di David Swanson
Il quotidiano della
Virginia Times Dispatch ha recentemente pubblicato un editoriale, ripreso da
altri giornali con il titolo: "Ricordando il motivo per cui continuiamo a
combattere in Afghanistan". È un pezzo piuttosto sorprendente, perché non
tenta nemmeno di offrire una sola ragione per cui si debba
"combattere" in Afghanistan. Il titolo, tuttavia, suggerisce che
qualcuno sta ancora facendo la guerra in questo paese a causa di qualcosa che
si è dimenticato e che invece potremmo ricordare. Dato che il più potente killer
delle truppe statunitensi che hanno partecipato a questa guerra è stato il
suicidio, si è tentati di gridare "Continua a ricordare!", ma poi ci
si deve chiedere: ricordare cosa?
I
primi paragrafi dell'editoriale ci dicono semplicemente che sono passati 17
anni. Quindi arriviamo ai dati: "Ci sono ancora circa 10.000 soldati
americani in Afghanistan".
In
effetti, le Forze Armate degli Stati Uniti hanno circa 11.000 soldati
statunitensi in Afghanistan, oltre ai 4.000 che ha inviato Trump; più altri
7.148 soldati della NATO, 1.000 mercenari e altri 26.000 appaltatori (di cui
circa 8.000 provenienti dagli Stati Uniti). Sono 48.000 le persone impegnate
nell'occupazione straniera di un paese, 17 anni dopo il compimento della loro
missione dichiarata che sarebbe servita a rovesciare il governo talebano.
Nell'editoriale si legge anche: "La maggior parte degli americani,
tuttavia, non ha idea di cosa stiamo facendo in questo paese". Molti
americani probabilmente non si rendono nemmeno conto che ci sono ancora
americani schierati in Afghanistan. Quindi siamo in questo territorio
inconsapevoli del perché. È davvero complicato da spiegare. Immagina di
riscrivere quelle frasi in un articolo di giornale: la maggior parte delle persone negli Stati Uniti non ha sentito alcuna
ragione convincente del perché l'esercito americano sia in Afghanistan, e molti
non sanno nemmeno che ancora è presente in questo paese. L'editoriale continua: "Per 20 anni, il Virginia War
Memorial ha prodotto una serie di cortometraggi in formato di documentario
intitolati "Virginians at War" per preservare la storia e educare le
generazioni future. L'11 settembre di quest'anno, il memoriale ha pubblicato il
suo ultimo film, "Un nuovo secolo, una nuova guerra", che sarà
distribuito nelle scuole della Virginia, incentrato sugli attacchi terroristici
e le guerre che ne derivano. Il documentario è stato creato in risposta alle
richieste degli insegnanti della Virginia appunto, alla ricerca di strumenti
per presentare i temi difficili e importanti dell'11 settembre e le nostre
lunghe guerre in Afghanistan e in Iraq. Se si cerca alla voce "Virginia
War Memorial", si trova un'istituzione che promuove iniziative come
"Little Soldier Saturdays" con attività a favore della guerra per
bambini tra i 3 e gli 8 anni. Ma non si trovano spiegazioni sul perché siano
state fatte e ancora si combattano le guerre in generale e la guerra in
Afghanistan in particolare. Né hanno reso disponibile alcun filmato. Invece, il
Times Dispatch ci dice: "Sono state condotte venti interviste con veterani
della guerra in Afghanistan e con i familiari delle vittime all'attacco al
Pentagono. Da queste interviste è stato creato un film commovente e informativo
'A New Century, A New War,' che presenta i loro ricordi dall'11 settembre e i costi
personali delle guerre.
Clay
Mountcastle, direttore del War Memorial, spiega: "Volevamo un film che
trasmettesse a chi era troppo giovane per averlo sperimentato personalmente,
l'intera gamma di sentimenti che circondano l'11 settembre, e le settimane e i
mesi successivi. Abbiamo anche cercato di cogliere la natura complessa del
servire in una lunga guerra offrendo parecchie informazioni e significati. E
questo è tutto. Quindi, si lascia semplicemente supporre che, poiché c'è stato
l'11 settembre, la guerra in Afghanistan sia giustificata fino alla fine dei
tempi o fino a quando Gesù non torni. Questa è la "gamma completa di
sentimenti che circondano l'11 settembre", sono disposto a scommettere che
un decimo di miliardesimo di un bilancio del Pentagono non include i sentimenti
di nessuno dei sopravvissuti e dei cari che hanno supplicato per 17 anni che la
loro sofferenza non fosse trasformata in propaganda a favore della guerra.
Il
Richmond Times-Dispatch non è il solo. Quasi tutti evitano di creare
giustificazioni per questa guerra senza fine. Anche i militari chiedono che si
ponga fine a questa guerra. Migliaia di persone hanno firmato una lettera
pubblica al Presidente Trump che tutti sono invitati a firmare per chiederne la
cessazione: durante gli ultimi 17 anni, il nostro governo a Washington ci ha
comunicato che il successo era imminente. Durante ciascuno degli ultimi 17
anni, l'Afghanistan ha continuato la sua discesa verso la povertà, la violenza,
il degrado ambientale e l'instabilità. Il ritiro delle truppe USA e NATO
avrebbe mandato un segnale al mondo, e al popolo dell'Afghanistan, dicendo che
è giunto il momento di provare un approccio diverso, da truppe e armi."
Secondo John Kerry "L'Afghanistan ha una forza armata ben addestrata... in
grado di sfidare i talebani e gli altri gruppi terroristici". Ma il
coinvolgimento non deve assumere la sua forma attuale. Gli Stati Uniti spendono
$ 4 milioni all'ora con aerei, droni, bombe, armi da fuoco e appaltatori in un
paese che ha bisogno di cibo e attrezzature agricole, molte delle quali
potrebbero essere fornite da imprese statunitensi. Finora, gli Stati Uniti
hanno speso ben $ 783 miliardi di dollari senza praticamente aver ottenuto
nulla tranne la morte di migliaia di soldati statunitensi e milioni di afghani
morti, feriti e sfollati. La guerra in Afghanistan è stata e continuerà ad
essere, finché durerà, una costante fonte di tragedie, di frodi e sprechi.
Anche volendola in qualche modo considerare un investimento per l'economia
americana questa guerra è stata un fallimento. Ma la guerra ha avuto un impatto
sostanziale sulla nostra sicurezza: ci ha messo in pericolo. Prima che Faisal
Shahzad provasse a far esplodere un'auto a Times Square, aveva cercato di
unirsi alla guerra contro gli Stati Uniti in Afghanistan. In numerosi altri
episodi, i terroristi che hanno preso di mira gli Stati Uniti hanno dichiarato
le loro motivazioni: il terrorismo è la vendetta per la guerra degli Stati
Uniti in Afghanistan, insieme ad altre guerre statunitensi nella regione e non
c'è motivo di immaginare che tutto questo cambierà. Inoltre, l'Afghanistan è
l'unico caso in cui gli Stati Uniti sono impegnati in un conflitto con un paese
membro della Corte penale internazionale che ha ora annunciato che sta
indagando su possibili azioni penali per i crimini commessi dagli Stati Uniti
in Afghanistan. Negli ultimi 17 anni, abbiamo assistito increduli ad atti
criminali da parte degli Stati Uniti: bambini buttati giù da elicotteri,
ospedali fatti saltare in aria con droni, si è visto urinare su cadaveri -
alimentando la propaganda anti-U.S., brutalizzando e facendo vergognare gli
Stati Uniti. Sperare che giovani uomini e donne americani possano trovarsi
d'accordo con una missione compiuta 17 anni che ha portato morte, è molto da
chiedere. Aspettarsi che credano oggi in quella missione è troppo. Come
dicevamo all'inizio di questo articolo: il principale assassino delle truppe
statunitensi in Afghanistan è il suicidio. Il secondo più alto killer di
militari americani è la gioventù afgana che gli Stati Uniti stanno addestrando
e che sta rivolgendo le loro armi sui loro stessi addestratori! Le nostre
truppe vengono uccise dagli afgani che addestriamo e noi sprechiamo miliardi
lì. Senza senso! Risorse che potrebbero servire a ricostruire gli Stati Uniti.
Il ritiro delle truppe statunitensi sarebbe auspicabile per il popolo afghano
perché la presenza di soldati stranieri ostacola i colloqui di pace. Sono gli afghani
a dover determinare il loro futuro e potranno farlo solo quando cesserà
l'intervento straniero.
Vi
esortiamo ad aiutarci a trasformare questa pagina di storia di questo
catastrofico intervento militare. Fate tornare a casa tutte le truppe americane
dall'Afghanistan. Cessate i raid aerei americani e aiutate gli afgani con cibo,
riparo e attrezzature agricole.
[Traduzione italiana di
Cristina Mirra di Geopolitica e Pace]