PER NON DIMENTICARE
di Andrea Valesini
Il Bosco della Memoria
Bergamo.
Qual
è il modo migliore per non dimenticare le 7 mila vittime bergamasche del Covid?
I parenti portano dentro di sé il ricordo e il dolore per i propri cari
scomparsi ma la pandemia nel suo violento impatto sul nostro territorio ha
avuto un effetto non solo letale per tante, troppe persone, ma anche sulla vita
pubblica, costringendola per lunghi mesi negli argini delle restrizioni, della
libertà ridotta. I divieti e le zone rosse ci hanno fatto riscoprire il bisogno
e il valore della relazione, ma anche della comunità che si è organizzata per
rispondere alle richieste delle tante persone che vivono sole. Il Bosco della
Memoria per ricordare questa epoca che è già storia è una risposta adeguata.
Sta sorgendo al parco della Trucca, l’area verde più grande e più accessibile
di Bergamo. Il progetto, pensato dall’Associazione Comuni virtuosi e disegnato
dall’architetto Paola Cavallini e dall’agronomo Roberto Reggiani, è stato
adottato dall’amministrazione comunale. Saranno piantati 750 alberi, oltre che
arbusti: 130 da frutta, 70 da bosco e 90 piccole piante. Il progetto prevede
1.300 metri quadri di percorsi pedonali interni alle isole alberate e alcune
panchine per chi vuole sedersi in raccoglimento. Sarà un luogo vivo: uno spazio
appunto di comunità, dove realizzare iniziative culturali, ricreative ed
educative, con un’aula didattica a cielo aperto per le scuole, ma accessibile a
tutti i cittadini che vorranno far crescere questo luogo.
Il primo albero è stato piantato il 18 marzo scorso alla presenza
del presidente del Consiglio Mario Draghi che ha scelto non a caso Bergamo per
celebrare la prima Giornata nazionale in memoria delle vittime del Covid,
sancendo così l’importanza del Bosco non solo per la nostra città. Il progetto
ha un costo complessivo di 250 mila euro, finanziato in parte da Palazzo
Frizzoni, dall’Associazione Comuni virtuosi e da sponsor privati locali e
nazionali. Ma soprattutto da un’incredibile raccolta fondi tra i cittadini:
l’obiettivo era una somma di 50 mila euro, ne sono stati raccolti oltre il
doppio (126.618) grazie a quasi 600 donatori. A sottolineare il carattere
popolare dell’iniziativa e di quanto la ferita del Covid sia presente nei
bergamaschi. Il Bosco della Memoria non vuole essere un monumento ma un luogo
simbolo della rinascita, il ricordo e il futuro che si tengono la mano,
frequentato da scuole ma anche da cittadini adulti. La speranza di un avvenire
migliore tutto da costruire: quello che affronteremo quando il virus sarà
battuto, non è lo stesso mondo che ci siamo lasciati alle spalle. Dovremo
curare tante ferite, anche quelle economiche e della perdita del lavoro. Sfide
che potremo sostenere solo essendo davvero comunità, dopo esserci scoperti
fragili e aver imparato (speriamo) che da soli non si va da nessuna
parte.
C’è un particolare che non va dimenticato ed è grande: il Bosco e
l’ospedale Papa Giovanni XXIII si guarderanno, il luogo dedicato alle vittime e
la frontiera dove medici e infermieri nei mesi più terribili, di giorno e di
notte e dando fondo a tutte le loro energie hanno curato centinaia di malati di
Covid. Ne hanno salvati molti, altri purtroppo sono morti. E il Bosco della
Memoria sarà lì a ricordare le loro vite, ricche di lavoro, di cura dei figli e
in tanti casi di impegno sociale. Un luogo anche per ringraziarli di ciò che ci
hanno lasciato.