di Antonio Mazzeo
I Marines Usa si
esercitano alle guerre con il MUOS di Niscemi
Hanno preso il via a marzo
e si concluderanno a fine autunno le esercitazioni di guerra dei marines Usa
per testare il funzionamento delle nuove tecnologie applicate al MUOS (Mobile
User Objective System), il sistema di telecomunicazione satellitare di
proprietà ed uso esclusivo del Pentagono che può contare su un terminale
terrestre all’interno della base militare di Niscemi, Caltanissetta. A sovrintendere
alle attività addestrativo-sperimentali il Marine Corps Systems Command
con sede nella base di Quantico, Virginia, con la collaborazione della Ia
Marine Expeditionary Force, la task force aerea, marina e terrestre dislocata a
Twentynine Palms, California.
Scopo delle complesse esercitazioni è quello di
verificare l’efficienza della rete MUOS in vista di un potenziamento delle
telecomunicazioni via-satellite dell’US Marine Corps, a supporto dei propri
comandi e delle unità “combattenti”. È stato utilizzato in particolare un
aggiornato sistema radio multibanda AN/PRC-117G e un kit di antenna che
permette accessi simultanei alla rete MUOS. Con i test si stanno valutando
le modalità di funzionamento del sistema satellitare durante le attività
militari: vengono simulati veri e propri “ambienti operativi di guerra” con
attacchi aerei e colpi di mortaio, con il controllo a distanza dei centri di
comando del Corpo dei Marines.
“I test con le nuove apparecchiature del MUOS
hanno superato le aspettative”, ha dichiarato il colonnello Jeff Decker,
manager dei sistemi radio-terrestri del Marine Corps Systems
Command. “Abbiamo provato il nuovo sistema satellitare per comprendere non
solo ciò che è possibile fare con le sue infrastrutture, ma anche per vedere
come possiamo utilizzarle per accrescere la letalità delle forze navali e delle
unità dei Marines e poterci preparare così a impiegarli nel modo migliore
in missioni reali. Il MUOS è simile a
un sistema di telefonia cellulare funzionante in cielo che consente la
copertura dell’intero globo terrestre. Esso sta cambiando il modo con cui
guardiamo all’architettura tattica satellitare”.
Altrettanto soddisfatto anche il sergente Mason J.
Roy, responsabile per le operazioni e le comunicazioni strategiche della Ia
Marine Expeditionary Force. “L’idea di
poter inviare un video o una foto dal campo di battaglia a un centro di
comando, utilizzando il MUOS, consente ai comandanti di adeguare in tempi
rapidi le strategie da applicare nei campi di battaglia, assicurando la
migliore riuscita delle missioni e la protezione delle nostre truppe”, ha
commentato Roy.
Dal Comando dei sistemi aerei e
navali di Us Navy di Patuxent River, Maryland, giunge
invece la notizia dell’affidamento alla divisione difesa del gruppo industriale
Boeing Co. di un contratto per integrare i sistemi di trasmissione dati al MUOS
a bordo dei pattugliatori marittimi anti-sommergibili P-8A “Poseidon”, alcuni dei
quali già operativi in Sicilia nella stazione aeronavale di Sigonella. Il P-8A
è la versione militare del Boeing 737: può volare ad altitudini molto elevate
ed è in grado d’intercettare i sottomarini in immersione e di colpirli con i
siluri MK 54. La Marina militare Usa ne prevede l’uso in tandem con l’ultima
versione dei droni “Global Hawk” prodotti da Northrop Grumman, gli RQ-4N
“Triton” per la sorveglianza a lungo raggio delle aree marittime, anch’essi
destinati ad operare da NAS Sigonella.
Realizzato dall’holding militare-industriale Lockheed Martin, il MUOS consente di mettere in collegamento l’intera
rete militare statunitense (centri di comando, controllo e logistici e gli
oltre 18.000 terminali radio esistenti, tutti gli utenti mobili come
droni, cacciabombardieri, unità navali, sommergibili, reparti operativi,
missili Cruise, ecc.), accrescendo esponenzialmente la velocità e il numero
delle informazioni e dei dati trasmessi nell’unità di tempo. La
costellazione satellitare assicura le
comunicazioni audio, video e dati in Ultra Alta Frequenza (Ultra High
Frequency - UHF); la tecnologia di trasmissione è quella adattata dalla
telefonia cellulare di terza generazione (3G) Wideband Code
Division Multiple Access (WCDMA). Il
MUOS si è affiancato al sistema UFO (Ultra High Frequency Follow-On), in
via di dismissione per “limiti di età” (è entrato in funzione nel
1993). Rispetto all’UFO, il MUOS assicurerebbe maggiore mobilità, facilità
di accesso e migliore qualità dei servizi.
Le telecomunicazioni in UHF (dai 30 MHz ai 3
GHz) sono utilizzate da tutte le agenzie militari statunitensi per le
operazioni tattiche che coinvolgono gli aspetti C4ISR (Comando, Controllo,
Comunicazioni, Computer, Intelligence, Sorveglianza e Riconoscimento) Le
trasmissioni in banda UHF, oltre ad essere compatibili con il maggior
numero di strumenti bellici, penetrano attraverso il fogliame delle
giungle e gli ambienti urbani più facilmente delle altre frequenze;
grazie ad esse, i militari possono comunicare e combattere indipendentemente
dalle condizioni climatiche e atmosferiche.
L’architettura del MUOS si basa su un
ponte terra-spazio-terra che comprende quattro satelliti geostazionari (più un
quinto in orbita di riserva) e quattro terminali terrestri. I satelliti
mantengono costante nell’arco delle 24 ore la loro posizione nello spazio a più
di 36.000 Km dalla terra. Le stazioni terrestri consentono invece le
connessioni e i controlli interfaccia tra i satelliti MUOS e la rete Tlc del
Dipartimento della Difesa. Questi terminali sono stati realizzati
all’interno di quattro infrastrutture nella disponibilità della Marina militare
Usa: a Chesapeake, nei pressi di Norfolk, Virginia; nella Naval
Computer and Telecommunications Area Master Station Pacific di Wahiawa
(isole Hawaii); nell’Australian Defence Satellite Communications Ground
Station (ADSCGS) di Kojarena, (Australia); nella Naval
Radio Transmitter Facility (NRTF) di Niscemi, strettamente
dipendente dalla grande base Usa di Sigonella.
Secondo i dati forniti da Lockheed Martin, per la
realizzazione e messa in funzione del sistema satellitare sarebbero stati spesi
sino ad oggi 7 miliardi di dollari.