A TITOLO
PERSONALE
di Angelo Gaccione
“È chi provoca le tragedie che non ricorda,
ma spesso anche chi le subisce”.
A. G.
Faccio
uso dello stesso titolo dello scritto di Romano Zipolini pubblicato oggi 12
febbraio 2024 in prima pagina su “Odissea” perché ne condivo ogni parola. Non
avrei nulla da aggiungere a quanto lui ha così rigorosamente e con precisione
scritto in merito alle foibe che sono divenute, da quando vecchi e nuovi fascisti
hanno rialzato la cresta, un pretesto per intorbidire le acque e tentare di
rifarsi una verginità che non hanno, agli occhi degli opportunisti e degli
ignoranti. Proprio loro, cioè vecchi e nuovi fascisti (e per quanto mi riguarda
ci aggiungo i vecchi e i nuovi guerrafondai di ogni pelo) che sono stati la
causa storica e scatenante dell’odio che ha portato alle foibe, se ne
vorrebbero tirare fuori per far dimenticare la loro responsabilità storica che li
ha messi definitivamente alla gogna, e che nessun gioco di prestigio può
cancellare. Potranno mestare quando vogliono, ma le vicende storiche inchiodano
vecchi e nuovi fascisti, vecchi e nuovi guerrafondai, opportunisti,
voltagabbana ed ignoranti (merce avariata, ma sempre disponibile sul mercato a
prezzi bassi), alle loro criminose responsabilità. Infatti le foibe non sono
nate dal nulla, come dal nulla non nasce mai nulla come sanno bene,
opportunisti, ignoranti e guerrafondai. C’è stato il fascismo e ci sono state
le foibe; si è sparso odio nazionalista che ha generato altro odio
nazionalista, ci sono stati guerrafondai le cui azioni sono state alimentate
dalla propaganda guerrafondaia, che a sua volta ha alimentato risentimenti e
azioni guerrafondaie. Né più né meno come sta avvenendo oggi. La barbarie della
guerra crea barbarie, lo sappiamo da sempre. E invece di riflettere su quanto è
avvenuto e trarre qualche insegnamento per evitare altre tragedie, altre foibe,
altri odi, altri genocidi, altre Hiroshima e Nagasaki, si getta benzina sul
fuoco, si fa finta di non sapere e ci si comporta da opportunisti e da stupidi.
Ha ragione Paul Morand, “la storia si ripete sempre, come un idiota”. La
coazione a ripetere di questo idiota, più noto come bipede, ha
dell’incredibile. Ci si arma fino ai denti, si commercia in armi di distruzione
e di morte in ogni dove, si spingono i nazionalismi a diventare sempre più
aberranti e criminosi, si alimentano gli odi invece di spegnerli, si votano
aiuti militari alle parti in conflitto invece di intraprendere una via di buon
senso fatta di diplomazia seria e di trattativa per redimere i contrasti, si
grida al tanto peggio tanto meglio e si fa finta di non sapere che tutto questo
produca spaventose conseguenze. Gli idioti e gli opportunisti che ci governano
sanno bene che queste loro scelte provocano rovine, come lo sanno i
guerrafondai e la quasi totalità della stampa che li supporta per servilismo, e
gli indifferenti per ignavia. Ma questa volta non sono nuove foibe che stanno
preparando, stanno preparando l’apocalisse, la cancellazione del genere umano. Di
noi che ci opponiamo, ma anche di loro stessi, e questa è la nostra unica
consolazione. È opinione diffusa che per come l’Europa, gli angloamericani e le
altre nazioni cosiddette libere stanno gestendo il conflitto russo-ucraino, le
probabilità di un conflitto nucleare sono diventate altissime. Lo sanno a Roma
come lo sanno a Washington, lo sanno a Bruxelles come lo sanno a Londra, a
Mosca, a Pechino, ma alimentano l’incendio. La causa di quel che sta accadendo
sono loro, come loro è la responsabilità di quanto di innominabile
accadrà; lo sappiamo tutti ora e non ci saranno scuse per future autoassoluzioni
né per guerrafondai, né per opportunisti, né per ignoranti. È probabile che non
lo potranno raccontare né gli storici né i gazzettieri; né si potranno
rinfacciare le colpe i capi di Stato e di Governo. E forse è meglio così. Se
gli esemplari sono quelli che hanno retto le sorti del mondo dalla fine della
Seconda guerra mondiale in poi, in perfetta continuità criminale con coloro che
le guerre, le foibe e i campi sterminio li avevano preparati, è giusto che i
bipedi scompaiano una volta per sempre dalla faccia della terra, travolti dal
diluvio che stanno preparando.