Militari siciliani alla guerra nel poligono
sardo di Capo Teulada
di Antonio Mazzeo
Migliaia di
bombe, ogive e missili sono stati esplosi durante le esercitazioni che da oltre
mezzo secolo le forze armate italiane e straniere effettuano nel poligono di Capo
Teulada, Sardegna sud-occidentale, uno dei più estesi di tutto il territorio
nazionale, 7.200 ettari circa. Giochi di guerra che hanno disseminato in un
territorio unico dal punto di vista paesaggistico e naturale sostanze
cancerogene e veleni mortali. Nonostante le proteste delle popolazioni locali,
le azioni dirette dei movimenti No war, decine di mozioni ed interrogazioni
parlamentari e le recenti inchieste giudiziarie, a Capo Teulada, reparti
provenienti da ogni parte d’Italia e dai paesi dell’Alleanza atlantica
continuano a sparare e spareranno ancora sino alla prossima estate. Dal 1° al
26 aprile sarà la volta delle unità e dei mezzi della Brigata Meccanizzata
“Aosta”, di stanza in Sicilia. Il 26 marzo, decine di blindati e cingolati
hanno lasciato il porto di Messina per la Sardegna, a bordo della nave “Maior”
di proprietà della compagnia di navigazione “Levantina Trasporti” di Bari, che
il Ministero della Difesa affitta dal 1992 per trasportare armi ed esplosivi in
Italia e all’estero.
Da quando è stata trasformata in uno dei reparti d’élite
delle forze armate italiane per le operazioni di pronto intervento, la Brigata
“Aosta” ha scelto Capo Teulada come il luogo dove testare sistemi d’arma e
strategie d’attacco perlomeno due volte l’anno. La prima grande esercitazione a
fuoco dei reparti siciliani risale al maggio-giugno 2005 (nome in codice
Cardega 2005). Al tempo fu ancora la nave “Maior” a sbarcare nel porto di
Sant’Antioco 180 mezzi ruotati, 24 cingolati, 13 autoblindo e 700 uomini e
donne della Brigata “Aosta”. “Le attività a Capo Teulada sono state finalizzate
all’affinamento delle procedure che, dal maggio 2006 e per sei mesi, l’Aosta
dovrà attuare in Kosovo”, riferì il portavoce dell’Esercito. “Le tre settimane
trascorse in Sardegna hanno consentito di mettere in atto un intenso programma
addestrativo: tiri con armi portatili e di reparto diurni e notturni; tiri con
mitragliatrice Browning; esercitazioni a fuoco di squadre e plotoni fucilieri
meccanizzati e blindo; scuole tiro con mortai pesanti, artiglieria e sistemi
d’arma Folgore; addestramento all’impiego di esplosivi, ecc.”. Stavolta i
reparti dell’Aosta raggiungono la Sardegna con i blindati leggeri di nuova
generazione Iveco VTLM “Lince”, i veicoli corazzati da combattimento Oto Melara
VCC-1/2, gli autoblindo 8x8 “Centauro”.
Contro la prossima campagna di esplosioni e bombardamenti
si sta mobilitando la rete No basi – né qui né altrove che annuncia azioni di
disturbo, come quelle intraprese nell’aprile 2014, quando centinaia di attivisti
riuscirono a bloccare per alcune ore il passaggio dei blindati diretti a Capo
Teulada. “In questi giorni teniamo d’occhio i porti e le strade verso il
poligono, pronti a ostacolare i movimenti e le manovre dei mezzi della brigata
proveniente dalla Sicilia”, spiegano i portavoce del movimento. “Il 19 novembre
2014 abbiamo cercato d’impedire lo spostamento dei mezzi militari dal porto di
Sant’Antioco al poligono di Teulada, mentre il 5 dicembre, durante una
manifestazione lungo il perimetro della base, varie irruzioni attraverso varchi
praticati nei
reticolati hanno provocato il blocco delle esercitazioni.
Ancora il 20 dicembre,
un gruppo di manifestanti ha fatto irruzione all’interno
del perimetro del
poligono militare di Teulada”.
I danni ambientali e alla salute delle popolazioni che
risiedono nei pressi del poligono e gli effetti negativi sull’economia locale
sono sotto gli occhi di tutti da tempi remoti, ciononostante il Ministero della
difesa si ostina a non voler trovare soluzioni alternative all’uso di Capo
Teulada o quanto meno a ridurre il numero e il peso delle esercitazioni
nell’area. Durante una recente campagna di rilevamento di sostanze inquinanti
all’interno dell’area del poligono, sono state riscontrate percentuali di Torio
232 (elemento radioattivo la cui esposizione a medio e lungo termine è
cancerogena per l’uomo), superiori da 10 a 20 volte a quelle presenti
normalmente nell’ambiente naturale. L’1 dicembre 2005, l’allora sen. Mario
Bulgarelli dei Verdi, in un’interrogazione al Ministro della difesa, riferì che
nel corso di una riunione del Comitato misto paritetico per le servitù militari
della Sardegna, le autorità militari ammisero che “nelle 335 esercitazioni
effettuate nel 2004 a Capo Teulada furono impiegati in particolare 140 missili
anticarro Milan e 49 missili Tow, entrambi contenenti amianto e torina,
sostanze altamente tossiche, in grado di provocare l’inquinamento del terreno,
delle falde e delle piante”. Nella stessa riunione, fu pure riconosciuto
“l’utilizzo, a fini addestrativi, di fosforo bianco, secondo le tecniche
d’attacco messe in atto dagli Usa in occasione dell’assedio di Falluja, in
Iraq”.
Numerosi poi gli incendi all’interno del poligono
generati dalle esercitazioni a fuoco (l’ultimo è avvenuto nell’ottobre 2014,
nel corso delle “operazioni di tiro con le armi di piccolo calibro - 7.62 mm -
da bordo degli elicotteri”, come dichiarato dal Ministero della difesa) o gli
“incidenti” che hanno coinvolto la popolazione civile e le imbarcazioni di
pescatori delle marinerie dei comuni di Teulada e Sant’Anna Arresi.
“Il poligono militare di Capo Teulada viene considerato
dalle Forze armate un’area unica in Italia, in quanto consente lo svolgimento
di fondamentali attività addestrative delle Forze terrestri presenti in
Sardegna e delle unità Alleate”, riporta l’Indagine conoscitiva sulle servitù
militari della Commissione difesa della Camera dei deputati (2007). “Il
poligono assicura ogni anno l’addestramento dei volontari per renderli idonei
ad ogni tipologia di impiego operativo in patria e all’estero, supportando le
Brigate in approntamento per operazioni internazionali”.
Il grande poligono sardo è suddiviso in quattro aree
addestrative (Alfa, Bravo, Charlie e Delta) e in una zona d’installazioni
permanenti che fa capo alla Caserma S. Pisano. L’area Alfa è percorribile da
ruotati e cingolati e consente lo svolgimento di attività a livello di gruppo
tattico, aereocooperazione, schieramento di artiglierie e aviolancio. L’area
collinare Bravo contiene al suo interno il poligono di tiro per armi
individuali e di reparto di Portu Tramatzu ed è utilizzata per lo svolgimento
di attività con armi di reparto, mortai, mitragliatrici, nonché per lo
schieramento di artiglierie. L’area Charlie, costituita da un costone collinoso
e da una zona pianeggiante, permette lo svolgimento di attività a fuoco di
complesso minore, lo schieramento di mortai, l’impiego di unità anfibie nonché
attività concernenti la scuola di tiro per missili teleguidati. Infine l’area
Delta, costituita da una penisola interdetta al transito dei mezzi e delle
persone per la presenza di residuati esplosivi, utilizzata però come area
d’arrivo per colpi di mortaio ed artiglierie, missili, sganci d’emergenza di
aerei e per tiri navali contro costa e bombardamenti aerei. Nelle intenzioni
delle forze armate, Capo Teulada potrebbe divenire presto pure un poligono
interforze per la sperimentazione dei velivoli senza pilota di ultima
generazione. Due anni fa sono stati avviati al suo interno lavori di
sbancamento e realizzazione di una rampa per il decollo e l’atterraggio dei
droni militari. Sui veleni disseminati dalle forze armate a Capo Teulada, nel
settembre 2013 è stata avviata un’inchiesta da parte della Procura di Cagliari.
La scorsa estate i magistrati hanno ordinato alle forze armate di avviare gli
interventi di bonifica ambientale di un’area del poligono, con la rimozione
degli ordigni inesplosi e degli innumerevoli residuati metallici dispersi. Per
tale compito era stata predisposta una task force composta da personale specializzato
del 5° reggimento genio dell’Esercito di Macomer (Nuoro) e del 7° reggimento di
Difesa NBC (Nucleare, Batteriologica e Chimica) di Civitavecchia. Gli esiti
sono del tutto ignoti; di contro le esercitazioni a fuoco di carri armati e
cannoni sono proseguite da allora sino ad oggi, ininterrottamente, giorno e
notte.