Test a Trapani Birgi dei nuovi droni squalo
di Antonio Mazzeo
La Sicilia
poligono sperimentale dei velivoli senza pilota destinati ai futuri scacchieri
di guerra. Le società Piaggio Aereo Industries e Selex Es riferiscono di aver
utilizzato a novembre la base del 37° Stormo dell’Aeronautica militare di
Trapani Birgi per i test di volo del dimostratore P.1HH DEMO, il nuovo aereo a
pilotaggio remoto realizzato nell’ambito del programma denominato “HammerHead”
(Squalo Martello). Il drone è decollato da Birgi per la prima volta il 14
novembre sorvolando sul Mediterraneo per circa 12 minuti alla quota di 2.000
piedi e a una velocità di 170 nodi. Le operazioni sperimentali sono state
condotte da un team congiunto Piaggio - Selex con il supporto del personale militare
dello scalo siciliano. Nella sua breve attività aerea, il dimostratore è stato
scortato da due caccia-addestratori MB.339 dell’Aeronautica militare. Ai test
sperimentali hanno contribuito pure la Marina militare e l’Esercito. Un mese
prima, infatti, il drone era stato trasferito in Sicilia a bordo della nave da
sbarco “San Marco” dopo un ciclo di prove effettuato sulle piste dell’aeroporto
di Decimomannu (Sardegna). Il velivolo fu imbragato nel porto di Cagliari da un
elicottero CH-47 dell’Esercito italiano e successivamente posizionato sul ponte
di volo della “San Marco” diretta a Trapani.
“Questo genere di programmi ad elevato contenuto tecnologico
determina significative ricadute sull’acquisizione di competenze dell’industria
italiana”, ha spiegato l’ufficio stampa del ministero della Difesa. “L’adozione
e l’integrazione di tecnologie all’avanguardia a livello mondiale consentiranno
un sensibile sviluppo della capacità di
controllo d’area, rendendo possibile la monitorizzazione simultanea ed in tempo
reale di un’area di centinaia di Km quadrati, ampliando notevolmente le
capacità operative e lo spettro dei possibili servizi fornibili dai sistemi a
pilotaggio remoto”. L’Aeronautica militare guarda con particolare interesse
allo sviluppo del velivolo prodotto da Piaggio Aereo Industries. Nel giugno
2013, il generale Claudio Debertolis, segretario generale della Difesa e
direttore nazionale degli armamenti, ha dichiarato che lo “squalo martello”
potrebbe essere chiamato a sostituire i velivoli senza pilota Reapers,
utilizzati dalle forze aeree in Afghanistan e Pakistan e da qualche mese pure
nel Canale di Sicilia nell’ambito dell’operazione anti-migranti “Mare Nostrum”.
Debertolis ha aggiunto che l’Italia potrebbe ordinare una decina di questi
nuovi droni e che gli stessi potrebbero essere dotati di sistemi missilistici o
bombe. “I P.1HH sono abbastanza grandi da poter ospitare armi al loro interno”,
ha dichiarato il generale. Da drone-spia il velivolo diverrebbe così un
drone-killer, consentendo così all’Aeronautica italiana di intervenire in
Africa e Medio oriente con un micidiale sistema di morte. “Siamo intenzionati a
inviare una lettera d’intenti ad altri paesi partner per promuovere il
velivolo”, ha aggiunto il generale Claudio Debertolis. Secondo l’amministratore
delegato di Piaggio Industries, Alberto Galassi, lo “squalo martello” è pure il
migliore candidato per il programma dell’Unione europea di sviluppo di un
prototipo MALE (medium-altitude and long-endurance), cioè in grado di volare a
medie altitudine e per lungo tempo.
Il P.1HH “HammerHead” è la versione senza pilota del
bimotore P.180 prodotto dalle officine Piaggio e utilizzato in ambito civile e
militare da numerosi paesi al mondo. Con un’apertura alare di 15,5 metri, il
drone può raggiungere la quota di 13.700 metri e permanere in volo per più di
16 ore. La missione è gestita da una stazione di terra, collegata attraverso un
centro di comunicazione in linea di vista e via satellite che consente il
controllo remoto dei sistemi di navigazione dell’aeromobile. Il velivolo è
stato dotato da Selex ES (gruppo Finmeccanica) di torrette elettro-ottiche,
visori a raggi infrarossi e radar “Seaspray 7300”. L’azienda italiana ha pure
realizzato le apparecchiature di gestione e controllo del velivolo e del
segmento di terra, sulla base del sistema SkyISTAR ideato - come specifica
Selex - per “svolgere missioni di pattugliamento; intelligence, sorveglianza e
riconoscimento (ISR); individuare target puntuali e rispondere alle diverse
minacce che spaziano dagli attacchi terroristici all’immigrazione illegale,
alla protezione delle zone economiche esclusive, alle infrastrutture e siti
critici”.
L’annuncio del primo volo sperimentale dello “squalo
martello” da Trapani Birgi è stato fatto in occasione del Dubai Airshow 2013,
la fiera internazionale del settore aereo, civile e militare, tenutasi
recentemente negli Emirati Arabi Uniti. Dal 2006 Piaggio Industries è
controllata in buona parte da Mubadala Aerospace, società aerospaziale della
Mubadala Development Company, holding finanziaria del governo di Abu Dhabi e
partner del colosso Lockheed Martin (il produttore dei controversi
cacciabombardieri F-35 e del nuovo sistema di telecomunicazioni satellitari
MUOS della Marina militare USA) e di Alenia Aermacchi (Finmeccanica) per
realizzare i 48 velivoli d’addestramento M343 acquistati dagli Emirati. A fine
novembre 2013, Mubadala Aerospace ha accresciuto la sua quota in Piaggio Aereo
dal 33 al 41% a seguito di un aumento di capitale di 190 milioni di euro circa.
Contestualmente anche Tata Ltd., società con sede a Londra ma dipendente dal
gruppo indiano Tata, ha portato al 44,5% il proprio controllo azionario di
Piaggio, mentre l’investitore italiano Piero Ferrari è cresciuto dall’1 al 2%.
A vendere, il fondo d’investimento HDI, passato dal 33 al 12,5%.
Negli Emirati, Piaggio Aereo ha pure avviato una partnership
strategica con Adasi (Abu Dhabi Autonomous System Investments), holding
finanziaria con sede ad Abu Dhabi, per sviluppare un nuovo aereo pattugliatore
multiruolo per missioni di sorveglianza (Mmppaa - Multirole Patrol Aircraft).
L’accordo del valore di circa 100 milioni di euro prevede la progettazione e la
realizzazione di due prototipi entro la fine del 2014. Nonostante l’industria
aerea sia ormai in mano quasi esclusivamente a capitali arabi e indiani, il
contratto è stato inserito nell’ambito dei programmi di cooperazione militare
Italia-Emirati Arabi Uniti.
Il nuovo velivolo sarà destinato a missioni di sorveglianza
aerea, pattugliamento terrestre, costiero e marittimo e persino a comunicazioni
d’intelligence. L’Mmppaa avrà un’autonomia di volo di 10 ore, un raggio
operativo di oltre 6.100 km, una velocità di crociera di 650 km all’ora e verrà
equipaggiato con un radar di ricerca e sensori elettrottici ed infrarossi.