Chiara Pasetti segnala ai nostri lettori il convegno
NEL CUORE DEL
CORPO:
estasi, parole,
passioni
Monastero di Fonte
Avellana, 1/3 maggio 2015
L’Associazione
Italiana di Psicoanalisi (A.I.Psi), l’International Association for Art and
Psychology (I.A.A.P.) e il Monastero di Fonte Avellana, presentano il convegno
interdisciplinare: Nel cuore del corpo: estasi, parole, passioni che si
svolgerà dal 1 al 3 maggio 2015 presso il Monastero di Fonte Avellana, curatore
Matteo De Simone psicoanalista ordinario e resp.culturale A.I.Psi., direzione
organizzativa di Anouck Vecchietti Massacci e Gianni Giacomelli.
Le giornate di Fonte Avellana si propongono di mettere a
confronto studiosi di diversa estrazione, alla ricerca delle reciprocità e nel
rispetto delle differenze tra le diverse discipline, nella convinzione che solo
l’incrociarsi delle idee può essere fecondo, ancor più in un’epoca così confusa
ed esteticamente superficializzante come la nostra.
Le giornate prevedono relazioni magistrali tenute da
eminenti studiosi nazionali e internazionali come il filosofo Franco Rella, lo
scrittore Walter Siti, premio Strega 2013, il grecista Giulio Guidorizzi, lo
psicoanalista Ignazio Cannas, la dantista prof.ssa Claudia Villa,
rappresentanti di diverse confessioni religiose come Swamini Hamsananda Giri,
vicepresidente Unione Induista italiana, Imam Yahya Pallavicini vice presidente
Comunità Islamica Italiana, il Priore di Fonte Avellana Gianni Giacomelli.
“Conversazioni” è una sezione in cui alcuni studiosi di varie discipline
saranno chiamati a discutere sul tema proposto.
Al convegno prenderanno parte artisti di chiara fama come
fotografi, pittori e scultori che avranno un loro spazio espositivo, poeti,
scrittori, musicisti e danzatori con le loro perfomance: Tiziana Cera Rosco:
poeta- performer; Alessandra Cristiani: ballerina contemporanea; Tina Massari:
fotografa; Flavia Mastrella: scultrice, creatrice di habitat; Luca Rossi:
musicista; Stefano Scheda: fotografo; Swamini Atmananda: Danza Classica
Indiana; Giovanni Tariello: pittore; Francesca Tilio: fotografa, Mona Lisa
Tina: performer. “L’Io – scrive Freud
nell’ Io e l’Es - è anzitutto un essere corporeo, non è soltanto un’entità
superficiale, ma è esso stesso la proiezione di una superficie”. Jean Luc Nancy
afferma che non abbiamo un corpo ma "lo siamo, lo esistiamo": il
corpo è il luogo dell'esistenza, dove viene in presenza il carattere
temporalmente limitato dell'essere. Dire che siamo un corpo sposta
l'argomentazione su di un livello ontologico, perché se il corpo non è
l'attributo di una sostanza (l'anima, la psiche o altro) si ha il superamento
della distinzione aristotelica tra sostrato e qualità in quanto la modalità
diviene parte integrante dell'essere.
Il corpo è il luogo-logos, l’òikos, in cui ha inizio la vita
dell’animale uomo. Prima ancora che nel corpo, la vita di ogni individuo prende
avvio nella rappresentazione mentale che i suoi genitori se ne fanno.
Nel corpo questa rappresentazione si fa concreta. Mai
come in questo momento della vita il corpo parla di colui che lo abita, così
come mai come in questo momento della vita due corpi sono in così stretta
relazione. Mai come oggi, nelle società del consumo il corpo è soggetto a
tentativi di mutamento alla ricerca di una perfezione tanto da esitare nell’indistinto,
nella frammentazione e perfino nell’amputazione. Sembra che il corpo non è più
l’uomo ma che l’uomo abbia un corpo, esso è percepito come un vestito che a
seconda delle circostanze, degli umori del tempo deve essere cambiato,
sostituito, modificato. Il corpo viene lavorato, accessoriato, celebrato in
omaggio a una libertà da ogni limite morale che nei decenni scorsi fungeva da
impedimento al suo possibile uso. Nello stesso tempo questa libertà presunta
diventa una forma di controllo da parte del potere, a partire dalla
ri-creazione di un corpo attraverso la chirurgia estetica, la consacrazione di
un corpo unico e perfetto che diventa canone estetico verticalmente imposto e
riproducibile all’infinito, tutto questo produce una negazione della propria storia,
della propria identità, quindi ogni cosa può essere negata e affermata in una
sorta di gioco d’azzardo senza però alcun premio se non l’illusione di
un’intangibilità di se stessi e del proprio desiderio.