas, appartenere a una classe sociale degradate, sentirsi escluso e
scegliere, in qualche modo, la violenza come affermazione. Il sogno americano
infranto: la promessa di avanzamento sociale, di pace e stabilità, appare come
illusione, mentre la realtà è fatta di sopravvivenza, spinta, lotta. La voce
narrante è potente: “voce proletaria, roca, feroce ed esplicita del suo
protagonista” come segnala la presentazione italiana. L’ambientazione è ampia e
ambiziosa, passando da Wichita a Shanghai, dalla Germania alla Corea - dona al
romanzo una dimensione epica di difficile equilibrio nel romanzo di formazione.
La traduzione di Pincio e la cura editoriale della Feltrinelli danno fiducia
che questa edizione italiana mantenga la potenza dell’originale.
Disclaimer: non è una lettura facile: il tono forte, la
violenza, la sessualità esplicita possono risultare disturbanti e non adatti a
chi cerca una trama rassicurante. Il protagonista non viene risparmiato -
raramente ottiene consolazione o redenzione piena - e il ritmo narrativo può
risultare incalzante, senza molte pause. Se ti aspetti un classico romanzo di
formazione confortante, questo non è quel tipo di opera.
Consigliato a chi ama la narrativa americana
dura, che non si ferma davanti al bordo del racconto “di classe” e non teme
scene forti e vuole essere “portato dentro” la ferita e l’appartenenza. Notevole
anche per chi apprezza storie ambientate nel dopoguerra e nelle pieghe nascoste
del sogno americano.
In sintesi, Tattoo rappresenta una
grande occasione in italiano per riscoprire un autore che - nonostante abbia
scritto solo tre romanzi - ha lasciato un’impronta nella letteratura americana
del secondo Novecento. Se la traduzione e l’edizione mantengono la densità
dell’originale, il volume si propone come una lettura memorabile - non
semplice, ma intensa e significativa.


