di Chiara Pasetti
La locandina della serata |
Genova.
Teatro Garage - Sala Diana,
1
dicembre 2018 ore 21
Luce bianca
di
Chiara Pasetti (liberamente tratto dai testi di Antonia Pozzi)
Lettura
teatrale
con
Lisa Galantini
regia
di Alberto Giusta
Opere
in scena di Colette Deblé
Produzione
Associazione culturale Le Rêve et la vie
Info
e biglietti:
http://www.teatrogarage.it/events/luce-bianca-omaggio-alla-poetessa-antonia-pozzi/
Ritratto di Antonia Pozzi*** |
Iniziavo
la mia tesi di laurea in Filosofia, sugli scritti giovanili di Gustave
Flaubert. Navigavo nel mare della sterminata bibliografia flaubertiana…
Un’infinità di saggi, monografie, articoli, biografie. A un certo punto la mia
attenzione si soffermò su un titolo, e soprattutto su una data: Flaubert negli
anni della sua formazione letteraria, 1935. In quegli anni nessuno studioso
italiano si era occupato dei testi giovanili di Flaubert, peraltro mai
pubblicati in vita dall’autore. Il volume recava la firma di Antonia Pozzi e la
prefazione di Antonio Banfi, filosofo e principale esponente della “scuola di
Milano”. Chi era Antonia Pozzi? Lessi il volume, e scoprii che si trattava
della sua tesi di laurea, discussa nel novembre del 1935 presso la mia stessa
Università, la Statale di Milano, per la cattedra di Estetica… E che era stata
pubblicata postuma. Quando era nata, Antonia, e quando era morta? La biografia
riportava le date: 1912-1938. Ventisei anni… Gli stessi che avevo io all’epoca.
A quel punto si aprì per me l’universo di Antonia Pozzi. Scoprii che era
poetessa, e anche fotografa. Comprai i volumi delle sue poesie e delle sue
lettere, i saggi, le biografie, e tutto ciò che riuscii a reperire su di lei.
Per oltre un anno non feci altro che studiare e leggere Gustave Flaubert e,
parallelamente, Antonia Pozzi.
Da
quel momento è passato diverso tempo. Finalmente tutti i suoi scritti (poesie,
diari, lettere e la tesi di laurea, sulla quale ho avuto l’onore di lavorare
per la nuova edizione), si possono leggere nella loro versione originale, non
censurata o modificata dal padre Roberto Pozzi. Dobbiamo a due straordinarie
studiose, suor Onorina Dino, già amorevole curatrice dell’Archivio Pozzi (prima
conservato a Pasturo, ora donato al Centro Internazionale “Carlo Cattaneo e Giulio
Preti” dell’Università degli Studi dell’Insubria di Varese) e Graziella
Bernabò, sua biografa ufficiale, il merito di aver ripubblicato, recentemente,
le nuove e complete edizioni dei testi di Antonia (tutte per le edizioni
Ancora), condotte sui quaderni e sui manoscritti originali, e a Ludovica
Pellegatta di aver studiato approfonditamente il fondo fotografico.
Del
tutto ignorata in vita, negli ultimi anni la sua figura di donna, di poeta, di
fotografa è stata oggetto di una crescente e clamorosa riscoperta, sia in
Italia che nel mondo. È ormai riconosciuta come una delle voci liriche più
importanti del Novecento. Saggi, film, romanzi, docufilm, reading, mostre hanno
voluto indagare, talvolta con risultati notevoli, il suo ricchissimo
immaginario femminile, il suo linguaggio raffinato, stregato, spesso straziato,
la dolente sensibilità, la capacità di fermare attimi, paesaggi, volti
attraverso la penna e la macchina fotografia.
La
lettura teatrale Luce bianca (che
anticipa lo spettacolo che debutterà nel 2019) scritta intrecciando le mie
parole alle sue, non vuole fornire una risposta alle ragioni del suo suicidio.
La scelta della morte volontaria, come la vita stessa, è un mistero
insondabile. Vuole soltanto, a ottant’anni dalla morte, avvenuta il 3 dicembre
1938, rendere omaggio a una giovane donna, a una poetessa unica, che mai come
ora «è capace di parlare alla nostra contemporaneità» (Graziella Bernabò). Come
per la scultrice Camille Claudel, ho deciso di affidare il mio testo a Lisa
Galantini e Alberto Giusta, i soli artisti che a mio avviso possono, con
rispetto e amore, “entrare” in questa «vita irrimediabile».
Ars
longa, vita brevis…
Il
ritratto di Antonia Pozzi è di Colette Deblé, esposto per la prima volta in
Italia nella mostra Scrittura, arte e vita: Camille Claudel, Séverine, Antonia
Pozzi (30 settembre - 15 ottobre 2016) presso Centro Sociale ex ospedale
psichiatrico di Genova Quarto, a cura dell’Associazione culturale Le Rêve et la
vie e I.M.F.I.
Si
ringrazia sentitamente l’artista Colette Deblé, Fidapa Genova e Collana Mnemosine - Donne nell'ombra,
nonché Claudio Casanova per il sostegno nella realizzazione della lettura teatrale.