CÉLINE E GLI UOMINI
di Angelo Gaccione
L. F. Céline |
Louis-Ferdinand Céline ha sporcato il suo onore di
uomo e di scrittore con la stesura di alcuni libercoli antisemiti: Bagatelles pour un massacre, L'École des
cadavres e Les Beaux draps. Da sempre le destre razziste e xenofobe
se ne fanno vanto e mettono in circolazione questi scritti nei modi più
diversi. E tuttavia lo scrittore francese ha contraddetto in maniera clamorosa
le idee aberranti contenute in quegli scritti. Ha usato la sua professione di
medico in maniera gratuita a favore di famiglie povere in diverse occasioni,
mostrando umanità e solidarietà. Di sicuro contraddicono quelle idee, certi
passaggi virulenti ed apertamente critici, di sapore anarchico, che si
riscontrano in quel capolavoro che è Viaggio al termine della notte, nei
confronti degli uomini e dei loro comportamenti. Alcuni di quei passaggi mi
sono tornati prepotenti alla memoria di recente, a seguito di fatti che mi
hanno riguardato; non ho potuto fare a meno di provare una dose di condivisione
verso le parole di Céline, e di comune amara sfiducia verso gli uomini. Per
fortuna il mio pessimismo non è così totale come il suo, ma chissà quante volte
è capitato di provare sentimenti simili a quelli espressi dallo scrittore con
queste parole: “(…) Non crederò mai più a quel che dicono, a quel che
pensano. È degli uomini, di essi soltanto, che bisogna aver paura”. Di altrettanta amara verità sono intrise
queste altre: “A
questo mondo ci sono per il povero due grandi modi
di crepare, sia con l’indifferenza assoluta dei suoi simili in tempo di pace, sia
con la loro passione omicida appena scoppiata la guerra”. Non
sempre per fortuna è così, non sempre.