MILANO PER SOLI RICCHI
di Davide Reina
Concordo su
quanto scritto su “Odissea” giovedì 2 dicembre scorso dal Professor Vitale,
come spesso mi accade.
Aggiungo che, da cinque anni, sostengo che
Milano si sta “Manhattanizzando”. Vale a dire, sta diventando una città
come Manhattan, verticale, esclusiva, per ricchi. Con relativa espulsione,
graduale ma inevitabile, non solo dei ceti bassi ma anche dei ceti medi.
È in atto, a Milano, una gigantesca
operazione di arricchimento immobiliare che si fonda sulla riconversione di
aree (come gli scali ferroviari) che, in pratica, vanno “in verticale” con
appartamenti che quando costano poco arrivano al milione di euro. Una cifra che nessun giovane, ma nemmeno nessun uomo o
donna pur anche dirigente, a meno di non avere un patrimonio alle spalle si può
permettere di spendere. Eppure gli
appartamenti dal milione in su si vendono sulla carta.
Due le ragioni:
1. investitori interni, dal resto d’Italia. Ogni
notaio, ogni imprenditore della provincia italiana, se deve acquistare un
immobile lo acquista unicamente a Milano. La ragione è che lo fa rendere con
AIRBNB, sfruttando le innumerevoli fiere ed eventi che stanno ripartendo,
oppure lo affitta. Con aspettative (finché dura la festa) che cresca
ulteriormente di valore.
2. investitori esteri. Pochi ricordano che,
nessuno degli ultimi tre governi, ha cancellato la legge vergognosa che
permette, a chi essendo cittadino estero sposti la propria residenza stabile in
Italia, di pagare una tassa forfettaria di 100.000 euro qualunque sia il suo
reddito dichiarato. Molti ricchi, anche residenti a Montecarlo, come in altre
nazioni europee, stanno spostando la propria residenza in Italia. Ma dove viene
a vivere un ricco con famiglia, se viene in Italia? A Milano. Milano è la Dubai
europea.
Il combinato disposto di questi due
fattori sta Manhattanizzando Milano. Non è un bello spettacolo. Ci vorrebbe un progetto urbanistico complessivo che, consapevole di questi fattori, li mitigasse fortemente (il secondo andrebbe,
per principio, abolito) con una nuova urbanistica popolare. Non sono ottimista, perché non vedo
nell'alta borghesia milanese né questa consapevolezza, né la volontà di opporsi
a questa deriva al fine di preservare una città vera, democratica, accessibile
a tutti i ceti sociali.
https://libertariam.blogspot.com/2021/12/dignita-per-milano-dimarco-vitale.html