Droni squalo per le forze armate italiane
di Antonio Mazzeo
L’Aeronautica
militare sarà dotata il prossimo anno di sei velivoli a pilotaggio remoto P-1HH
“HammerHead” (Squalo Martello), progettati e realizzati negli stabilimenti di
Villanova d’Albenga (Savona) di Piaggio Aerospace. Ad Abu Dhabi (Emirati
Arabi), dove si è conclusa la fiera annuale internazionale dei sistemi da
guerra “Idex 2015”, il capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica, generale
Pasquale Preziosa, ha sottoscritto un accordo per l’acquisizione dei droni con
il presidente del consiglio d’amministrazione di Piaggio Aerospace, Alberto
Galassi, l’amministratore delegato Carlo Logli e Homaid Al Shemmari della
Mubadala Development Company, la società di investimenti strategici del governo
emiratino, azionista di maggioranza della Piaggio. “L’accordo sui nuovi sistemi
a pilotaggio remoto si colloca nel quadro del rafforzamento della capacità di
sorveglianza e difesa del territorio nazionale da eventuali minacce, inclusa
quella terroristica”, ha riferito il portavoce dell’Aeronautica. Entro i primi
mesi del 2016, Piaggio Aerospace consegnerà alle forze armate italiane tre
sistemi completi P-1HH con sei velivoli a pilotaggio remoto e tre stazioni di
controllo terrestre.
L’“HammerHead” è la versione senza pilota del bimotore
P.180 prodotto dalla Piaggio e utilizzato in ambito civile e militare da
numerosi paesi al mondo. Con un’apertura alare di 15,5 metri, il drone può
raggiungere la quota di 13.700 metri e permanere in volo per più di 16 ore. La
missione è gestita da una stazione di terra, collegata attraverso un centro di
comunicazione in linea di vista e via satellite che consente il controllo a
distanza dei sistemi di navigazione dell’aeromobile. Il velivolo è stato dotato
da Selex ES (gruppo Finmeccanica) di torrette elettro-ottiche, visori a raggi
infrarossi e radar “Seaspray 7300”. Questi sofisticati sensori possono
individuare l’obiettivo, anche in movimento, fornendo le coordinate per
l’attacco aereo o terrestre, o colpendolo direttamente con missili e bombe a
guida di precisione (il drone può trasportare sino a 500 kg di armamenti).
Selex ha pure realizzato le apparecchiature di gestione e controllo del
velivolo e del segmento di terra, sulla base del sistema SkyISTAR ideato per
“svolgere missioni di pattugliamento; intelligence, sorveglianza e
riconoscimento (ISR); individuare target puntuali e rispondere alle diverse
minacce che spaziano dagli attacchi terroristici all’immigrazione illegale,
alla protezione delle zone economiche esclusive, alle infrastrutture e siti
critici”.
I voli sperimentali del prototipo dello Squalo martello
sono stati condotti a partire dal novembre 2013 dalla base siciliana di Trapani
Birgi, da un’équipe composta di tecnici di Piaggio Aerospace e
Selex-Finmeccanica e da personale del 37° Stormo dell’Aeronautica. Prima di
giungere in Sicilia, il drone-dimostratore aveva effettuato un ciclo di prove
sulle piste dell’aeroporto di Decimomannu (Sardegna).
Gli squali martello saranno utilizzati insieme ai
Predator e ai Reaper che le forze armate italiane schierano da anni nei
principali scacchieri di crisi internazionali (Golfo persico, Libia, Corno
d’Africa, Africa sub-sahariana, ecc.) o per il controllo delle frontiere e il
“contenimento” dei flussi migratori nel Mediterraneo centrale. Lo scorso 26
novembre 2014 è stata siglata inoltre una convenzione tra l’Aeronautica
militare, la Polizia di Stato e l’Arma dei Carabinieri per l’utilizzo dei
velivoli senza pilota in attività di ordine pubblico e vigilanza del
territorio. I droni saranno messi a disposizione dal 32° Stormo di Amendola
(Foggia) e potranno essere impiegati anche nel corso di cortei e manifestazioni
politiche, eventi sportivi, ecc.
“Siamo l’unico paese in Europa dove i droni operano nello
spazio aereo interno”, ha spiegato il maggiore Paolo Castelli, vicecomandante
del 28° Squadrone di Amendola. “La Polizia è consapevole che i Predator saranno
meno costosi degli elicotteri. Per la legge italiana, porzioni dello spazio
aereo vengono chiusi al traffico civile quando i droni lo attraversano. Quando
il velivolo senza pilota raggiunge una città, può occupare un’area
predeterminata e circolare di 5x5 miglia, tra i 17 e i 19.000 piedi
d’altitudine. Nel caso di Roma, ad esempio, dove esistono due aeroporti fuori
dal centro, se avremo bisogno di sorvolare il Vaticano o lo stadio Olimpico,
sarà necessaria una piccola limitazione del traffico aereo. La Polizia ci farà
richiesta e noi parleremo con le autorità civili d’aviazione per verificare se
potranno esserci ulteriori restrizioni”.