di Roberto Pazzi
Roberto Pazzi |
Riprendiamo da “Echi Liberi”
la nota di Roberto Pazzi.
Ho una grande considerazione dell’ispirazione
morale che nutre la scrittura di Angelo Gaccione, da sempre allineato fra gli
scrittori non del tutto soddisfatti di quel che li pone in essere, la capacità
di dipingere con la parola l’informe del mondo e la sua nascosta creaturale
bellezza. Come se scrivere fosse sempre succedaneo soltanto dell’azione per
cambiarlo in meglio questo mondo, e mancasse sempre la completezza dell’azione.
Come se scrivere fosse insomma una imperfetta supplenza dell’azione efficace,
la politica.
Lo guardo
dall’altra parte della barricata, allineato fra quelli che non sentono questa
imperfezione della scrittura. E a volte lo invidio per il furore che freme
nelle sue pagine, a me così estraneo… Devo dire però che la lettura di questi
racconti mi ha messo addosso quel meraviglioso “accrescimento di vitalità” che
Leopardi riteneva il sigillo della Poesia. Sono bellissimi. Perché sono
terribili. Illuminano il male e la cattiveria degli uomini nella terra natia di
Gaccione, con una potenza di sguardo che a me rammenta solo Verga e Pirandello.
La ferocia del male testimoniato è da sé sola il più spietato j’accuse politico che si poteva
lanciare. Il male che è sempre sopraffazione del potente e ricco sul più povero
e inerme, volontà di dominio, sprezzo della purezza e innocenza, riduzione
delle persone a oggetto di possesso, volontà di stupro della Bellezza, golosità
cieca del piacere. E il Bene che lento e sordo si leva come un vento a
rispondere, seguendo tempi tutti suoi. È una scrittura quella di questi
racconti di cose. Lacrimae rerum, non
lacrimae hominum. Atto d’amore per la
sua terra nativa, questi racconti danno voce a coloro che non sapevano né
leggere né scrivere, al cosmo arcaico da cui Gaccione si sente eietto nella sua Milano del fare efficace. Eterno figlio prodigo
che torna a casa, dove lo aspettano gli umili avi, avvinti alla ruota della
loro disumana fatica di vivere, questi racconti sono per me un piccolo
gioiello, così in controtendenza con il miserabile microautobiografismo che
aduggia la narrativa italiana di oggi così sospesi in un’aura senza tempo né
età, come il mondo che descrive.
Angelo
Gaccione
L’incendio di Roccabruna
Di Felice Ed.
2019
Pagg. 120 €
12,00