UCRAINA E GUERRAFONDAI
di
Angelo Gaccione
“Meglio un anno di
negoziati
che
un giorno di guerra”.
Alexander
Langer
Quel che pensiamo degli Stati
armati, dell’industria di morte, dei governi che lasciano produrre ed esportare
armi, che le comprano distruggendo risorse economiche preziose dei loro Paesi, degli
scienziati che le progettano e ne sperimentano consapevolmente il potere
distruttivo, delle alleanze militari, degli eserciti e quant’altro compone
questa fogna escrementizia, lo abbiamo detto e ridetto fino alla noia. Tutto
questo va chiamato col nome che gli compete: sistema criminale. Sistema
criminale legittimato da un perverso e criminale uso della legalità e del diritto.
E gli uomini e le donne, che questo sistema incarnano fisicamente, devono
essere additati col nome che li contraddistingue: mostri del genere umano. Chi
fonda il diritto sullo sterminio e sulla distruzione con armi di ogni ordine e
grado, lo è in assoluto. E dal punto di vista umano va considerato
un’escrescenza perversa rispetto all’equilibrio che regola la vita. Criminali
vanno considerati senz’altro i gazzettieri che soffiano sul fuoco, seduti sulle
loro comode poltrone, con le bretelle ben abbottonate, con i loro deretani al
sicuro, e gli “statisti” da barzelletta di casa nostra che giocano alla guerra.
Sappiamo da sempre che il tempo è cieco e
l’uomo è stupido, e dunque bisogna temerne le azioni. E poiché la storia si
ripete sempre come un idiota, non c’è verso che impari alcunché dall’esperienza.
Non sono servite da monito le due disastrose guerre mondiali, non sono servite
tutte quelle che si sono succedute, né quelle tuttora in corso. Non è servito
neppure venire a conoscenza dell’orlo del baratro nucleare su cui siamo stati
pochi decenni orsono, né siamo stati riconoscenti abbastanza al giovane
colonnello sovietico Stanislav Evgrafovič Petrov che in quel baratro ci ha
impedito di precipitare. Ho scritto spesso e ripetuto in decine e decine di
conversazioni pubbliche, che i governanti americani (democratici o repubblicani
è la stessa insulsa cloaca) non avendo mai subìto una guerra sul loro
territorio, una guerra moderna che gliene mostri le macerie per anni ed anni,
giocano a fare i cowboy. La loro diplomazia è decisamente la più arrogante e
stupida sul piano internazionale: in questo, uno dei più lucidi intellettuali
americani, Noam Chomsky, ha pienamente ragione. Il dissolvimento dell’Unione
Sovietica, con il crollo del muro di Berlino e la fine della cortina di ferro,
avrebbe potuto essere una occasione storica irripetibile dal punto di vista del
raggiungimento della pace e della sicurezza internazionale. Si sarebbe potuto
porre fine a quel gigantesco crimine che va sotto la voce di spesa militare.
Gli Stati Uniti non hanno mosso un dito per andare in questa direzione. Non
hanno accolto una sola proposta di scioglimento della Nato dopo la fine del
Patto di Varsavia. Hanno invece,
protervamente continuato come se niente fosse, ad irrobustire la loro alleanza
accogliendo gli ex alleati di Mosca che sono corsi numerosi ad intrupparsi. I
gruppi dirigenti di questi ex Paesi comunisti hanno brillato per stupidità e disinvoltura,
ma nessuna Cancelleria europea ha levato la voce per dire che non si poteva
accerchiare la Russia. L’Europa è rimasta silente e immobile, serva come la
peggiore delle serve al dettato americano. Nessuno avrebbe impedito ai Paesi
dell’ex blocco sovietico di incamminarsi lungo la strada del sistema
occidentale, ma andava posto una clausola precisa: dovete sciogliere gli
eserciti, riconvertire la spesa militare in spesa sociale e non aderire ad
alcuna alleanza militare. L’Europa avrebbe dovuto lavorare al superamento della
Nato, e iniziare un’opera di uscita unilaterale da quella alleanza ora che il
quadro mondiale era mutato. E invece nulla: sempre più serva, sempre più
subalterna. Come il patetico 5Stelle Di Maio che di idee non ne ha mezza; come
il giornalista dalle bretelle rosa Federico Rampini che vorrebbe l’intero globo
terracqueo alle dipendenze della Nato.
I governanti americani non hanno mosso un dito
neppure di recente, quando Putin nella lunghissima intervista concessa al
regista americano Oliver Stone, ha ripetuto che era arrivato il tempo di
superare le alleanze militari, che le spese per la difesa non facevano altro
che aggravare la crisi economica, il debito pubblico, e non rendevano nessuno
più sicuro. Ora con l’adesione dell’Ucraina alla Nato, vorrebbero portare i
missili nucleari sull’uscio di casa della Russia. Quando ci provò l’Unione
Sovietica di Kruscev con i missili a Cuba, gli americani giustamente si
indignarono; ora si indigna giustamente la Russia di Putin. I dirigenti ucraini
e gli Stati filoamericani, compreso la mia bellissima e sventurata patria,
stanno giocando col fuoco. Mi permetto di ricordare al minuscolo cervello di Di
Maio, al disinvolto giornalista dalle bretelle rosa che vive a New York, alle
tante teste d’uovo (stavo scrivendo di cazzo) che si esercitano nel comodo dei
loro salotti e dagli schermi televisivi, che se la situazione degenererà, com’è
prevedibile, non solo tre quarti di quella nazione, con le sue bellezze, i suoi
edifici, la sua storia, la sua cultura, la sua economia, sarà rasa al suolo; ma
saranno massacrati prevalentemente uomini, donne, anziani, bambini innocenti che
questa guerra non avrebbero voluto, e milioni di profughi saranno costretti a
scappare per venire nelle nostre nazioni filoamericane a fare i servi. Che un
odio viscerale li contrapporrà ai russi e ai cinici calcolatori occidentali che
li hanno aizzati (governanti americani in primis), per anni ed anni. Che per
risollevarsi dalle distruzioni dovranno vendersi ai paesi filo-Nato per
elemosinare aiuti divenendone schiavi.
Ora che giornalisti ben pagati, commentatori
fancazzisti, miserabili politicanti che si credono Churchill sono stati
avvisati di tutto questo, ci aspettiamo da loro un atto di coerenza: partire
subito assieme ai loro congiunti (figli minori compresi) per l’Ucraina e
posizionarsi sulla linea del fronte. Siamo sicuri che quando rientreranno nei
loro Paesi (se torneranno) gli sarà passata la voglia di fare gli spiritosi.
Quanto a noi antimilitaristi e pacifisti convinti, dobbiamo prepararci a
rendere la vita impossibile sin da subito ai governanti di casa nostra: con le
buone o con le cattive. Deve partire al più presto lo sciopero generale e
fargli sentire sul collo il fiato della nostra rabbia.