Mentre Milano fatica a dare una casa popolare alle
23 mila famiglie in graduatoria e alle 14 mila famiglie con sfratto in
esecuzione, i grandi costruttori tengono migliaia di alloggi nuovi vuoti nella
nostra città. Chiediamo che questo invenduto venga ricollocato ad un canone di
affitto socialmente sostenibile. Nel gennaio scorso “L’Altra Europa con
Tsipras” ha presentato all’Amministrazione comunale, ai sindacati inquilini e
all’intera città, una proposta organica in 7 punti finalizzata ad affrontare
l’emergenza casa a Milano. Nel mese di marzo abbiamo lanciato una petizione
contro la svendita di 10 mila alloggi popolari da parte di Aler; nelle settimane
scorse un appello a Regione Lombardia e
Comune di Milano affinché vengano sbloccate le domande in deroga per gli
sfrattati.
Ora poniamo a tutti la questione delle migliaia di
alloggi vuoti di proprietà dei grandi costruttori (anche di cooperative) che
nell’ultimo ventennio, aiutati dalle amministrazioni di centrodestra, hanno
cementificato il nostro territorio. È uno scandalo che va affrontato e da cui
dipende la credibilità della nuova amministrazione che vuole finalmente attrezzarsi
complessivamente sulla questione emergenza casa: proponiamo che si apra
immediatamente una trattativa con i costruttori e si metta conseguentemente sul
mercato buona parte dell’invenduto ai fini di locazioni a canoni sostenibili. La
nuova agenzia casa si attivi concretamente in questa direzione, facilitando e
accompagnando gli inquilini delle case popolari con redditi alti verso questi
alloggi o aiutando a trovare una collocazione abitativa agli stessi sfrattati che
rischiano di finire in strada.
Non è possibile che in un solo quartiere
(Adriano-Marelli) vi siano centinaia di appartamenti vuoti di proprietà di un solo
gruppo (Gefim S.p.a.) mentre lo stesso sta trattando con l’amministrazione
comunale per una variante che prevede la costruzione di un altro migliaio di case
destinate alla stessa sorte. Medesima situazione in tante altre aree della
nostra città, con costruttori che riempiono le cronache cittadine per i loro
disastri finanziari, per scambi di volumetrie, per il degrado che rischia il
loro patrimonio abbandonato sia abitativo che terziario.
Basta con la speculazione edilizia.
Si ponga riparo ai danni edilizi-urbanistici dell’ultimo
ventennio.
Che la città reagisca, che si metta in moto un ampio
movimento per riaffermare il diritto alla casa e denunciare le speculazioni di
immobiliaristi senza scrupoli.
Giovedì 18 giugno 2015 dalle ore 17,00 – via San Maurilio
21
Presidio davanti alla sede dei costruttori dell’Ance –
Assimprendil
dalle 18,30 nei giardini di piazza Borromeo (a 50 metri
dalla sede di Assimprendil)
incontro con i rappresentanti dei sindacati inquilini,
edili e confederali, associazioni e comitati, architetti e urbanisti, forze
politiche, consiglieri comunali e di zona.