Rischi liquefazione da terremoti
per il costruendo Porto di Tremestieri
di Antonio Mazzeo
Gravi
criticità ed errori progettuali, sovraesposizione ai venti e ai marosi,
innumerevoli inabissamenti. Nasce a Messina proprio sotto una cattiva stella il
nuovo approdo di Tremestieri che nelle intenzioni di amministratori, armatori e
autorità portuale dovrebbe contribuire a liberare il centro storico dal
transito dei tir ma che ha già divorato enormi risorse pubbliche. Sino ad oggi
sotto accusa c’era la superficialità degli studi di fattibilità e
localizzazione della megainfrastruttura in un’area dello Stretto non idonea.
Adesso si scopre pure che progettisti e amministrazioni locali erano stati
inutilmente allertati sul rischio che le costruende opere portuali possano
cedere durante eventi sismici di non elevate intensità.
Il 18 dicembre 2009
l’assemblea generale del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici (presidente
tale Angelo Balducci, una condanna definitiva a tre anni ed otto mesi per i
reati di corruzione aggravata ed atti contrari ai doveri d’ufficio nell’appalto
per la Scuola allievi carabinieri di Firenze e, in primo grado, a nove mesi con
pena sospesa per concorso in rivelazione ed utilizzazione di segreti d’ufficio
per gli appalti dei Grandi Eventi come il G8 a La Maddalena e i Campionati di
nuoto a Roma nel 2009) approvava il Piano Regolatore Generale del Porto di
Messina in cui erano integrate le opere previste per la realizzazione della
“Piattaforma logistica intermodale di Tremestieri con annesso scalo portuale”
(importo complessivo 73.579.820 euro). Soffermandosi sulle scelte di
localizzazione del nuovo porto a sud della città, il Consiglio Superiore
rilevava come nella redazione e approvazione del progetto preliminare di
Tremestieri erano stati prodotti ben tre diversi documenti relativi agli
aspetti geotecnici. Nello specifico, in un primo documento dal titolo Studio
geologico-tecnico erano descritte le indagini e le prove geotecniche con
un’elaborazione dei risultati. In un secondo documento (Relazione di calcolo
delle opere marittime) erano trattati il dimensionamento geotecnico delle
opere, la caratterizzazione geotecnica dei terreni presenti nell’area e alcune
verifiche di stabilità globale. Infine, al progetto preliminare era allegata
una Relazione geotecnica che comprendeva la caratterizzazione geotecnica dei
terreni e le analisi per la valutazione della stabilità in condizioni sismiche
dell’area di Tremestieri. “La distribuzione in diversi documenti degli aspetti
geotecnici del progetto non si presta solo a rilievi di carattere formale,
perché la normativa prescrive che questi, trattati unitariamente, siano oggetto
di un unico elaborato”, ammonivano i componenti dell’Assemblea generale del
Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. “Si evidenzia così la presenza, con
riferimento alle stesse opere, di ben tre diverse caratterizzazioni geotecniche
e tre diversi modelli di sottosuolo, che costituiscono elementi progettuali
importanti e che devono essere definiti univocamente per le ovvie implicazioni sulla
sicurezza delle opere”.
Per approfondire i
delicati aspetti geologici dell’area per la nuova piattaforma logistica
intermodale, il Consiglio Superiore preferiva soffermarsi sugli aspetti messi
in evidenza dalla Relazione geotecnica, ritenuta “più esaustiva e convincente”
nella caratterizzazione fisico-meccanica dei terreni, ma anche perché in tale
relazione erano trattati i problemi, del tutto prioritari nell’area dello
Stretto, riguardanti la stabilità del territorio sotto azioni sismiche severe.
“A questo proposito, la citata relazione evidenzia chiaramente come i terreni
presenti nell’area portuale presentino rischi di liquefazione sotto sisma, se
si riferisce allo stato limite di salvaguardia della vita umana”, stigmatizzava
l’organo dipendente del Ministero dei Lavori Pubblici. “Per lo stesso stato
limite anche il pendio sottomarino risulta instabile. Inoltre, se si
considerano i possibili incrementi di pressione interstiziale indotti dal sisma
nel sottosuolo, le condizioni di stabilità potrebbero venire meno anche per
bassi valori dell’accelerazione sismica”. Per esemplificare il linguaggio
tecnico, per le costruende opere di Tremestieri è altissimo il pericolo che
eventi sismici anche lievi possano produrre la cosiddetta “liquefazione” del
terreno, esattamente come già accaduto per i terremoti nel centro-nord in
Italia nel 2012 e nell’agosto 2016. “Il fenomeno della liquefazione del suolo è
strettamente connesso alla natura del terreno della zona dove si verifica il
terremoto”, riportano i testi scientifici in materia. In pratica, può accadere
che un sedimento sottoposto a pressione e vibrazione perda temporaneamente
resistenza e si comporti come un liquido denso. Questo può accadere su terreni
sabbiosi o argillosi e in zone ricche d’acqua, con conseguenze più o meno gravi: improvvise
valanghe di fango (se la liquefazione interessa un versante collinare);
cedimento di edifici, crolli, ecc..
“Alla luce di queste
valutazioni e tenuto conto anche di alcune considerazioni conclusive della
Relazione di calcolo delle opere marittime, inerenti la stabilità di alcune
porzioni delle opere foranee, non sembrano sussistere le necessarie condizioni
di sicurezza nelle aree interessate dalle nuove opere, tenuto conto
dell’elevata sismicità della zona, e non risulta verificata la fattibilità
delle opere in progetto”, concludeva la relazione del Consiglio Superiore dei
Lavori Pubblici che però approvava il Piano regolatore del Porto di Messina. “A
questo proposito, a parere di questo Consesso, è necessario riesaminare
attentamente le soluzioni progettuali e i metodi e i modelli adottati per le
verifiche geotecniche, non escludendo la necessità di adeguati interventi di
miglioramento del terreno, propedeutici all’esecuzione delle nuove opere”.
Dal dicembre 2009 ad oggi
non sembra siano stati fatti molti passi in avanti per mettere in sicurezza il
nuovo Porto di Tremestieri dai frequentissimi e devastanti eventi sismici che
caratterizzano l’area dello Stretto. “Le previsioni del Piano Regolatore dei
Porti di Messina (PRP) contemplano la realizzazione, a terra, di opere ed
infrastrutture che incideranno in maniera rilevante su terreni di fondazione, i
quali, da indagini e studi effettuati, risultano suscettibili alla liquefazione
sotto azione sismica a causa della particolare stratigrafia e litologia, come
peraltro evidenziato dal Consiglio Superiore LL.PP. con voto n. 51/2009 del
18/12/2009”, osserva Leonardo Santoro, ingegnere capo del Genio Civile di
Messina in una nota inviata il 26 ottobre scorso all’Autorità portuale, al
Dipartimento Politiche del Territorio del Comune di Messina e all’Assessorato
Ambiente e Territorio della Regione Siciliana, oggetto Procedura di valutazione
ambientale strategica del PRP di Messina e Tremestieri. “Dal raffronto fra le
previsioni della variante ambientale al PRG di Messina e gli elaborati del PRP
risulta pertanto necessario produrre, ai fini del rilascio del parare ex art.
13 L. 64/74: studi geologici particolareggiati di tutta la fascia litoranea
interessata dalle previsioni di PRP al fine di caratterizzare sotto il profilo
sismico, geotecnico ed idraulico l’immediato sottosuolo sul quale si prevedono
opere strutturali di una certa rilevanza; modifiche delle tavole urbanistiche
delle previsioni di PRP inserendo le fasce di rispetto dei torrenti, garantendo
il deflusso delle acque e il naturale sbocco a mare; studi di microzonazione
sismica di II livello”. Nella suddetta nota, il Genio Civile di Messina
evidenziava che il nuovo Piano Regolatore dei Porti era conforme alla variante
del PRG del Comune di Messina risalente al 2002, ma “non già alla variante di
tutela ambientale per la quale l’Amministrazione ha in itinere le procedure per
il rilascio della Valutazione Ambientale Strategica e su cui questo ufficio ha
evidenziato la presenza di numerose criticità fra cui la mancanza di studi
geologici aggiornati e di fasce di rispetto dei torrenti”.
Pur rilasciando il 9
agosto 2016 il nulla osta idraulico al progetto per la Piattaforma intermodale
di Tremestieri e il parere di “compatibilità sismica di massima delle opere da
realizzare”, l’ing. Leonardo Santoro precisava tuttavia che l’autorizzazione
per l’inizio dei lavori ai sensi dell’art. 18 della legge 64/74 (Provvedimenti
per le costruzioni con particolari prescrizioni per le zone sismiche) “potrà
essere rilasciata con il deposito del progetto esecutivo, da acquisire prima
dei lavori”. Lo stesso ingegnere capo del Genio Civile, il 31 agosto 2016, alla
pre-conferenza della Commissione regionale dei lavori pubblici convocata per
esprimere un parere sul progetto definitivo per il nuovo Porto di Tremestieri,
poneva in evidenza come erano state accertate “una serie di vulnerabilità
dell’area scelta per la realizzazione dell’infrastruttura”, la cui “piena ed
esclusiva” responsabilità “rimane dei soggetti istituzionali che hanno
approvato in linea tecnica il progetto preliminare posto a base di gara”. Nello
specifico, Santoro sottolineava le seguenti criticità di sito: presenza di
numerosi corsi d’acqua che convergono nell’ambito della piattaforma logistica;
forti acclività delle batimetriche dei fondali prospicienti l’area; esposizione
a venti e correnti che espongono l’areale prescelto a frequenti fenomeni
erosivi/insabbiamenti. “Negli ultimi cinque anni sono intervenuti continui e
significativi mutamenti della morfologia del litorale interessato,
presumibilmente riferibili anche ad interventi recentemente eseguiti a Sud di
Tremestieri”, aggiunge l’Ingegnere capo del Genio Civile. “In particolare, in
occasione di forti mareggiate del novembre 2014 e del febbraio 2015, si sono
prodotti vistosi fenomeni di insabbiamento dello scalo esistente, di intensità
mai riscontrata in precedenza, che hanno reso il porto non operativo per
diverso tempo. Oltre al fenomeno sopra descritto si è determinato un sensibile
aggravamento del processo erosivo interessante il litorale a Nord del porto con
conseguente arretramento della linea di riva e conseguente stato di pericolo
per edifici e strutture retrostanti”. Netta la presa di distanza dal progetto
dell’ufficio dipendente dall’Assessorato regionale delle Infrastrutture e della
mobilità, nelle conclusioni presentate in pre-conferenza. “Pertanto la presente
relazione istruttoria viene svolta esclusivamente per dovere d’Ufficio, non
condividendo lo scrivente il sito prescelto per l’allocazione dell’opera”,
conclude Santoro.
Il Piano regolatore
generale del porto di Messina e Tremestieri fu redatto negli anni della
gestione dell’Autorità portuale dell’ingegnere-onorevole Vincenzo Garofalo, dal
2008 ad oggi membro della Camera dei deputati (prima con il Popolo delle
libertà, poi con il Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano). L’on. Garofalo
ricopre l’incarico di vicepresidente della Commissione Trasporti, Poste e
Telecomunicazioni e instancabilmente ha seguito tutto l’iter progettuale e
finanziario del megaporto di Tremestieri. Presidente dell’Autorità portuale che
diede alla luce il PRP l’ingegnere Dario Lo Bosco, professore associato
dell’Università di Reggio Calabria (dove è stato direttore scientifico dei
laboratori VIA-Valutazione incidenza ambientale delle infrastrutture
territoriali e ferroviarie) e successivamente Presidente di Rfi, Rete
Ferroviaria Italiana e del consiglio di amministrazione dell’Ast (Azienda
Siciliana Trasporti), raggiunto da un mandato di cattura per concussione
nell’ottobre 2015 nell’ambito di un’inchiesta del Tribunale di Palermo
sull’acquisto di alcune attrezzature ferroviarie. Segretario generale
dell’Autorità portuale era l’avvocato Mario Chiofalo, dall’aprile 2004
Cavaliere al merito della Repubblica italiana su proposta della Presidenza del
Consiglio dei ministri, mentre responsabile dell’ufficio tecnico era l’ing.
Francesco Di Sarcina, oggi segretario generale dell’AP. Il Piano regolatore del
Porto fu approvato nel novembre 2007 dall’allora commissario straordinario del
Comune di Messina, Gaspare Sinatra e comunque condiviso poi dalle
amministrazioni comunali guidate da Giuseppe Buzzanca (city manager Gianfranco
Scoglio) e da Renato Accorinti (assessore all’urbanistica l’ingegnere Sergio de
Cola).
La redazione del progetto
di Piano regolatore del Porto di Messina fu eseguita dalla Idrotec Srl di
Milano (capofila), società d’ingegneria di opere idrauliche e marittime.
Idrotec ha operato negli anni per conto di importanti industrie e società di
costruzione italiane (Ansaldo, Saipem, Eni, Technip e Impregilo, capofila
dell’associazione di imprese general contractor del Ponte sullo Stretto di
Messina) e finanche delle forze armate statunitensi, US Navy e US Corps of
Engineers. La società d’ingegneria ha firmato importanti e controversi progetti
infrastrutturali (in particolare le opere per il terminal hub di Gioia Tauro,
il masterplan portuale di Catania, il waterfront nel porto dell’isola de La
Maddalena alla vigilia del vertice G8 del 2009 e alcune opere foranee nella
laguna di Venezia - il famigerato MOSE – per conto del Consorzio Venezia Nuova
di cui è socia e committente la Nuoca Coedmar di Chioggia, capofila del
raggruppamento chiamato alla progettazione definitiva, esecutiva e alla
realizzazione del terminal di Tremestieri). All’estero Idrotec è presente
particolarmente in Albania, Arabia Saudita, Egitto, Emirati Arabi, Montenegro,
Oman, Repubblica Dominicana.
Alla stesura del PRP di
Messina hanno contribuito pure la Viola Ingegneri e Architetti Associati di
Cernobbio e Bonifica SpA, nota società d’ingegneria che già nel 2002 in
associazione con Systra S.A. aveva eseguito per conto della Stretto di Messina
un contestatissimo aggiornamento dello studio di impatto ambientale del Ponte.
Sempre Bonifica, una decina di anni prima, aveva eseguito lo studio di
fattibilità per il collegamento ferroviario e una prima superficiale
valutazione ambientale del Ponte sullo Stretto. Anche Idrotec Srl di Milano è
un’azienda moto conosciuta a Messina: essa compare infatti ancora tra i
soggetti redattori del progetto definitivo della piattaforma logistica di
Tremestieri per conto della Nuova Coedmar (aggiudicataria dell’appalto
multimilionario in associazione con il consorzio di cooperative CCC di Bologna). Idrotec e la Viola Ingegneri e
Architetti Associati di Cernobbio hanno pure presentato nell’ottobre 2015, per
conto dell’Autorità portuale, lo studio di fattibilità di un nuovo porto
turistico nella zona falcata del porto di Messina (previsti centinaia di posti
barca e investimenti infrastrutturali per 75 milioni di euro).
Nella primavera del 2012
Idrotec, in cordata con la Favero & Milan Ingegneria (capofila dei
progettisti della Piattaforma logistica intermodale con annesso scalo portuale
di Tremestieri), Urban Future Organization e i professionisti Benedetto
Camerana, Erika Skabar, Alfredo Natoli, Gianluca Ardiri e Marcello D’Alia
(figlio dell’ex sottosegretario Dc alla difesa on. Totò D’Alia e fratello
dell’on. Giampiero, già vicesindaco di Messina e ministro della Pubblica
amministrazione nel governo Letta con l’Udc, oggi parlamentare con i Centristi
per l’Europa) hanno ottenuto il primo premio del concorso internazionale
bandito dall’Amministrazione comunale peroritana per il “PIAU - Piano integrato
per la ristrutturazione e riqualificazione urbana nell’area stazione marittima
– Santa Cecilia” (il waterfront).
Ancora cemento e asfalto, asfalto e cemento per gli affari in città dei soliti noti.
Ancora cemento e asfalto, asfalto e cemento per gli affari in città dei soliti noti.