VERSO L’ABISSO?
di Girolamo Dell’Olio
Tirare il freno di questa idiota macchina da guerra.
Io non so se Giorgio Bianchi – che una
certa esperienza dei fronti di guerra ce l’ha – sta centrando o meno il
problema. Ma tanti indizi sembrano portare a quella conclusione: una sfida
assurda alla ‘chicken run’, a chi salta fuori per ultimo tra due auto lanciate
senza freni verso un burrone.
Il problema è che nella nostra macchina noi (Italia, Europa) siamo seduti
di dietro, come fa notare il nostro Bianchi, e abbiamo le portiere bloccate. Al
volante c’è l’Alleanza Atlantica, cioè il governo Usa, ai suoi comandi. A noi
resta una sola carta da giocare: riuscire a tirare il freno prima che sia
troppo tardi.
Credo che allora tocchi proprio a ciascuno di noi, a ciascuna di noi,
immaginare e realizzare un’azione efficace. In modo che una più una più una di
queste azioni producano tutte assieme l’effetto necessario. Ognuno di noi è
responsabile: guai a pensare che i giochi sono fatti, o che la nostra
iniziativa sarebbe superflua. Rimbocchiamoci le maniche, rimbocchiamoci i
pensieri!
Vanno inventate e praticate tutte le possibilità di arrestare questa
stupida puerile esibizione di muscoli. Ogni contributo sarà utile, ogni buona idea potrà esser fatta propria e
rilanciata. Dovremo saperlo fare creando i nostri canali di comunicazione:
sempre più persone provano ormai disgusto per l’osceno circo dei media, per le
notizie smaccatamente false o distorte, per la spettacolarizzazione del
conflitto venduto quotidianamente a puntate, per le faziose e pelose
costruzioni narrative di certi inviati di guerra.
Giancarlo Consonni
"La colomba della Pasqua"
Abbiamo già visto all’opera questa macchina del panico e del
condizionamento nella cosiddetta ‘emergenza sanitaria’ da Covid-19.
L’info-deformazione legata alla crisi in Ucraina è figlia e sorella di quella
che da oltre due anni ci incute paura, ci ammala le menti, ci oscura il
pensiero, ci discrimina, ci sospende dal lavoro e dai diritti, ci contrappone
l’uno all’altro in casa, al lavoro, fra amici, fra militanti per l’ambiente e
per la fraternità.
Quali sono allora le azioni da fare per tirare il freno di questa idiota macchina
da guerra? Non lo so, ci sto pensando. Qualcosa ho fatto, in questi giorni,
cercando un dialogo davanti alle scuole. Adesso sono fermo, che smaltisco
un’influenza. E mi viene in mente il Poeta che pensa ai fiumi della sua vita
mentre, fra le trincee della Grande Guerra, si tiene a un albero mutilato
e guarda il passaggio quieto delle nuvole sulla luna. Non siamo ancora in
trincea, qui, è vero, ma moralmente è già come se lo fossimo, se assistiamo
senza muovere un dito alla spedizione di armi letali (secretate) al macello
intorno al Don.
Non credo che sia saggio continuare a sopportare questo strappo alla nostra
storia, alla nostra cultura, alla nostra identità. Coloro che – da Roma –
scelgono per noi senza averci consultato non ci rappresentano. Il motto di una
delle più importanti rivoluzioni dell’età contemporanea fu “no taxation without
representation!”. Se quello è stato il fondamento delle moderne
liberal-democrazie (e cioè che le risorse pubbliche devono essere amministrate
col consenso informato dei popoli), allora è il momento di aprire un dibattito
sulla legittimità della composizione di questo governo, di questo Parlamento e
degli altri organi della Repubblica. O no?
C’è poi un fatto di umanità che incombe: il gioco preistorico della guerra
attende da noi un’obiezione di coscienza di massa.
"La colomba della Pasqua"
Giuseppe Denti
"Povera Colomba..."
Non mi ha mai incantato l’appuntamento del 25 aprile, che permette da
decenni a tanti (finti) democratici di avvolgersi nelle bandiere di una (vera)
Resistenza che fu. Ma ben venga quest’anno il segnale divergente e coraggioso
dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, che per una data che non sia
“solo una celebrazione e un giorno di festa” sottolinea quelle tre parole
in fila estratte dai capisaldi della nostra Costituzione, i princìpi fondamentali,
i valori inalienabili usciti dall’esperienza della Seconda guerra mondiale: l’Italia
ripudia la guerra! Parole che – come tante altre della nostra Carta – media
e politici riescono a mettere in rima con idealità opposte: pace con armi,
lavoro con sospensioni, diritti con autorizzazioni, pensiero con obbedienza,
socialità con distanziamento, libertà con QR code.
Ecco: questo dell’ANPI mi sembra un buon esempio di azione da
svolgere. Un richiamo severo alla lingua e alla storia, quello
proposto dall’ANPI. E all’attualità di quell’articolo 11, che se aveva senso
nel ’48, tre anni dopo Hiroshima e Nagasaki, ce l’ha centuplicato oggi, che
quei disastri sono giocattoli a confronto con quello che causerebbero gli
arsenali nucleari a giro per il mondo!
Giorgio Bianchi
Benvengano i traditori - Pillole dal
Donbass
https://www.youtube.com/watch?v=0Wtxd7Ay8Cs&t=38s
"Povera Colomba..."