QUALE LIBERAZIONE?
25
Aprile: chi ha titolo per parlare di liberazione e antifascismo? La TAV sotto
l’Appennino fa rima con Resistenza? La
sua condotta è stata definita dalla Corte dei Conti della Toscana “gravemente colposa” perché “agendo con censurabile superficialità,
insolita pervicacia ed in violazione ad elementari norme di diligenza, - pur
avendo un’adeguata conoscenza dell’opera e delle conseguenze che avrebbe
causato alle risorse idriche, in virtù della consistente mole di informazioni
pervenute nella fase istruttoria e volutamente trascurate o non adeguatamente
veicolate, - procedette all’approvazione dei progetti” di
sottoattraversamento TAV dell’Appennino tosco-emiliano. Per il danno erariale e
ambientale, con sentenza n. 273 del 31 maggio 2012 è stato prosciolto
ma solo per intervenuta prescrizione, che non risulta peraltro essere stata
impugnata.
Negli anni Novanta del secolo scorso, quando furono
approvati a dispetto delle proteste delle popolazioni quei progetti sciagurati,
forieri dell’ingente impoverimento idrogeologico accertato poi dalla Corte a Monte
Morello, in Mugello e in Alto Mugello, aveva coperto il ruolo di presidente della giunta regionale della
Toscana, prima di Claudio Martini, Enrico Rossi e Eugenio Giani. Oggi Vannino Chiti è presidente dell’Istituto storico
della Resistenza in Toscana. Da quella tribuna può celebrare il 25 Aprile e
ricordare a tutti noi che “la Resistenza,
e i valori dell’antifascismo, se vogliamo sentirli come attuali come sono
dentro la Costituzione, bisogna che siano una memoria viva, non assegnata a qualche
rigo sul libro di testo di storia”.
Peccato
che la memoria viva degli abitanti di
Firenzuola, Borgo San Lorenzo, Scarperia, San Piero a Sieve, Vaglia e Sesto
Fiorentino sia fatta di qualcos’altro: danni, oltraggi e umiliazioni che poco
sembrano avere a che fare coi valori della Resistenza e della Costituzione! Provate
a chiedere ai sindaci del Mugello dell’epoca in che conto furono tenute da quel
presidente le ragionevoli obiezioni delle popolazioni e degli amministratori
pubblici al progetto, e le argomentazioni tecniche della squadra di studiosi
chiamata ad effettuare un’opera approfondita, interdisciplinare, di analisi e
di proposizione di scenari alternativi. Chiedete loro, o a qualsiasi cittadino
del Mugello, o leggete su qualunque cronaca del tempo, a quali condizioni
furono alla fine costretti tutti a piegarsi: venne chiarito che il progetto
sarebbe stato approvato comunque, per decreto, e che i Comuni recalcitranti non
avrebbero ricevuto le ‘compensazioni’ con cui si puntava a comprare il consenso
delle comunità. Possiamo definire questo un processo decisionale ispirato a una
cultura democratica? Quanto alla ricorrenza del 25 Aprile, non sarebbe poi del
tutto inappropriato interrogarsi su cosa è accaduto, in quel 1945, anche in
altre regioni e popolazioni presto dimenticate. Provate a chiedere a Trieste e
in Venezia Giulia cosa è capitato ai combattenti per la liberazione, passati
dalla lotta all’occupazione nazi-fascista al lungo incubo della ‘liberazione’
titina!
Un
gruppo di insegnanti fiorentini ha compiuto sulle fonti e nei luoghi di quella
pagina tragica, assieme a più classi di studenti dell’ITI-IPIA ‘Leonardo da
Vinci’ e con l’aiuto degli esuli istriani, giuliani, fiumani e dalmati in Toscana,
un’opera di recupero della verità storica (a proposito di retorica dell’
‘antifascismo’) che solo l’ANPI d’Oltrarno, nella persona del suo presidente,
il partigiano ‘Foco’ Enio Sardelli, ha saputo subito apprezzare a valorizzare.
Fino al punto di incontrarsi e abbracciarsi con la responsabile fiorentina
dell’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, Myriam Andreatini.
Correva l’anno 2007. Qualche anno prima ‘Foco’ aveva voluto premiare con
un’iscrizione ad honorem all’ANPI uno degli insegnanti che avevano accompagnato
la scuola alla scoperta della storia ‘in diretta’. Associazione di volontariato Idra
Un
gruppo di insegnanti fiorentini ha compiuto sulle fonti e nei luoghi di quella
pagina tragica, assieme a più classi di studenti dell’ITI-IPIA ‘Leonardo da
Vinci’ e con l’aiuto degli esuli istriani, giuliani, fiumani e dalmati in Toscana,
un’opera di recupero della verità storica (a proposito di retorica dell’
‘antifascismo’) che solo l’ANPI d’Oltrarno, nella persona del suo presidente,
il partigiano ‘Foco’ Enio Sardelli, ha saputo subito apprezzare a valorizzare.
Fino al punto di incontrarsi e abbracciarsi con la responsabile fiorentina
dell’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, Myriam Andreatini.
Correva l’anno 2007. Qualche anno prima ‘Foco’ aveva voluto premiare con
un’iscrizione ad honorem all’ANPI uno degli insegnanti che avevano accompagnato
la scuola alla scoperta della storia ‘in diretta’.