Pattugliatori italiani alla Tunisia per fare la guerra
ai migranti
di Antonio Mazzeo
Senza
eccessivi clamori, il governo italiano sta per concludere la consegna di dodici
pattugliatori alle forze armate della Tunisia, nel quadro dell’accordo
intergovernativo “per la sicurezza del Mediterraneo e la prevenzione dei
traffici illeciti”, sottoscritto dai due Paesi nell’aprile 2011. Secondo il
testo dell’accordo, le unità saranno impiegate nel controllo delle acque
territoriali tunisine e per “contrastare il fenomeno dell’immigrazione
clandestina proveniente dal nord Africa”.
I pattugliatori,
realizzati dal Cantiere Navale “Vittoria” di Adria (Veneto), sono destinati
alla Guardia Nazionale e alla Marina militare tunisina. Secondo quanto
dichiarato dall’amministratore delegato dell’azienda produttrice, Luigi Duò,
dal luglio 2013 sono già stati consegnati al paese nordafricano cinque unità
modello P350TN e tre pattugliatori P270TN. Altri due P270 giungeranno in
Tunisia a ottobre, mentre nel febbraio 2015 si completerà la consegna delle
restanti unità. I pattugliatori operano dal porto di La Goulette, Bizerte.
I P270 e P350 sono unità
navali specializzate in compiti di sorveglianza marittima, pattugliamento delle
coste e oceanico, “intercettazione e combattimento a fuoco”. La motovedetta
P270TN è lunga 27 metri, larga 7,20 e ha un dislocamento di 90 tonnellate; il
sistema di propulsione assicura una velocità massima di 35 nodi e un range di
500 miglia marittime. L’unità ha in dotazione un radar “Simrad” in banda X da 25
kW e uno solid-state “Spery Marine” da 100 kW; un apparato elettro-ottico; un
sistema a copertura mondiale per il soccorso e la sicurezza in mare (GMDSS) per
distanze fino a 20/30 miglia dalla costa. Gli apparati sono stati realizzati
dalla società AlmavivA. L’equipaggio autorizzato è di 14 membri, mentre il
costo di ogni singolo pattugliatore P270TN è di 8 milioni di euro circa.
I sei P350TN destinati
alla Marina militare sono una variante più aggiornata dei due pattugliatori
consegnati tempo fa alla Guardia costiera libica. Il dislocamento è di 140
tonnellate, la lunghezza di 35 metri e la larghezza di 7,20; il sistema di
propulsione consente un range di 600 miglia e una velocità massima di 38 nodi.
I sistemi di telecomunicazione e gli apparati sono gli stessi utilizzati per il
P270TN, mentre i membri di equipaggio sono 16. Le unità sono consegnate dal
Cantiere “Vittoria” prive di armamento, ma vengono poi equipaggiate in Tunisia
con cannoni da 20-30 mm. Il costo stimato della versione P350 è di 16,5 milioni
a imbarcazione.
Nell’ambito dell’accordo
bilaterale con la Tunisia, nel maggio 2011, l’Italia ha fornito alla Guardia
Nazionale del paese nordafricano quattro motovedette Classe 700 “Carabinieri”,
prodotte a Gaeta dai Cantieri Navali del Golfo, di 18 tonnellate di
dislocamento. Altre due imbarcazioni Classe 500, 13 sistemi radar di
pattugliamento e 38 motori marini sono stati consegnati alla Tunisia tra il
2009 e il 2011. Nello stesso periodo, l’Italia ha infine sostenuto
finanziariamente la manutenzione di sette pattugliatori da 17 metri e di 8
motovedette classe “Squalo”/P58. Come ricorda la ricercatrice Martina Tazzioli
di Storie Migranti, nell’aprile 2013, tramite l’allora ministra dell’Interno
Cancellieri, l’Italia consegnò alla Tunisia anche alcuni fuoristrada da
impiegare per contrastare e bloccare le partenze dei migranti.
“L’Italia intende
sostenere il processo di transizione democratica intrapreso dalla Tunisia,
sancita dalla Dichiarazione di Partenariato strategico del maggio 2012”, ha
dichiarato il sottosegretario agli Affari Esteri Benedetto Della Vedova, nel
corso della sua recente visita a Tunisi per affrontare i temi dell’immigrazione
e della cooperazione economica. “Per l’Italia, la Tunisia è un partner
strategico”, ha aggiunto Della Vedova. “Siamo il secondo partner commerciale
della Tunisia e uno dei principali investitori nel Paese negli ultimi anni. La
nascita di un modello tunisino, può rappresentare una sfida seria e credibile
anche rispetto a quei gruppi violenti che nel mondo islamico, strumentalizzando
la religione, vorrebbero riportare l’orologio della storia indietro di secoli”.
Il 12 giugno 2014, era
stata la ministra Roberta Pinotti a raggiungere Tunisi per un vertice con il
Primo ministro Mehdi Jomaa e il ministro della Difesa Ghazi Jribi. “Il
consolidamento dei rapporti di cooperazione bilaterale tra Italia e Tunisia e
il rafforzamento del controllo dei flussi migratori e della stabilità e della
sicurezza nel Mediterraneo sono stati i temi al centro dell’incontro”, riporta
il comunicato emesso dal Ministero della Difesa italiano. “L’incontro è servito
anche a sensibilizzare la controparte circa l’urgenza di sottoscrivere un MoU
Difesa rinnovato (la cui negoziazione è già stata avviata all’inizio dell’anno)
che andrà a sostituire la Convenzione del 1991 non più adatta alle rinnovate ed
incrementate forme di cooperazione. Sono state pianificate infine una serie di
iniziative di formazione e previste esercitazioni congiunte in diversi ambiti”.
Le forze armate tunisine
stanno perseguendo un articolato programma di potenziamento dei propri
arsenali. A fine agosto, nel corso di una cerimonia alla base navale di La
Goulette, il corpo diplomatico statunitense ha consegnato alla Marina militare
tunisina due pattugliatori di 13.5 metri, a cui si aggiungeranno entro il
febbraio 2015 altre sette motovedette di 7,6 metri. “Le due unità veloci, del
costo di più di 2 milioni di dollari, fanno parte di un nuovo programma di
assistenza alla Marina tunisina per rafforzare la sicurezza marittima contro il
terrorismo che colpisce la regione mediterranea”, ha dichiarato l’ambasciatore
Usa, Jake Walles. “Le imbarcazioni consentiranno alla Tunisia di controllare
meglio la sua zona economica esclusiva e il flusso del traffico marittimo tra
il Nord Africa e l’Europa. Il Comando delle forze armate Usa per il continente
africano US AFRICOM, sta inoltre sviluppando una serie di mezzi per assistere
le forze armate tunisine, compresa la condivisione delle informazioni,
l’espansione delle attività di addestramento e la fornitura di equipaggiamento
avanzato”.
Un paio di mesi fa, il
Pentagono ha annunciato la consegna a titolo gratuito di una decina di
tonnellate di “equipaggiamento difensivo”, tra cui caschi protettivi e
giubbotti antiproiettile, alle unità speciali anti-terrorismo delle forze
armate e di polizia tunisine. Washington ha poi autorizzato l’invio di sistemi
militari per 60 milioni di dollari per “aiutare la Tunisia a combattere i
militanti islamici che stanno minacciando la nascente democrazia nel paese”. A
conclusione di un incontro con il Primo ministro Jomaa, il Comandante di US
AFRICOM, generale David Rodriguez, ha specificato che gli aiuti comprendono
“attrezzature per l’individuazione di materiale esplosivo, nuove imbarcazioni e
addestramento”.
Il Dipartimento di Stato
ha approvato inoltre la vendita alla Tunisia di dodici elicotteri da
combattimento Sikorsky UH-60M “Black Hawk”, più apparecchiature e supporto
tecnico-logistico, per un valore complessivo di 700 milioni di dollari. I
velivoli saranno armati con razzi a guida laser, missili “Hellfire” e cannoni
da 7.62 mm. “Il trasferimento di questi elicotteri rafforzerà la capacità delle
forze armate tunisine a contrastare le minacce regionali, consentendo migliori
capacità di pattugliamento delle frontiere e rapidità di reazione e intervento
alle unità aeree e terrestri nelle operazioni anti-terrorismo”, ha spiegato il
portavoce del governo Usa. L’aeronautica militare tunisina ha pure ordinato due
aerei da trasporto C-130J-30 “Super Hercules”, di produzione Lockheed Martin.
Ad oggi, nessuno Stato africano è in possesso di questo velivolo da guerra.