GUERRE
di Franco Continolo
Prima di tornare alla questione israelo-palestinese, un
pensiero all’Ucraina, dove, scrive Gilbert Doctorow, c’è una novità: la Russia
ha iniziato a bombardare Avdeevka, la roccaforte da cui partono i
quotidiani colpi di artiglieria sulla città di Donetsk (e dintorni) che dista
14 chilometri. Sul perché solo ora Mosca si sia decisa, Doctorow fa
diverse ipotesi; di certo c’è che la conquista di queste città fortificate comporta
migliaia di vittime, tra civili e militari, e che per qualche motivo Mariupol e
Bachmut sono state giudicate prioritarie. A differenza dei cittadini di Gaza,
quelli di Avdeevka hanno una via d’uscita, prima che i russi attacchino in
forze; i palestinesi sanno invece benissimo che se abbandonassero Gaza, ammesso
e non concesso che l’Egitto li accolga, non rientrerebbero più nella loro terra
– sarebbe pulizia etnica. Un’altra differenza è che i combattenti palestinesi
non hanno alternativa all’asserragliarsi nella città – gli
ucraini invece trasformano arbitrariamente le città in
fortezze, facendosi scudo dei civili. Un’ultima differenza è che gli
israeliani si sono limitati finora a bombardare, senza rischiare i propri
uomini, e in questa occasione hanno aggiunto il taglio di cibo, acqua ed
energia elettrica, bloccando fra l'altro l’attività degli ospedali, o almeno di
quelli rimasti in piedi. Come nota Scott Ritter, per il momento Israele si
muove sull’esclusivo terreno dei crimini di guerra. Ovviamente anche i
palestinesi nell’attacco di sabato hanno compiuto crimini, tuttavia i media
nostrani hanno messo in secondo piano l’aspetto militare dell’operazione –
esemplare in proposito l’editoriale di Mieli. Diverso, osserva Doctorow in un
altro commento, il caso della televisione russa che ha dato molto più spazio
alle scene di carri armati dati alle fiamme, e di resa dei soldati israeliani.
Doctorow specula anche sugli sviluppi politici, e in questo senso trova
inquietante l’arrivo della flotta americana: si prepara la guerra all’Iran? A
sostegno di questa ipotesi c’è un articolo del WSJ che accusa Teheran di
aver aiutato con l'intelligence i palestinesi nell’attacco di
sabato. L’articolo è una patacca, scrive con buoni argomenti Bernhard di Moon
of Alabama, tuttavia esso è preoccupante perché esprime la volontà dei
neocon. Non è invece uno sviluppo politico significativo il fatto che l’UE sia
tornata sulla decisione di bloccare gli aiuti alla Palestina: solo un po’ meno
idiozia. È Alexandra Sharp nella Newsletter di Foreign
Policy a darne notizia.