DAZI E FALSITÀ PERSISTENTI
di Luigi Mazzella
Sarebbe oltremodo ragionevole analizzare il
comportamento di Donald Trump “sui dazi”, mettendo la sordina all’aggressiva
“propaganda” della Sinistra mondiale che, duramente sconfitta alle elezioni
statunitensi ed in crisi evidente in tutte le sue vere e
proprie “filiazioni” dei Paesi dell’Occidente scatena, a
ogni piè sospinto, nel nuovo e nel vecchio continente, uragani
politici che trovano, a causa della presenza di visioni (religiose o politiche)
esclusivamente assolutistiche, irrazionali e
inconciliabili, popolazioni divise e frantumate. E ciò per effetto
della scomparsa di ogni tipo di solidarietà (personale, familiare, nazionale). Occorrerebbe, in altre parole, ispirandosi alla
saggezza del noto brocardo latino, ricordarsi che “Qui suo iure utitur
neminem laedit” e che uno Stato, ha certamente il diritto di
modificare il proprio sistema fiscale. Nel caso specifico, la riforma del
Fisco statunitense era già nel programma elettorale di Trump di “salvare e
rilanciare” l’economia del proprio Paese. Era scontato, quindi, che il
Presidente neo eletto dovesse fare di tutto per perseguire l’obiettivo
promesso. Gli “alti lai” dei Paesi esportatori devono considerarsi equivalenti,
nella sostanza, in tutto alle proteste ipotizzabili degli immigrati se gli
Stati del Mediterraneo decidessero di applicare il loro diritto-dovere di difendere
i “sacri” confini dei loro Paesi.
Sul problema dei dazi è verosimile immaginare
che il neo eletto Presidente americano si sia avvalso degli studi di
economisti di sua fiducia per realizzare il suo obiettivo e giungere alle
conclusioni oggi note. Sulla
base di tali risultati egli, con buona probabilità ha, conseguentemente deciso
di agire con razionalità non disgiunta da sperimentazione concreta. E cioè
in base ai canoni insuperati della civiltà greco-romana, all’origine di
quella Occidentale, poi tradita a causa delle ben note invasioni
barbariche di diversa provenienza.

La ballista di 800 miliardi
di armi
Ragionando con pacatezza, si dovrebbe
ritenere del tutto conseguente alla sua scelta che il resto del mondo, per
rispondere in modo adeguato alla tutela dei propri interessi segua lo stesso
percorso logico, prima di assumere iniziative. E ciò senza pretendere di
interferire, biasimare o condannare scelte altrui, liberamente
assunte e conformi alle regole dello Stato di diritto prima che della
democrazia. Questo ragionamento non farebbe una grinza se non
ci trovassimo di fronte a un Occidente in preda a una progressiva e
inarrestabile follia collettiva. Seguendo
gli irrazionalismi che costituiscono l’unica essenza della sua
“cultura” (termine inappropriato, data la totale assenza di un pensiero libero
non condizionato da credenze, ma invalso, ormai, nell’uso comune) la parte
di mondo da noi abitata, a differenza del resto del globo che non presenta
nulla di pari ferocia, si massacra al suo stesso interno con atti aggressivi e
violenti che, come suole dirsi, sul terreno di guerra “non lasciano
prigionieri”. E ciò sia per gli irrazionalismi e assolutismi religiosi,
sia per gli irriducibili fanatismi ideologici. E
così, mentre sul piano religioso i fedeli di Mosè massacrano quelli di Maometto
(che reagiscono sul campo e anche oltre i loro confini con attentati e tagli di
gole), i seguaci degli hegeliani di Destra e di Sinistra (questi ultimi unitisi
sotto il manto protettivo del Partito Democratico di Obama e di Biden e
sorretti dall’Intelligence e dalla Casta militare dell’intero Occidente)
tendono reciprocamente a eliminarsi dalla scena politica. Allo stato, entrambe le guerre che un tempo si
consideravano appannaggio solo degli “opposti estremismi” e che oggi sono
divenute furibonde anche per il mutato comportamento delle ali cosiddette
“moderate” sono in pieno svolgimento: sul fronte religioso è Israele a segnare
punti a proprio favore in termini di distruzioni belliche; su quello
politico l’armata della Sinistra, con uno strombettio mass-mediatico a dir poco
imponente e con l’aiuto istituzionale dell’Unione Europea, tende a mettere in
angolo, puntando ad annientarli, i nuclei sparsi della Destra
mondiale. Lo stravolgimento intervenuto nella sua vita politica porterà in
maniera inevitabile al suo diapason la follia, già
avanzata, dell’Occidente. Gli eccessi, le disumanità, le panzane clamorose
della propaganda, le aberrazioni compiute nei fumi delle battaglie sui mass
media (e non solo) condurranno a risultati ancora più aberranti di quelli
attuali: è prevedibile che qualche ebreo dissenziente sia indotto a
rivoltarsi contro lo Stato ebraico e che persone che non hanno mai votato per
un partito di destra lo facciano per contrastare e arginare l’attuale egemonia
aggressiva e violenta della Sinistra. Il risultato sarà paradossale: la
vita degli Occidentali passerà dagli eccessi di un certo segno, religioso o
politico, unicamente a quelli di segno diametralmente opposto ma di uguale
illogicità e nefandezza. E, trattandosi
di una lotta fra irrazionalismi imperterriti presenti nell’un campo e
nell’altro, gli errori strategici e tattici sono e saranno, per così
dire, “all’ordine del giorno”.

di armi