SULLA DARSENA DI MILANO
La Darsena nel 1964 |
Caro Beppe Boatti, cari amici,
sono stato ieri pomeriggio sui Navigli – arrivando dalle
mal cementate sponde e costeggiando la nuova orrenda passerella costruita a
prezzo di platino – per vedere le ultime “brutture” prima dell’inaugurazione –
domani – da parte del re travicello accompagnato da schiere di corifei
strapagati e strombazzanti. Stavano dando i penultimi colpi di martello ma pare
che nessuno abbia rivolto all’opera realizzata la celebre frase: “Perché non
parli?”. Temevano si aggirasse la guardia (di finanza).
Al mio commento (mercato e bar sono osceni) una vecchia
signora ha esclamato “Ma come è negativo lei!”. Ne avessero azzeccata una! La
Darsena odierna – vista in un pomeriggio di sole – è ancora più orrenda. Svetta
il cubo nero da 6 metri di lato (a 30 metri da dove entra il Naviglio)e la
sporcizia si raccoglie dove hanno riesumato un pezzettino di Ticinello mentre
per l’aere si sparge il profumo di fritto della vasta pescheria e s’intrecciano
le numerose piste ciclabili. Immaginatele con turisti numerosi. Sorry forever.
Una veduta della Darsena oggi (2015) |
Il cubo ha due pregi:
mostra render belli, falsi e variabili delle altre opere
realizzate a carissimo prezzo.
i turisti potranno così evitare di passeggiare e
dedicarsi ad una lunghissima sosta negli accoglienti e proliferanti locali
mentre aumentano barconi EXPOsitivi e musicanti. Alcuni trovano bella la
piazza.
Quale piazza? Per fortuna – ci hanno provato – non sono
riusciti a distruggere la bellissima quercia.
Luigi Caroli