AGNONE CITTÀ DI PACE
di
Francesco Mazziotta
Veduta di Agnone
Lettera
aperta al Sindaco, agli assessori e ai consiglieri del Comune di Agnone.
Il
tema della pace è sempre stato cruciale e decisivo nella storia, e lo è
particolarmente nel mondo contemporaneo. L’attuale situazione mondiale ha visto
negli ultimi anni aumentare vertiginosamente le spese per gli armamenti. L’Italia,
che non ha firmato il recente Trattato ONU per l’abolizione delle armi nucleari
(ratificato da 52 Stati e di cui primo firmatario è il Vaticano), entrato in
vigore il 22 gennaio 2021, nel 2019 si è posizionata dodicesima nella
classifica globale ed è quindi tra i Paesi del mondo che hanno speso di più,
avendo destinato, 28,8 miliardi alla spesa militare. Tale cifra equivale
all’1,4% del PIL ed è in crescita dello 0,8% sul 2018. Sono aumentate le spese
per gli armamenti, sono state tagliate le spese sociali. La pandemia ha reso
drammaticamente evidente tale contraddizione e ci ha fatto toccare con mano le
gravi carenze della sanità pubblica e territoriale, del sistema scolastico, della
formazione e della ricerca, specialmente nel Sud e nel nostro Molise. A fronte
di tutto ciò ogni cittadino responsabile è spinto a impegnarsi perché le nostre
forze politiche e i nostri governi smettano di tagliare lo stato sociale e comincino
a ridurre le ingenti somme destinate agli armamenti, per sostituire a un’economia
di guerra un’economia di solidarietà e di pace. Del resto è la stessa Costituzione,
nell’art. 11, a dirci con estrema chiarezza che “L’Italia ripudia la guerra
come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di
risoluzione delle controversie internazionali”. Alla luce della Carta Costituzionale,
dunque, il tema della pace torni al centro dell’agenda politica. Papa
Francesco, in occasione dell’incontro internazionale dei leader delle grandi
religioni mondiali, promosso dalla comunità di Sant’Egidio il 20 ottobre 2020,
ha affermato: “La pace è la priorità di ogni politica”
E ancora: “Quanti impugnano
la spada, magari credendo di risolvere in fretta situazioni difficili,
sperimenteranno su di sé, sui loro cari, sui loro Paesi, la morte che viene
dalla spada”; spiega Francesco: Il “basta” di Gesù “è una risposta senza
equivoci verso ogni violenza: un ‘basta!’ che “supera i secoli e giunge forte
fino a noi oggi: basta con le spade, le armi, la violenza, la guerra! Mai più la guerra! il grido sulla scorta del discorso
di San Paolo VI alle Nazioni Unite, nel 1965”. “Questa è l’implorazione di noi
tutti, degli uomini e delle donne di buona volontà. È il sogno di tutti i cercatori
e artigiani della pace, ben consapevoli che ogni guerra rende il mondo peggiore
di come l’ha trovato”.
Veduta di Agnone |
In
questa prospettiva ogni pensiero o parola o azione o iniziativa o gesto che
scaturisca dal valore della nonviolenza e che dia un contributo al diffondersi
di una cultura di pace, a partire dalla propria vita, dal proprio ambiente di
lavoro, dal proprio territorio, diventa un seme prezioso da coltivare. È dunque
con lo spirito costruttivo che nasce dal basso, da Associazioni di volontariato
che si spendono per il bene comune della nostra città, che si intende prendere
un’iniziativa simbolica, ma significativa che celebri il valore della
nonviolenza e che possa fare di Agnone una città della pace. Agnone, infatti, è
un centro capace di irradiare il valore della pace con la sua storia, con le
sue tradizioni religiose, culturali, civili, con le sue numerose chiese, il suo
centro storico, con il suo paesaggio, i suoi “suoni antichi”, i suoi campanili,
le sue campane, fuse peraltro nella locale Pontificia Fonderia. Del resto che
cosa più di una campana esprime l’ideale della pace? E che cosa più della pace
può caratterizzare la nostra cittadina, sia sotto il profilo etico e civile che
sotto il profilo dell’immagine da offrire all’esterno? Quanti turisti hanno
trovato o riscoperto nel paesaggio dell’Alto Molise e di Agnone la pace! Per
tutte queste ragioni le nostre Associazioni intendono rivolgere la seguente
proposta: Lavoriamo insieme in modo
creativo, mediante la promozione di iniziative e progetti, per fare di Agnone
una città di pace. Di qui nasce una prima concreta proposta di
installare alla base del monumento ai caduti del Comune di Agnone la seguente
scritta, tratta dalle parole di Papa Francesco, ispirate al valore della pace e
contro la guerra, di cui alcune pronunciate davanti al Sacrario di Redipuglia,
parole che si pongono in perfetta sintonia con l’art. 11 della Costituzione: “La
guerra è follia! /Per tutti i caduti dell’inutile strage, /
per
tutte le vittime della follia della guerra, /mai più la guerra! / Da ogni terra
si levi una voce: no alla guerra, no alla violenza, / sì al dialogo, sì alla
pace!”
Aratri non spade
Si rileva che la stessa
scritta è stata apposta alla base del monumento ai caduti di Monteleone di
Puglia, Comune all’avanguardia per quanto riguarda l’adesione a progetti di
pace, tanto che è stato onorato dalla presenza della figlia di un martire della
nonviolenza mondiale, Martin Luther King, Bernice Albertine, e di artisti che
hanno voluto rendere omaggio al paese, dipingendo nel centro abitato suggestivi
murales ispirati alla nonviolenza e alla pace. Del resto in Emilia-Romagna, a
Tolè (Vergato) una chiesa sacrario degli alpini, intitolata alla Madonna della
neve, ha ospitato ancora la scritta di cui sopra, fregiandosi in occasione
dell’inaugurazione, della presenza benedicente del cardinale di Bologna. Agnone,
dunque, con la realizzazione di questo semplice progetto, potrà essere nel
novero dei primi centri d’Italia a compiere una scelta, che oltre a caratterizzarne
meglio la sua storica vocazione alla pace, potrà riceverne un importante
ritorno di immagine. L’iniziativa, del resto, può rappresentare uno dei modi
più significativi e commoventi per ricordare e onorare i caduti della Prima
guerra mondiale e di tutte le guerre, affinché le ingiustizie, le violenze, gli
orrori bellici, le “inutili stragi” non si ripetano più e il monumento ai
caduti, nel testimoniare i lutti delle guerre e il sacrificio di interminabili schiere
di morti, si trasformi in un simbolo di speranza e in un inno alla pace e
all’unità della famiglia umana.
Aratri non spade |