Occidente: la riscrittura del passato
di Manlio Dinucci
La strage di Berlino |
«Strage Berlino, perché il terrorista si è lasciato dietro i documenti?»: se
lo chiede il Corriere della Sera, parlando di «stranezze». Per avere la
risposta basta dare uno sguardo al recente passato, ma di questo non vi è più
memoria. È stato riscritto dal «Ministero della Verità» che -immaginato da
George Orwell nel suo romanzo di fantapolitica 1984, critico del «totalitarismo staliniano»- è divenuto realtà
nelle «democrazie occidentali».
Si è così cancellata la
storia documentata degli ultimi anni.
Quella della guerra
Usa/Nato contro la Libia, decisa -provano le mail della Clinton- per bloccare
il piano di Gheddafi di creare una moneta africana in alternativa al dollaro e
al franco Cfa (franco della Comunità finanziaria dell'Africa). Guerra iniziata
con una operazione coperta autorizzata dal presidente Obama, finanziando e
armando gruppi islamici prima classificati come terroristi, tra cui i nuclei
del futuro Isis.
Poi riforniti di armi
attraverso una rete Cia (documentata dal New York Times nel marzo 2013) quando,
dopo aver contribuito a rovesciare Gheddafi, sono passati nel 2011 in Siria per
rovesciare Assad e attaccare quindi l’Iraq (nel momento in cui il governo
al-Maliki si allontanava dall’Occidente, avvicinandosi a Pechino e a Mosca).
Cancellato il documento dell’Agenzia di intelligence del Pentagono (datato 12
agosto 2012, desecretato il 18 maggio 2015), in cui si afferma che «i paesi
occidentali, gli stati del Golfo e la Turchia sostengono in Siria le forze che
tentano di controllare le aree orientali» e, a tale scopo, c’è «la possibilità
di stabilire un principato salafita nella Siria orientale».
Cancellata la
documentazione fotografica del senatore Usa John McCain che, in missione in Siria
per conto della Casa Bianca, incontra nel maggio 2013 Ibrahim al-Badri, il
«califfo» a capo dell’Isis.
Allo stesso tempo,
ispirandosi alla «neolingua» orwelliana, viene adattato a seconda dei casi il
linguaggio politico-mediatico: i terroristi, definiti tali solo quando servono
a terrorizzare l’opinione pubblica occidentale perché appoggi la strategia
Usa/Nato, vengono definiti «oppositori» o «ribelli» mentre fanno strage di
civili in Siria. Usando la «neolingua» delle immagini, si nasconde per anni la
drammatica condizione della popolazione di Aleppo, occupata dalle formazioni
terroriste sostenute dall’Occidente, ma, quando le forze siriane sostenute
dalla Russia cominciano a liberare la città, si mostra ogni giorno il «martirio
di Aleppo».
Si nasconde però la
cattura da parte delle forze governative, il 16 dicembre, di un comando della
«Coalizione per la Siria» -formato da 14 ufficiali di Stati uniti, Israele,
Arabia Saudita, Qatar, Turchia, Giordania, Marocco- che, da un bunker in Aleppo Est, coordinava
i terroristi di Al Nusra e altri.
Su questo sfondo si può
rispondere alla domanda del Corriere della Sera: come già avvenuto nella strage
di Charlie Hebdo e in altre, i terroristi dimenticano o lasciano volutamente un
documento di identità per essere subito identificati e uccisi. A Berlino si
sono verificate altre «stranezze»: perquisendo il camion subito dopo la strage,
la polizia e i servizi segreti non si accorgono che sotto il sedile del
guidatore c’è il documento del tunisino, con tanto di foto. Arrestano quindi un pachistano, che
rilasciano dopo un giorno per insufficienza di prove. A questo punto qualche agente particolarmente
esperto va a guardare sotto il sedile del guidatore, dove scopre il documento
di identità del terrorista.
Intercettato per caso in
piena notte e ucciso da una pattuglia presso la stazione di Sesto, a un
chilometro da dove era partito il camion polacco usato per la strage.
Tutto documentato dal
«Ministero della Verità»