ROSA LUXEMBURG
di
Giorgio Riolo
Rosa Luxemburg
Alla
ricerca di un fondamento sensato del socialismo.
Rosa
Luxemburg a 150 anni dalla nascita.
I
Con
una personalità come quella di Rosa Luxemburg non ce la si può sbrigare con un
semplice articolo. Occorre farlo tuttavia. Con il fermo proposito che
gli esseri umani, donne e uomini di ogni generazione, che non si accontentano
di subire passivamente le malefatte del proprio mondo non possono fare a meno
di conoscerla e di studiarla. Anche solo attraverso il gran bel film di
Margarethe Von Trotta “Rosa L.” e le celebri biografie di Paul Frölich e
di Peter Nettl. Anche solo, rimanendo in Italia, attraverso i lavori
pionieristici di Lelio Basso e di Luciano Amodio.
E
non è solo la rassegna dei nostri riferimenti
tradizionali
a muoverci. È la consapevolezza che ciò che lei rappresenta e ci trasmette è
così straordinariamente importante per noi. Ancora oggi. Con l’altrettanto
ferma consapevolezza che il contesto storico in cui visse e attivamente operò
era totalmente diverso dal nostro. Per la storia europea e
mondiale, per la società capitalistica di allora, per la storia
del movimento operaio e socialista (e poi comunista), per come erano la
socialdemocrazia tedesca e la Seconda Internazionale, per gli accesi dibattiti
e le profonde divisioni nel campo del socialismo e del
marxismo (meglio dei “marxismi”). Per come tutto precipitò nell’immane tragedia
del socialsciovinismo della Prima guerra mondiale. Vero spartiacque storico.
Oggi
la morfologia sociale, almeno nei centri capitalistici, è totalmente cambiata.
Il capitalismo su scala mondiale, con annesse periferie o Sud Globale, si è
grandemente trasformato, le forme culturali e le forme di coscienza, le forme
politiche, parallelamente molto cambiate.
Rosa Luxemburg |
Karl Liebknecht
II
Dico
“personalità”, come totalità ricca. Goethe diceva che il talento nasce nel
silenzio della stanza da studio, il carattere nella tempesta della vita. Rosa
fu questa commistione felice di talento e di carattere-tipo umano.
La
donna, la sua vita quotidiana piena di sensibilità e di sentimenti, verso le
classi subalterne e verso i popoli oppressi e verso il bello naturale e la
natura, la teorica, la militante socialista, la dirigente impavida che combatte
contro il militarismo prussiano ecc. costituiscono un tutto inscindibile. È la
vivente testimonianza di una umanità possibile.
Con
il sacrificio finale in quel tremendo gennaio 1919 che tutto rivelò.
Frettolosità, e impreparazione, rivoluzionaria, da una parte, e l’ulteriore e finale tradimento
socialdemocratico. Eppure lei rimase a Berlino, a fianco dei suoi compagni,
benché consapevole dell’assai possibile scacco.
Il
fossato di sangue, suo e di Karl Liebknecht, degli spartachisti e dei comunisti
tedeschi insorti, sommariamente eseguiti nelle strade di Berlino a opera della
soldataglia al servizio del governo socialdemocratico, doveva a sua volta
costituire una delle cause, non la sola ovviamente, della successiva tragica rottura tra comunisti e
socialisti e dei tragici settarismi che
finirono per
favorire l’affermarsi e il consolidarsi del fascismo e del nazismo.
Settarismi
anche entro il mondo della Terza Internazionale, con le accuse di parte
staliniana di “luxemburghismo” assimilato al trotskismo ecc. Si
giunse persino a usare la volgare espressione di “lue luxemburghiana”.
Le
etichette, le definizioni sbrigative sono
patrimonio triste della nostra storia. Di tutte le correnti, moderate e
radicali, non solo dello stalinismo.
Karl Liebknecht |