PER IL CHIESE E PER L’IDRO
di
Marzia Borzi
Brescia. Il popolo del Chiese torna in piazza contro il mega progetto del depuratore del Garda.
Un fiume di persone ha inondato Brescia
nel pomeriggio di sabato 13 aprile per partecipare alla grande manifestazione
unitaria “Per la difesa del Fiume
Chiese e dei laghi d’Idro e Garda. No al folle progetto dei depuratori
gardesani nel bacino del Chiese”, organizzata dal Presidio 9 agosto e dalla
Federazione delle associazioni che amano il fiume Chiese e il suo lago d’Idro.
Un evento unitario che ha visto la presenza di 2000 partecipanti, 50
associazioni, 10 sindaci, ecologisti, volontari, tante famiglie e semplici
cittadini, tutti uniti per urlare un secco No alla costruzione di una
nefanda opera che devasterebbe un intero territorio e minerebbe l’ecosistema
del fiume Chiese. La storia del depuratore del Garda è tristemente nota e
risale al 2018 allorquando si inizia a parlare di un impianto di depurazione
per il Lago di Garda, impianto che dovrebbe sostituire quello attuale costruito negli anni Settanta e che
ha un unico punto di raccolta finale a Peschiera
del Garda con scarico sul fiume Mincio.
Per far fronte a questa situazione, si presenta un progetto che ha dell’incredibile: anziché provvedere alla manutenzione, al potenziamento e al miglioramento del depuratore esistente a Peschiera, peraltro costruito ai tempi con il supporto economico anche dei Comuni gardesani della Provincia di Brescia, la politica estrae dal cappello l’idea di scavalcare le colline moreniche – superando un dislivello di 150 metri – e trasferire con un mega sistema di pompaggio, anche molto dispendioso a livello energetico, tutti i reflui fognari nel fiume Chiese, corpo idrico che nulla ha a che vedere con il Garda, facendoli confluire in due nuovi maxi impianti: uno più a nord, in località Gavardo, il secondo a Montichiari. Costo del progetto? 230 milioni di euro (lievitati in tempi recenti ad oltre 500) 100 milioni erogati dal ministero delle Infrastrutture, gli altri “oneri di sistema”, cioè che verranno addebitati sulle bollette degli utenti.
La prima grossa falla all’assurdo progetto viene dal Testo Unico in materia ambientale che esclude la possibilità di trasferire i reflui da territorio ad un altro (in questo caso, dal Garda al Chiese) e impone che questi restino nel bacino di provenienza. Ne nasce dunque un lungo braccio di ferro tra associazioni ambientaliste, cittadini dei Comuni sull’asta del Chiese, e un certo tipo di Politica quella che pretende di imporre i propri interessi personali a discapito dei territori. Per far fronte a questa deriva antidemocratica nasce perciò, nel 2018, la Federazione delle associazioni che amano il Fiume Chiese e il suo lago d’Idro, un vero e proprio processo culturale partito con un obiettivo unico: riuscire a infondere in ogni comunità dei 160 chilometri dell'asta del Chiese la cultura del rispetto del deflusso ecologico, la consapevolezza che il Fiume Chiese e il lago d’Idro siano un unico corpo idrico e che, in quanto tali, vadano tutelati e gestiti con oculatezza e, dal 9 agosto 2021, in piazza Broletto a Brescia, il Presidio Nove Agosto, nato in seguito alla decisione del Governo Draghi di nominare un commissario, l’allora prefetto di Brescia Visconti, che ponesse fine ad anni di discussioni scegliendo l’opzione Gavardo Montichiari per la costruzione del Mega depuratore del Garda.
Ed è proprio davanti al Presidio 9 Agosto, dove da oltre 1000 giorni centinaia di persone, ininterrottamente, portano avanti una resistenza pacifica ma tenace che la grande manifestazione è arrivata dopo aver percorso da Largo Formentone il centro storico di Brescia. Dieci anche i Sindaci presenti alla manifestazione, Primi Cittadini come quelli di Idro, Gavardo, Montichiari e Remedello, (i cosiddetti Sindaci ricorrenti per i vari ricorsi presentati negli ultimi anni contro il progetto) dalle sensibilità politiche diverse ma tutti uniti nel fare fronte comune a difesa del fiume Chiese e del lago d’Idro.
«Su iniziativa e organizzazione congiunta
della scrivente Federazione e del “Presidio 9 agosto” – ha dichiarato il
Presidente della Federazione Gianluca Bordiga - oggi pomeriggio sabato 13
aprile 2024 a Brescia ha avuto luogo una grande Manifestazione Unitaria che
aveva lo scopo di unire il grido di denuncia sempre più forte, popolare e
accorato dell’intero corpo idrico del Chiese sui due gravissimi progetti di
riportare nuovamente lo splendido Lago d’Idro ad essere gestito e utilizzato
come se fosse un mero serbatoio, e di trasformare il corpo idrico del Chiese
nello Sciacquone della sponda occidentale del lago di Garda, che vorrebbe
trasferire nel fiume la sua depurazione dei reflui fognari.
Una delle ragioni esistenziali della scrivente Federazione è quella di rendere consapevoli tutte le 31 Comunità dei rispettivi 31 Comuni del corpo idrico del Chiese che per respingere ogni ipotesi di sfruttamento innaturale e abnorme delle acque splendide di questo grande corpo idrico serve assolutamente la più ampia unità di queste popolazioni del fiume Chiese e del suo lago d’Idro, perché se si respinge il progetto secolare della politica di Regione Lombardia che vorrebbe piegare perennemente questo lago ad essere mortificato come se fosse un mero serbatoio, oltre a salvare definitivamente questo lago, si fa diventare anche molto più forte l'opposizione al progetto di trasferire nel fiume Chiese la depurazione gardesana, che altrimenti lo porterebbe perennemente ad essere a rischio di morte biologica e per evitare questo attuerebbero prelievi abnormi dal lago per necessità di garantire la salubrità del fiume.
Oggi a Brescia, grazie a una partecipazione meravigliosa di oltre duemila persone venute dai 31 Comuni e molti Sindaci del corpo idrico, questo grido di opposizione a questi due concetti speculativi è stato accorato e forte, molto forte. È impossibile che le Autorità preposte a queste responsabilità non lo abbiano sentito».
L'intervento di Gianluca Bordiga |