L’Addio all’intellettuale inquieto: Tiziano Salari
Tiziano Salari |
Si è spento a Verbania il poeta, critico e saggista
Tiziano Salari.
Amico personale e collaboratore di “Odissea”, molti
nostri lettori
ricorderanno i suoi incontri a Milano organizzati da
noi di “Odissea”
allo Spazio Lattuada in Porta Romana e in altri luoghi
della città.
L’amico Franco Esposito, poeta e direttore della
Rivista “Microprovincia”,
che di Salari è stato amico Fraterno, ha scritto per
noi e per lui, questo ricordo.
“Si dovrebbe non credere alla morte
come l’estrema
forma di esistere…”
Stresa. In un momento di profonda tristezza, è
impossibile scrivere di una lunga amicizia, ma soprattutto scrivere del grande
saggista, del poeta, del grande intellettuale verbanese, della vita da romanzo
di Tiziano Salari. Verbania, ma soprattutto tutto il nostro Lago Maggiore, ne
sono sicuro, da domani verrà ancor più emarginato a livello nazionale non solo
culturalmente, ma spinto verso un “provincialismo” non solo pubblico ma anche
privato che da anni ci sta soffocando a poco a poco. Spero mi auguro che niente
di Tiziano vada perso, vada trascurato, dimenticato. Tutte le sue inquietudini,
i suoi sentimenti, i suoi pensieri, i suoi gesti, le sue parole sempre poco
inclini alla disciplina ingombrante di questi ultimi tempi di cenere, vengano
tramandati a “futura memoria” perché facciano parte di un deposito a cui
attingere tutti noi domani a piene mani.
Penso
che è impossibile conoscere a fondo un uomo, un autore se non si è avuta la
possibilità e la pazienza di studiarlo, di potergli parlare spesso e a lungo,
di litigare ferocemente anche e soprattutto sulla scelta di autori degni da
potergli dedicare un fascicolo
monografico della nostra amata ed alcune volte odiata rivista di cultura:
“Microprovincia”, e dopo il bonario sorriso
di assenso leggere nel suo sguardo le malinconie, i segreti dell’amico
Tiziano e capire quello che andava scrivendo
in prosa o in poesia. Era questo lo spirito che guidava la sua mente e la sua
mano.
Come
poeta è stato molto bravo, basta ricordare Alle
sorgenti della Manque; forse nella scrittura era estremamente ambizioso e
problematico ma in privato era perfettamente conscio della grande differenza,
aggiungerei lampante, che correva tra la sua poesia e la magia della sua
saggistica.
E
Tiziano nel fondo del suo cuore sapeva di essere un grande saggista nato
saggista con intuizioni originali su autori universali come Leopardi o Rebora o
Giovanni Ramella e altri grandi a cui aveva dedicato uno dei libri più
importanti: Sotto il vulcano. Studi su
Leopardi e altro.
Tiziano
Salari poteva permettersi di essere ambizioso in più campi perché era uno dei
pochi in Italia a competere in ogni campo della letteratura, ma non voglio e
non posso dimenticare la sua altra grande passione e preparazione per la
filosofia, per il suo Spinoza, perché sapeva di essere bravo, di saper usare le
parole con grande efficacia anche se più volte lo rimproveravo di essere più
semplice nell’esporre i suoi concetti, come se dovesse farsi capire da un
lettore comune, da una persona comune. Negli ultimi anni ci ero quasi riuscito.
Che fatica!
Mi
ricordo che nei nostri lunghi e ultimi colloqui mi voleva quasi convincere che
era riuscito a costruire una sua religione personale, quasi pasoliniana, un
culto quasi pagano il cui fine era quello di raccogliere e regalare in ogni suo
intervento un piccolo dettaglio della sua vita.
A
questo punto dovrei raccontare anche della nostra bella e mitica frequentazione
lavorativa alla Banca Popolare di Intra e anche qui mi ricordo che nelle
infuocate riunioni degli anni Settanta in ogni suo intervento ha cercato sempre
di rompere il muro di cartapesta che incontrava non solo con la direzione ma
anche con gli stessi colleghi. Come al solito il suo linguaggio era talmente forbito e profetico che la platea non
riusciva a capire il suo sottilissimo fine e allora polemiche e malintesi.
Quanti ricordi, caro Tiziano.
Potrei
continuare quasi all’infinito, ma vorrei chiudere con un modesto appello, forse
meglio con una preghiera alle istituzioni di Verbania, a tutti i verbanesi che
amano la cultura che possano scoprire e innamorarsi della sua opera perché
possano trovare nei suoi libri tutte le vite e tutte le storie del mondo ma che
sono anche le nostre piccole storie di questo nostro angolo di lago.
I
gentiluomini fanno parlare di sé soltanto quando muoiono, era solito affermare
un mio amico, spero che nel caso di Tiziano Salari venga capovolta questa
pessimistica frase.
Addio
Tiziano un altro dolore un altro amico carissimo che ci lascia.
Franco Esposito