CONSIGLIO
COMUNALE DEL 6 MARZO 2017
Riscrittura dell’intervento
in Aula del Consigliere
Basilio Rizzo
sul diniego ad ATM di esercitare il diritto
di opzione sulla
quota di azioni Astaldi della Società M5
Credo che questa
discussione sulle dichiarazioni del Sindaco sia una discussione squisitamente
politica e dunque la affronterò in questi termini.
La
prima data da ricordare è quella del 5 dicembre quando si è svolto il
referendum costituzionale. Nel referendum c’era il tentativo di far diventare
regola dello Stato quella di togliere alcune scelte alle Regioni, ai Comuni,
agli enti locali. Questa proposta, quest’azione delle Ferrovie dello Stato su
M5, risponde perfettamente a questa logica. Se dovesse intervenire, lo Stato,
su questioni di questa natura dovrebbe intervenire dove ci sono i problemi, non
dove si possono fare guadagni. Le Ferrovie dello Stato si preoccupino della
Sicilia, della Calabria, di tutti i luoghi, nei quali le ferrovie non
funzionano, non si preoccupi di andare a cercare il business! Questa è la
questione, sulla quale dobbiamo riflettere.
È
una questione squisitamente politica, perché, signor Sindaco, lei ha cambiato
opinione tante volte. A partire da oggi con le sue dichiarazioni non dica più
che lei è un Sindaco libero e autonomo; ha subito il ricatto delle Ferrovie,
non ci sono altre parole da usare. Mi spiego meglio: lei non ha detto una
parola sul comunicato stampa delle Ferrovie, lei è il Sindaco di Milano;
siccome le Ferrovie avevano detto che sarebbero intervenute e avrebbero fatto
causa, perché tutta l’operazione che facevamo era illegittima. Certamente lei
non ha considerato illegittima la possibilità di esercitare il diritto di
prelazione, è vero o no? Altrimenti non la discuteremmo nemmeno. Allora quello
che è illegittimo è il comunicato delle Ferrovie perché ha voluto togliere, ha
ricattato le scelte del Consiglio comunale, interferendo pesantemente sulle
scelte di un organismo elettivo; questa cosa il Sindaco di Milano non può
tacerla. Doveva essere lei, Sindaco, ad intervenire, dicendo che queste cose
non si dicono e non si possono minacciare gli enti elettivi.
Non
si faccia disinformazione, ne abbiamo avuta a iosa; per esempio, non si dica
che ATM si deve concentrare nel far funzionare i suoi servizi e non si dica che
la colpa dei tagli delle linee di corse di tram e metrò è una scelta di ATM. È
una scelta del Comune, perché c’è un contratto di servizio. Non è che con i
soldi dell’operazione M5 ATM può rimettere linee e corse; questa è una
disinformazione demagogica, che non ha nessun senso portare avanti.
Non
è vero che le scelte che ci state proponendo sono perché non si accumuli il
debito che è a carico di M5; se fosse così, chiedete ad ATM di vendere anche la
sua quota del 20 per cento, perché non glielo chiedete? Perché lasciamo ATM a
pagare per la quota del 20%? Se è così; visto che siamo cittadini italiani,
perché le Ferrovie si devono far carico di un debito che è di Astaldi? Nessuno
osa dire niente su queste scelte strategiche di Ferrovie dello Stato, che sono
un’istituzione pubblica. Vedete, io sono abbastanza vecchio da ricordare che
nel gergo della politica si parlava di “sinistra ferroviaria” (una componente
del vecchio PSI). Adesso abbiamo ricostruito questa logica, abbiamo i
“democratici ferroviari”, poco democratici e molto ferroviari, perché la scelta
è una sudditanza palese, non ci sono altre definizioni. Abbiamo costruito
questo meccanismo, in cui le obiezioni non sono state fatte nel momento in cui
si trattava di decidere, e signor Sindaco devo dirle che io sono anche
mortificato a mettermi nei suoi panni; se leggiamo tutti i verbali, lei ha
sempre detto ad ATM di andare avanti, e adesso invece improvvisamente cambia
direzione, per quale motivo? Forse perché sono intervenute le Ferrovie? Non c’è
altro, non dica che è per il debito, perché non è vero, perché ATM è in grado
di reggere e comunque si poteva imporre e proporre , subito dopo la prelazione,
la vendita; lei poteva decidere da solo. Lei non ha concluso il suo intervento
chiedendo al Consiglio di votare, come aveva fatto scrivendo ad ATM, che
bisognava sentire il Consiglio, ma ha concluso con un “abbiamo deciso”. Lei
stasera andrà all’assemblea e dovrà decidere di dire sì o no; non è il
Consiglio a farlo, ma chi va a rappresentare il Comune.
Se
lei avesse concluso il suo intervento, dando al Consiglio la libertà di
deliberare, sarebbe stato diverso dal dire che “abbiamo deciso”, perché lei
questa decisione poteva prenderla anche quindici giorni fa, una settimana fa,
se non ha studiato per tempo, mi dispiace dirglielo, ma allora non è un buon
Sindaco. Se i nostri uffici avevano delle obiezioni tecniche da fare, mi
spiace, vuol dire che non sono buoni uffici, se non lo hanno fatto a tempo
debito. O forse non sono stati sentiti a tempo debito. Le dico una cosa
semplicissima: su F2I io non ho parlato, ma ha parlato lei nella riunione con i
capigruppo di F2I. Allora le pongo questa domanda: lei ha sentito F2I oppure
no? Prima che partisse questo rapporto con ATM, questa non è una cosa da poco,
perché oggi si dice certamente che non bisogna preferire F2I? Ero d’accordo con
la sua tesi: intanto la facciamo comprare da ATM che ha le risorse finanziarie
per farlo senza indebitarsi, poi si vende e si vende al miglior offerente,
magari a Ferrovie in una gara pubblica così com’è, non in modo surrettizio, che
compra da un privato, che essendo uno che fa infrastrutture ovviamente deve
obbedire se Ferrovie dello Stato lo chiede. Astaldi, che vuole lavorare, vende
azioni a FS, è ovvio che sia così! Se invece ci fosse stata una gara, sarebbe
stato diverso. Tutto questo per dire che mi pare chiaro che questa è una
posizione squisitamente politica di sudditanza a un Presidente delle Ferrovie,
la cui storia parte a Firenze e forse è condizionata da Firenze.