Confronti
PUTIN, DOV’È LA NOVITÀ?
di
Vincenzo Rizzuto
Vignetta di Claudio Fantozzi
Non bastavano i milioni di
morti della pandemia, che ormai da più di due anni attanaglia tutto il mondo,
ci voleva anche la guerra di Putin contro l’Ucraina, una delle regioni più
povere dell’ex impero sovietico, dalla quale arrivano da noi e nel resto
dell’Unione europea migliaia di badanti. A ben guardare, quello che sta
succedendo da qualche giorno nella nostra vecchia Europa, si direbbe che la
storia dell’uomo sia sempre la stessa, e l’espressione, secondo cui, essa
storia, è ‘maestra di vita’, suona come una vera beffa, un ritornello inutile,
senza alcun senso.
Ora,
ritornando al tema principale, la guerra, il pensiero corre subito, oltre che
alle stragi che essa si porta inevitabilmente dietro, all’immenso sperpero di
risorse che essa fagocita, risorse che invece potevano servire alla medesima
Russia di Putin per riconquistare i fratelli ucraini costruendo loro: ospedali,
scuole, asili nido, università, strade, ponti, ferrovie e tanti altri servizi,
di cui quella regione certamente non abbonda.
E
invece no, Putin, nella speranza di assicurarsi altri decenni di potere
assoluto, ha preferito scatenare una guerra fratricida, che minaccia di
trascinare tutta l’Europa in una nuova tragedia, facendo riapparire
all’orizzonte gli spettri della prima e Seconda guerra mondiale.
Ma
se facessimo passare l’idea che tutto questo è dovuto solo al solito pazzo di
turno, che oggi si chiama Putin, come ieri si chiamava Hitler, Mussolini o
Stalin, commetteremmo un errore imperdonabile.
Putin
regna da oltre vent’anni, durante cui in Russia è stata soppressa ogni voce di
dissenso con metodi violenti; sono state occupate con la forza altre regioni
come la Crimea, senza che nessuno Stato ‘democratico, dagli USA alla Comunità
europea’, si sia opposto seriamente. Anzi,
con lo stesso Putin i maggiori responsabili della politica mondiale sono andati
a pranzo e hanno fatto affari d’oro; e così facendo, hanno finito per
condividere ogni nefandezza del nuovo ‘Zar’. Allora tutto ciò che sta
succedendo in questi giorni in Ucraina non è solo colpa di Putin, ma anche di
quanti lo hanno condiviso, sostenuto, festeggiato e non ne hanno condannato
l’operato quando esso era palesemente delinquenziale. Ma c’è da fare un’altra
importante considerazione su quanto sta
accadendo nello scacchiere russo: non è del tutto peregrina l’idea che
l’occidente americano e buona parte della medesima Unione europea abbia
tollerato e spinto Putin sull’orlo del baratro per inginocchiare non solo la
stessa Russia, ma tutta l’Europa, che, credo fermamente, non abbia futuro senza
le opportunità che può offrire tutta la vecchia area sovietica: immensi territori
da coltivare, estesi mercati dove espandersi, materie prime da sfruttare, e una
civiltà di impronta ancora contadina, con la quale tutta l’Europa potrà davvero
identificarsi e crescere.
Detto
questo, dobbiamo convincerci che gli Usa non potranno portare ancora avanti
politiche tendenti ad impedire questo processo di integrazione dell’intera area
europea, un processo che è l’unica speranza pacifica non solo contro altri
conflitti, ma anche per competere con l’espansione economica e commerciale del
gigante cinese.