Libri
Sissy Boy
di Mila Fiorentini
La copertina del libro |
La storia del Signor S.
B., Sergio Bello, un nome un programma, arriva in formato cartaceo, dopo aver
girato l’Italia dal 2014 al 2916 in forma di spettacolo teatrale, interpretato
da Galliano Mariani, con la regia di Anna Cianca, prodotto dal Teatro Libero di
Palermo. Un percorso insolito, dal teatro al libro, che offre però una buona
opportunità per cogliere alcune sfumature, senza perdere nulla nell’incisività
dell’azione teatrale, animata da ironia graffiante, a tratti spassosi, come da
momenti drammatici, malinconici di un’infanzia castrata che creerà un uomo
irrisolto, frustrato. In sintesi è un monologo, sotto forma di conferenza, che
nel libro diventa un diario, una lettera aperta al pubblico, anche se mantiene la scrittura teatrale con
grande fedeltà, senza perdere nulla anche dell’elemento visivo della
rappresentazione, con “il ritmo e lo spirito di una commedia, il contenuto e
l’esito di una tragedia.” Il titolo prende spunto dal modo dispregiativo di
chiamare i bambini effeminati e il racconto narra di un’infanzia violata per
varie ragioni tra di loro probabilmente concatenate, il troppo amore,
l’ignoranza, le proprie frustrazioni, la dipendenza dal contesto nel quale ci
si trova, in questo caso la correzione forzata di un’inclinazione sessuale: l’errore
di chi dice di fare qualcosa per il bene dell’altro. Al di là della tematica di
sicuro interesse e rilievo sociale è importante il messaggio universale che
emerge in merito al diritto ad essere quello che si vuole, al rispetto
dell’altro e all’impossibilità di rinunciare a se stessi. L’aspetto propositivo
del romanzo non romanzo è di provare a vivere e non semplicemente a
sopravvivere per tutti coloro ai quali sono state negate le emozioni. Pur con
grande leggerezza, ironia e gusto dell’intrattenimento l’autrice, sceneggiatrice
pescarese adottata da Roma, per il cinema e la tv e autrice di testi per il
teatro, fa un lavoro psicologicamente fine, sostenuto da Anna Segre, medico e
psicoterapeuta. Purtroppo nel bambino danneggiato nel suo sentire qualcosa si
rompe per sempre ed è difficile recuperare la radice profonda dell’io, oltre un
lavoro intellettuale e psicologico di consapevolezza per costruire una reale
vita affettiva a tutto tondo. La storia è ambientata nelle Marche e,
soprattutto fuori dal palcoscenico, dove il lavoro forte a tratti violento,
riesce però a volare nel ritmo dell’azione oltre la malinconia, nelle pagine
del libro ci inchioda al dolore intimo, inesprimibile che condanna il
protagonista a una solitudine dalla quale forse non uscirà mai definitivamente.
Il bambino costretto a comportarsi da maschietto secondo gli stereotipi che
definiscono un uomo, quindi ad esempio, frustrando la passione per la
letteratura e la poesia, diventa il prototipo di tutti i bambini che farebbero
qualsiasi cosa per piacere alla mamma e il rischio è di finire come animali
ammaestrati nella coscienza, a credere che il bene sia quello che fa felice la
mamma; il male quello che la fa soffrire, sviluppando sensi di colpa e
frustrazione. Se il meccanismo psicologico è una dinamica che in qualche modo
tocca ogni infanzia, in alcuni casi diventa patologico dando vita a
comportamenti disturbati. Quello che accade al protagonista del libro è
tragicamente vero perché è ispirato ad una storia vera, quella di Kirk Andrew
Murphy e a tutti coloro che non ce l’hanno fatta e che è la dedica del libro.
In effetti questo signore si è suicidato, malgrado innumerevoli tentativi di
rinascita e purtroppo come lui un numero significativo di persone in cura da
uno psicoterapeuta che utilizzava un metodo infallibile all’apparenza: premi e
punizioni rispetto a comportamenti giudicati rispettivamente conformi o
difformi da quanto socialmente accettato, associando stimoli positivi e
negativi, stratificando nella memoria più profonda un sistema di
associazioni tali da condizionare i
comportamenti. Al piccolo Sergio accade che ogni volta che appaga la propria
inclinazione si manifestano dolori lancinanti allo stomaco che gli impediscono
di continuare a vivere facendo quello che vuole. Il meccanismo è quello usato
originariamente nella disintossicazione della dipendenza da droga che se
efficace per un verso si è dimostrato dannoso anche in termini strettamente
medici. Le reazioni possono essere diverse e sovente, come in questo caso, c’è
una rinuncia almeno esteriore nei comportamenti che rende Sergio invisibile
agli altri, oltre che a se stesso. Il bambino rieducato non gioca più con le
bambole, ma non vuole giocare con i soldatini. Quindi non gioca più e diventa
un bambino “talpa”, poi un adolescente “talpa”, quindi un adulto “talpa” che
scava gallerie sotterranee e piano piano non esce più dalla propria tana. Il
processo è reversibile ma a volte rimangono tracce di un veleno potente che non
restituirà mai la vita nella sua interezza. Un libro da leggere per ricordarsi
l’incanto dell’infanzia, età fragile quale radice dell’adulto in potenza, da
trattare con le pinze; che le emozioni non si possono estirpare anche
reprimendo i comportamenti e operando una correzione forzata; e che il perdono
è un diritto anche per chi lo esercita e la lezione del bambino che una volta
adulto perdona la mamma che non sapeva quello che faceva, che poi in fondo si è
evoluta e si è corretta a sua volta, ma spontaneamente, e che soprattutto resta
sempre la mamma, è un messaggio di apertura della vittima verso il carnefice
che non è buonismo ma una via per invertire il corso delle cose. Infine il
libro è un messaggio non di rinuncia ma del diritto-dovere alla ricerca della
felicità perché la vita resta un valore. Anche se a volte non ci si riesce.
Franca
De Angelis
Sissy Boy
Curatore A. Segre
Editore More Nocturne Books
2018 € 10,00