L’avvertimento nucleare
di Putin
di Manlio Dinucci
Putin |
Allo stesso
tempo – sottolinea Putin – gli Usa,
uscendo dal Trattato Abm, hanno
schierato un sistema globale di «difesa missilistica» per neutralizzare la
capacità russa di rispondere a un first strike nucleare.
Sulla scia
dell’espansione della Nato ad Est, hanno installato siti missilistici in
Romania e in Polonia, mentre altri sistemi di lancio (di missili non solo
intercettori ma anche da attacco nucleare) sono su 18 navi da guerra dislocate
in aree vicine al territorio russo.
La Russia ha
più volte avvertito gli Stati uniti e gli stati europei membri della Nato che,
in risposta a tale schieramento, avrebbe adottato delle contromisure. «Nessuno
però ci ascoltava, quindi ora ascoltateci», avverte Putin. Passa quindi al
linguaggio della forza, l’unico evidentemente che capiscono a Washington. Dopo
aver ricordato che dopo il crollo dell’Urss la Russia aveva perso il 44,6% del
suo potenziale militare e che gli Usa e i loro alleati erano convinti che essa
non l’avrebbe più potuto ricostruire, Putin mostra su due grandi schermi i
nuovi tipi di armi strategiche sviluppati dalla Russia.
Un missile
da crociera lanciato dall’aria armato di testata nucleare, con raggio d’azione
praticamente illimitato essendo alimentato a energia nucleare, una rotta imprevedibile
e la capacità di penetrare attraverso qualsiasi difesa anti-missile. I missili
Kinzhal e Avangard con velocità ipersonica (oltre 10 volte quella del suono).
Il missile balistico intercontinentale Sarmat da 200 tonnellate su piattaforma
mobile, con raggio di 18000 km, armato di oltre 10 testate nucleari che
manovrano a velocità ipersonica per sfuggire ai missili intercettori. Un drone
sottomarino più veloce di un siluro che, alimentato a energia nucleare,
percorre distanze intercontinentali a grande profondità colpendo porti e
fortificazioni costiere con una testata nucleare di grande potenza. Putin
rivela le caratteristiche di tali armi perché sa che gli Stati uniti stanno
sviluppando armi analoghe e vuole avvertirli che la Russia ormai è al loro livello
o a un livello superiore. Ciò conferma che la corsa agli armamenti nucleari si
svolge non sulla quantità ma, sempre più, sulla qualità delle armi, ossia sul
tipo di vettori e sulle capacità offensive delle testate nucleari.
Conferma
allo stesso tempo il crescente pericolo che corriamo avendo sul nostro suolo
armi nucleari e installazioni strategiche Usa, come il Muos e il Jtags in
Sicilia.
Il ministro
degli esteri russo Lavrov denuncia che «Stati europei non-nucleari membri della
Nato, violando il Trattato di non-proliferazione, vengono addestrati dagli Usa
all’impiego di armi nucleari tattiche contro la Russia».
L’avvertimento
è chiaro, anche per l’Italia. Ma nessuno dei principali partiti ne ha preso
atto, cancellando dalla campagna elettorale,
con una sorta di tacito accordo, qualsiasi riferimento alla Nato e alle
armi nucleari. Come se ciò non avesse niente a che fare con il nostro futuro e
la nostra stessa vita.