TRAGEDIE
di Franco Astengo
Genova. Il crollo |
L’Italia è un paese
costruito tra gli anni ’50-’60 sulle macerie della guerra e sulla spinta della
motorizzazione di massa e dell’avvento del consumismo; si è smesso di curarlo
negli anni’90 con la deindustrializzazione, le privatizzazioni, il territorio
“da bere” e ha cominciato ad andare in pezzi nel corso degli ultimi dieci anni
senza che nessuno se ne curasse dopo la “grande abbuffata” dei decenni
precedenti.
Una
“grande abbuffata” e una noncuranza della realtà che hanno portato, come
conseguenza, non solo la distruzione delle infrastrutture, del territorio, di
migliaia di posti di lavoro anche al degrado e all’incattivimento dell’agire
politico. In questo modo oggi si sono rese evidenti situazioni che hanno resto
incredibili le istituzioni e minato alla base la credibilità del sistema
democratico, fino al punto da aprire la strada a soluzioni potenzialmente molto
pericolose. Una situazione che si presenta come di grave responsabilità per
chi, negli ultimi vent’anni, ha condotto l’Italia dentro a questo vero e
proprio baratro. Responsabilità da non dimenticare. Al di là del cordoglio e
delle drammatiche prospettive che il crollo del ponte sul Polcevera determinano
quali prime reazioni, questa mi sembra - in poche righe - la sintesi più
efficace per riassumere ciò che è accaduto e la difficile prospettiva che ci
troviamo di fronte.