È MORTO UN POETA
di
Angelo Gaccione
Franco Loi con la moglie Silvana
alla Libreria Popolare (16 giugno 2017)
La
scomparsa di Franco Loi
Conoscevo
Franco Loi da tantissimi anni; da quando veniva a trovare all’Hotel Cavalieri
di Piazza Missori il suo amico argentino, un cliente che aveva come punto di
appoggio quando veniva in Italia, l’albergo a due passi dal Duomo dove ho
finito per lavorare per ben dieci anni. Franco abitava allora in via Sambuco,
una viuzza quasi attaccata al Corso di Porta Ticinese. Ci ritrovammo poi sulle
pagine del giornale del gruppo teatrale italo-argentino Comuna Baires. Era
l’epoca delle occupazioni per finalità culturali di luoghi lasciati vuoti, e la
Comuna Baires aveva occupato, e reso agibile con faticosi lavori, una struttura
di via Santa Radegonda. Anche la Comune di Dario Fo aveva occupato e reso
agibile la Palazzina Liberty in Porta Vittoria, e anche lì c’era stato un
lavoro faticoso per rimuovere macerie e ristrutturare. Storia passata di anni
vibranti e pieni di passioni. Franco come poeta era in ogni dove, e leggeva dai
suoi volumi Stròlegh e L’Angel che divenivano via via sempre più
consunti. C’è stato un periodo così pieno di viaggi che mi chiedevo dove
prendesse le energie per reggere quel ritmo.
Franco Loi con la moglie Silvana alla Libreria Popolare (16 giugno 2017) |
Franco Loi e Gaccione
alla Libreria Popolare
alla Libreria Popolare
Non si fermava mai, lo chiamavano nei luoghi più diversi e viaggiava in lungo e in largo per l’Italia. Era stato per un periodo anche a Cosenza, a tenere dei corsi all’Università di Arcavacata, e me lo ricordava con grande partecipazione affettiva. Si era trovato molto bene in Calabria e ne aveva sentito tutto il calore. Lo scorso anno avevo ricevuto il libro di Fulvio Papi Per andare dove; un libro in cui Fulvio racconta i suoi primi quindici anni, dal 1934 al 1949. Papi è del 1930 come lo era Loi, e da quel libro avevo appreso diverse notizie su Franco. Avevano otto anni entrambi quando si conobbero, giocavano assieme perché abitavano vicini, tra il Casoretto e Lambrate. Era del tutto naturale, dunque, che, rimasti amici, si incontrassero in quel luogo che, assieme alla Casa della Cultura (di cui Papi è stato proprio di recente eletto presidente onorario), è poi divenuto un punto di riferimento per poeti, scrittori, pittori, filosofi e quant’altro: sto parlando della Fondazione Corrente di via Carlo Porta, di cui Papi è da anni presidente. Non c’è stata stagione, a partire da un certo periodo, in cui Loi non vi tenesse un incontro, una lettura, un confronto. Una stima e una frequentazione che è rimasta costante nel tempo fra i due. Franco teneva molto all’amicizia, questo lo possono confermare in molti.
Da sinistra: Capuano, Loi, Pennisi
Manzoni, Gaccione, Tesio
alla Libreria Popolare
Il tempo, si sa, è impietoso, tuttavia, malgrado le difficoltà degli
ultimi tempi (una progressiva limitazione visiva lo aveva reso non del tutto
autonomo), non era voluto mancare il 16 giugno del 2017 alla Libreria Popolare
di via Tadino. Si parlava di poesia dialettale partendo dalla presentazione del
libro del poeta catanese Renato Pennisi, “Provulazzu” e c’erano diversi
amici: Franco Manzoni, Giovanni Tesio, Guido Oldani, Luisa Cozzi, Gaetano
Capuano il poeta vernacolare e barbiere che per anni ha tagliato i capelli a
Loi. Franco arrivò accompagnato dalla moglie Silvana; gli sarà costato
parecchio scendere i gradini della saletta della Libreria, ma era visibilmente
felice di essere lì con noi. Furono scattate diverse foto in quella occasione,
custodite ora nell’archivio di “Odissea”, qui voglio riprodurne qualcuna a
ricordo di quella magnifica serata.
Manzoni, Gaccione, Tesio
alla Libreria Popolare
Il poeta Guido Oldani
alla Libreria Popolare (16 giugno 2017)
Franco
mi ha voluto bene e mi ha sempre rimproverato di “aver sviato”, di aver fatto
prendere il sopravvento alla prosa rispetto alla poesia. Lo ha scritto anche in
un breve testo che mi ha consegnato a casa sua in viale Misurata, e dove spesso
Livia Corona gli portava “Odissea”. Lo farò mettere in quarta di copertina
quel suo scritto, se avrò la possibilità di pubblicare la raccolta poetica che
gli avevo portato in lettura. Ci sarà anche una stimolante nota scritta dal
comune amico Fulvio Papi. Una raccolta piccola, se si considera l’ampio arco di
tempo (1964-2020) nel concepirla. Non ho sviato dalla poesia, è solo che
il tempo della mia vita è stato empio, e ha avuto bisogno della mia penna indignata.
alla Libreria Popolare (16 giugno 2017)