STA FINENDO LA
CUCCAGNA?
di Luigi Caroli
Il potente politico
tedesco Schauble, intervistato dal Financial Times: Il
peccato originale del “discutibile” (Romano, ce l’ha con te?) processo di
costruzione europea fu l’aver creato una moneta comune senza comuni politiche economiche, del lavoro e sociali…
Avremmo dovuto fare prima passi più grandi verso l’integrazione, passi che
non si possono più fare perché non possiamo convincere gli Stati a farli.
E perché - aggiungo io - gli Stati sono diventati decisamente troppi!
Quattro, per esempio, sono entrati perché devono lavorare
per i tedeschi che vendono poi il prodotto finale!
Schauble racconta di aver proposto ai greci di “uscire dall’Euro per un
po’”, sia nel 2010 che nel 2015. Senza specificare all’intervistatore
“a che condizioni”. Dimenticando che l’85% dei soldi ricevuti dall’Europa dai
greci sono andati alle banche tedesche e francesi? E che il tasso era alticcio?
Solennemente e, da vero statista, conclude: se la
costruzione è sbilenca e irriformabile, quando c’è una crisi, servono
scelte difficili da fare in una democrazia. Sottintende forse che “ci vorrebbe un uomo forte”? Magari,
con i baffetti?
E se - per rinforzare i più deboli – restituisse qualcosa del tanto che la sbilenca costruzione ha
fruttato ai suoi compatrioti?
E voi, italici osservatori (con gli occhi chiusi), ve li ricordate (ne ho
ripetutamente parlato) Fubini, De Bortoli, Panebianco, il Direttore e lo stuolo
dei suoi vice del Corriere quando - quotidie - insistevano che era nostro
preciso dovere obbedire, senza fiatare, a tutto quello che stabilivano (senza
avercene prima parlato) il lussemburghese Juncker e i suoi incompetenti,
presuntuosi e antipatici commissari (il francese Moscovici, il lettone
Dombrovskis e la ineffabile addetta alla Concorrenza, la danese Margrethe
Vestager)?
Dopo che la Corte di Giustizia europea ha deciso che ella aveva avuto torto a bloccare gli aiuti che, su suggerimento
Bankitalia, una società italiana (creata proprio a quello scopo) si apprestava
a dare a quattro banche italiane in difficoltà, ha arrogantemente replicato che
era compito di Banca d’Italia evitare il fallimento delle banche italiane senza
obbedire al suo… suggerimento. Era il suo solo un parere…