Pericolo radar per le popolazioni di dodici
centri italiani
di Antonio Mazzeo
Le emissioni elettromagnetiche del radar Fadr
(Fixed air defense radar) RAT 31-DL prodotto da Selex Sistemi Integrati (gruppo
Leonardo-Finmeccanica), operativo in dodici installazioni dell’Aeronautica
militare italiana, è pericoloso per la salute dell’uomo. A denunciarlo in un
esposto presentato alla Procura della Repubblica di Macerata, cinque residenti
di Potenza Picena, il comune che ospita la 114^ Squadriglia radar remota e uno
dei RAT 31-DL dell’Aeronautica militare.
All’esposto è allegato un dossier di oltre 500 pagine
comprensivo degli studi sugli effetti biologici dovuti alle esposizioni ai
campi elettromagnetici del radar, dei pareri di autorevoli esperti tra cui
anche quello del Comitato tecnico che ha operato nell’inchiesta sui radar del
poligono sardo di Salto di Quirra, dei documenti “circa l’inadeguatezza dei
metodi di calcolo delle emissioni finora adottati dalle istituzioni per la
tutela della salute pubblica e le possibili omissioni degli organi di controllo
competenti”. In Procura è stato depositato anche il testo della risoluzione
adottata da una ventina di studiosi di fama internazionale a conclusione del
convegno medico-scientifico dal titolo Radar, radiofrequenze e rischi per la
salute, organizzato il 20 aprile 2015 a Potenza Picena dall’ICEMS
(International Commission for Electromagnetic Safety) e da alcune associazioni
della società civile
locali.
“Abbiamo messo in luce diverse scoperte scientifiche
riguardanti il radar situato a Potenza Picena”, scrissero allora i docenti
universitari e gli esperti partecipanti al convegno (tra essi i professori
Massimo Scalia, Henry Lai, Livio Giuliani, Fiorenzo Marinelli, ecc.). “C’è
un’alterazione della vitalità cellulare in cellule in coltura esposte al
segnale radar in condizioni controllate (in una cella Tem), con l’attivazione
dell’apoptosi per esposizioni di breve termine e con l’attivazione del segnale
di sopravvivenza per cellule esposte per 48 ore; le cellule messe in coltura
nelle case di Potenza Picena sotto il raggio del radar presentano le stesse
alterazioni di quelle in vitro; in queste cellule esposte è avvenuta una
metilazione del DNA che può essere responsabile del danno genetico sul lungo
termine anche per bassi livelli di esposizione; lo studio epidemiologico
relative al periodo 1986-1991 mostra un aumento significativo del rischio di
tumore (1.6) e di infarto/ictus (1.4)”. In considerazione delle gravi evidenze
riscontrate, l’équipe scientifica dell’ICEMS concluse “di sentirsi moralmente
impegnata a dichiarare che il radar di Potenza Picena non può essere
considerato sicuro per la popolazione e che dovrebbe essere spento o rimosso”.
Di parere diverso, come sempre, le autorità civili e
militari locali. Il 27 aprile scorso, infatti, il tavolo di lavoro coordinato
dal Prefetto di Macerata e composto da “esperti” nominati dall’Aeronautica
militare, dal Comune di Potenza Picena, dall’azienda sanitaria maceratese e da
ARPAM (Azienda della Regione Marche per la protezione ambientale) ha presentato
un rapporto in cui si sostiene che le emissioni elettromagnetiche del radar di
Selex-Finmeccanica sono al di sotto dei limiti di legge previsti e che di
conseguenza non sono stati registrati effetti sulla salute delle popolazioni
che vivono intorno alla installazione della 114a Squadriglia Ami. “Da diversi
anni controlliamo le emissioni a Potenza Picena: i valori sono nella norma e
non ci sono incidenze di mortalità in relazione alle onde emesse dal radar”, ha
dichiarato il direttore scientifico dell’ARPAM di Macerata, Gianni Corvatta.
Il radar Fadr RAT 31-DL è entrato in funzione a Potenza
Picena il 1° agosto del 2013 ed è collegato operativamente con il Gruppo
riporto e controllo difesa aerea di Poggio Renatico (Ferrara) e il 22° Gruppo
Radar dell’Aeronautica militare di Licola (Napoli). Gli altri undici impianti
Fadr RAT 31-DL sono stati installati presso il Comando per le operazioni aeree
di Poggio Renatico, la 112a Squadriglia Radar Remota di Mortara (Pavia), il
centro di telecomunicazioni dell’Aeronautica di Borgo Sabotino (Latina), la
115a Squadriglia Radar Remota di Capo Mele (Savona), la 121a Squadriglia di
Poggio Ballone (Grosseto), la 131a Squadriglia di Jacotenente (Foggia), la 132a
Squadriglia di Crotone, il 13° Gruppo Radar di Lame di Concordia (Venezia), la
134a Squadriglia di Lampedusa, la 136a Squadriglia di Otranto, la 137a Squadriglia di
Mezzogregorio (Siracusa) e il 35° GRAM di Marsala-Perino. L’Aeronautica ha
nelle proprie disponibilità pure due radar RAT 31 configurati nella versione
mobile (DADR - Deployable Air Defence Radar).
“Il sistema Fadr ha eccellenti capacità di scoprire e
tracciare i segnali radio a bassa frequenza di aerei e missili, può supportare
diverse funzioni come la difesa da missili anti-radiazione e da contromisure
elettroniche”, spiegano i manager di Selex-Finmeccanica. “In Italia il Fadr
consente di controllare anche la presenza di missili balistici e di comunicare
con gli altri punti di controllo nazionali e della NATO”. Le informazioni sulle
caratteristiche tecniche e di funzionamento del sistema radar sono quasi tutte
coperte da segreto militare. La brochure di Selex ES rivela solo che il Fixed
Air Defence Radar opera in banda D e ha una portata sino a 470 km di distanza e
30 km in altezza, una potenza media irradiante di 2,5 kW e una potenza
dell’impulso irradiato di 84 kW. L’antenna opera in una frequenza compresa tra
1,2 e 1,4 GHz (L-band), all’interno dello spettro delle cosiddette “microonde”.
A Borgo Sabotino, dopo l’entrata in funzione del Fadr RAT
31-DL presso il locale centro radar dell’Aeronautica militare, i residenti
hanno denunciato l’insorgenza di anomale interferenze che impediscono il buon
funzionamento degli strumenti elettronici d’utilizzo quotidiano. Con
un’interrogazione parlamentare presentata il 6 febbraio 2014, alcuni senatori
del Movimento 5 Stelle (primo firmatario Giuseppe Vacciano, passato poi al
Gruppo Misto) hanno chiesto ai ministri della Difesa e della Salute “se siano a
conoscenza dei problemi registrati a Borgo Sabotino e del corretto svolgimento
degli atti e fatti che abbiano portato all’istallazione di antenne e
apparecchiature simili, sia del grado dell’affidabilità di tale procedimento e
dell’impianto funzionante per la salute dei cittadini residenti”. La risposta
della ministra Roberta Pinotti è del 24 novembre 2014. “Una volta completate le
installazioni del nuovo radar, allo scopo di tutelare la salute e la sicurezza
dei luoghi di lavoro e degli abitanti delle zone limitrofe, verrà effettuata
una campagna di misurazione dei campi elettromagnetici a cura del Centro
Interforze Studi e Applicazioni Militari (CISAM), come sempre avviene in caso
di installazione di nuovi sistemi radianti (sistemi trasmissivi e radar)”,
scrive Pinotti. “Precedenti misurazioni effettuate dal CISAM presso enti in cui
è installato il medesimo radar RAT-31DL hanno evidenziato valori di campo
elettromagnetici inferiori ai valori di azione previsti per i lavoratori
dall’articolo 208 del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81 e, per quanto
riguardar la popolazione all’esterno del sedime, inferiore ai valori previsti
dalle linee guida della International Commission on Non Ionizing Radiation
Protection (ICNIRP)”. Controlli cioè solo dopo l’accensione dei radar e
comunque affidati sempre e solo a un centro - il CISAM di San Piero a Grado,
Pisa – già Centro per le Applicazioni Militari dell’Energia Nucleare CAMEN -
appartenente al Comando logistico della Marina militare.
A partire del dicembre 2014, proprio a Borgo Sabatino la
4^ Brigata Telecomunicazioni e Sistemi per la difesa aerea e l’Assistenza al
volo di Borgo Piave (Latina) e l’azienda Selex ES hanno avviato una serie di
test per verificare le potenzialità del sistema radar Fadr RAT 31-DL
nell’“identificazione e il tracciamento dei detriti spaziali”. Le attività
sperimentali sono state effettuate su mandato della Presidenza del Consiglio
dei Ministri, in vista della costituzione di un consorzio per la sorveglianza e
monitoraggio dello spazio, nell’ambito dello Space Surveillance and Tracking
Framework Programme, il programma finanziato dalla Commissione europea
finalizzato alla raccolta e al coordinamento di tutte le informazioni radar e
ottiche disponibili fra le nazioni partecipanti per “ridurre il rischio di
collisioni fra sistemi orbitali efficienti e satelliti dismessi o i detriti
spaziali che costituiscono un pericolo per i numerosi sistemi satellitari e
spaziali indispensabili al funzionamento dei servizi strategici (navigazione
aerea, telerilevamento, meteorologia, ecc.) e di comunicazione (TV, telefonia,
ecc.)”.