Mucche torturate e batteri letali:
"no" a un altro macello degli orrori
di Giulia
Innocenzi
La legge è uguale per tutti, ma con gli animali l'uomo fa
quello che vuole. Arriva perfino a non applicare le leggi che si è dato. Così
può accadere che vacche destinate al macello vengano trascinate con catene,
fatte strisciare sul pavimento, trasportate e buttate a terra con il muletto o
spinte con la forca. Tutte azioni illegali, sotto gli occhi di veterinari
consenzienti.
Alcune settimane fa ho raccontato in una video-inchiesta
per Servizio Pubblico ciò che accadeva nel macello Italcarni di Ghedi, in
provincia di Brescia, oggi sotto sequestro: un "macello degli
orrori", specializzato in mucche a terra, dove gli animali venivano
maltrattati e torturati. In seguito alla segnalazione di una veterinaria, la
procura di Brescia ne ha filmato per un mese le attività, portandone alla luce
le pratiche crudeli, dolorose per i bovini e dannose anche per la carne che ne
deriva. Per legge, gli animali che non riescono a deambulare ma che raggiungono
comunque il mattatoio, andrebbero macellati direttamente sul camion che li ha
trasportati, oppure portati con apposite barelle che non li facciano soffrire.
A Italcarni questo non succedeva. Nelle riprese disposte dal pm Cassiani, si
vedono operai che attaccano catene alle zampe di mucche vive, trascinate poi
con il muletto e buttate a terra; altri filmati mostrano il proprietario del
macello che spinge le vacche alla linea di macellazione con una forca senza i
lembi protettivi.
Quando ho visto per la prima volta queste immagini, vi
confesso di aver pianto. Poi ho provato rabbia: come è stato possibile? Perché
nessuno ha controllato? Ho promesso, allora, che non avrei mollato l’osso. Il
ministero della Salute, da cui dovrebbero dipendere i controlli, non può più
restare in silenzio. E deve fare luce sugli altri macelli: Italcarni è un caso
isolato?
Non è solo un problema di maltrattamento. Secondo la
procura di Brescia, infatti, queste pratiche avrebbero infettato anche la
carne: l'Istituto Zooprofilattico di Torino ha trovato cariche batteriche 50
volte superiori a quelle consentite dalla legge e due salmonelle
pericolosissime, Livingstone e Agama, che possono uccidere l'uomo. Possibile
che per fermare il commercio di carne così dannosa, per l'ennesima volta si sia
dovuto aspettare l'intervento della magistratura?
Per questo, come già richiesto dalla Lav, è necessario
che la ministra della Salute Beatrice Lorenzin istituisca con urgenza una
commissione di inchiesta sulle condizioni degli animali negli allevamenti e nei
mattatoi. Una commissione guidata da ispettori indipendenti dell'ufficio
veterinario della Commissione europea che aiuti a riportare la legalità, il
rispetto degli animali e la salubrità della carne in commercio. Non vogliamo
più altri macelli degli orrori.
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