di
Emilio Molinari
Sono
passati 8 anni e sembra un secolo per gente che ha perso la memoria. Eppure 8
anni fa, il 12/13 di giugno, 27 milioni di italiani si pronunciavano per
l'acqua pubblica. Un popolo si recò alle urne... un popolo vero, non sospinto
dai partiti che remavano tutti contro, non sollecitati dai talk show, quasi
tutti altrettanto contro... solo popolo e comitati e autorganizzazione dal
basso. 8 anni non sono il “decennale” ma forse vale la pena lo stesso di
celebrarlo questo anniversario, dal momento che in sordina il parlamento sta
cancellando la nostra legge di iniziativa popolare.
Celebrarlo
mentre l'Unicef e L'Organizzazione Mondiale della Sanità ci dicono che: 1
persona su 3 nel mondo non ha accesso ad acqua sicura da bere. Circa 2,2 miliardi
di persone nel mondo non hanno servizi di acqua potabile gestiti in sicurezza,
4,2 miliardi non hanno bagni gestiti in sicurezza e 3 miliardi non hanno
servizi di base per lavarsi le mani.
Si
muore per questo, si scappa dal proprio paese per questo.
Forse
mi illudo, ma forse è possibile promuovere una iniziativa pubblica, grande, con
tutti coloro che hanno continuato a lavorare per L'acqua diritto Umano e bene
Comune. Con gli intellettuali e gli artisti che generosamente ci diedero una
mano. Con i ragazzi che chiedono di fermare il riscaldamento della terra, con
il movimento delle donne eco-femminista, con chi mette in piazza con il Gay
Pride centinaia di migliaia di persone, con chi si batte per i diritti degli
emigranti, con i sindacati e i pensionati, con chi si riconosce nella Laudato
si’ di Papa Francesco. Con chi ha fede, con chi non ce l’ha e con chi per
un verso o per l'altro vuole: restare umano.
Perché
non si può restare indifferenti di fronte a un simile scempio
della
vita e della democrazia.
Quelli
dell'acqua hanno anticipato i grandi temi odierni dell'esaurirsi delle risorse
idriche, del clima e delle emigrazioni ambientali. E detto da tempo: salvare l'acqua è salvare il pianeta è salvare
la democrazia.
Salvare
il ciclo dell'acqua che dà la vita, salvarlo dagli inquinamenti, dagli abusi
del consumismo, dalle predazioni, dalle mani criminali delle multinazionali,
dal degrado della politica e dall'indifferenza che genera mostri. Senza
retorica, credo che con il 12 Giugno del 2011 abbiamo fatto storia, cultura,
linguaggio. Abbiamo parlato a tutti, eliminato divisioni e creato ponti tra
tante diversità. Bisogna celebrarlo oggi, quel referendum, anche se c'è poco da
celebrare visti i risultati, ma se non altro per ricordarlo a chi l'acqua l'ha
messa tra le sue 5 stelle e oggi governa ed è quindi doppiamente tenuto al
rispetto della volontà popolare. Celebrarlo, per dire a chi fa incrudelire il
popolo per governare... che il popolo italiano sull'acqua “senza padroni e
senza profitti”, si è già pronunciato unito: di destra, di sinistra,
sovranista, europeista... uomo o donna e leghisti compresi. Solo popolo... solo
umano.
Celebrarlo,
per dire non solo ai dirigenti, ma al popolo del PD, che non serve scaricare in
continuazione, dopo averli osannati, i propri segretari senza mai scaricare le
devastanti politiche perseguite.
Interrogatevi
una buona volta su quanto male avete fatto alla democrazia e a voi stessi,
perseguendo la svendita di tutto ciò che è pubblico e boicottando il voto
referendario. Cancellandolo avete perso l'unica occasione che vi veniva offerta
di fermare la vostra deriva. Non avete capito che ciò che si manifestava con
quel referendum così trasversale, così autonomo, era l'ultimo sussulto di
umanità, di solidarietà, di comunità, che il nostro popolo esprimeva, prima di
sprofondare nel livore, nell'egoismo, nel: prima gli italiani, prima casa mia.
Dite
ai vostri dirigenti che si dicono pentiti di aver abbandonato le classi sociali
meno abbienti, se non pensano debbano pentirsi per ciò che hanno determinato le
privatizzazioni... e la devastazione dello stato sociale.
Smarcatevi
da Salvini, sostenete la legge di iniziativa popolare sull'acqua pubblica.
Ripartite dalle città, dall'acqua, dal suo essere bene comune pubblico, dalla
sua sicurezza che è la salute. Fatevi promotori dell'unica grande opera di
civiltà e di cultura del diritto umano: quella di riparare la rete idrica
italiana che perde il 60% dell'acqua, proprio dove è gestita privatamente,
creando con questo nuovi posti di lavoro.
Le
nubi di destra sovrastano il paese? È vero e mi inquietano.
Ma
aver distrutto nella gente ogni idea collettiva, ogni idea di cosa pubblica e
svenduto ai privati beni e servizi fondamentali per poter vivere insieme, non
c'entra forse qualcosa con ciò che di nero si addensa all'orizzonte?
Ripensare
tutti dopo 8 anni al referendum sull'acqua, vuol dire ripensare alla politica,
quella vera, ripensare al popolo a quello... della Costituzione.
Io
non conto nulla, solo, penso di avere ancora fiato e diritto, di indignarmi per
tanti errori e tanta indifferenza.