Una memorabile visita a
Venezia...
Il buon samaritano che
si nasconde in noi
di Alessandra Bianca L'Abate
Alessandra a destra nella foto |
Questa mattina non capivo chi
fosse la signora americana che ha mandato una donazione a Maher, India. Non
avevo avuto il tempo di leggere la lettera allegata e non comprendevo perché Maher me ne rendesse
merito. Cintya dall'America, ha risposto dicendomi che questa donazione
proveniva dalla signora che avevamo trovato sul traghetto a Venezia il 28
Ottobre e che modificò il corso degli eventi. Avevamo
poche ore per fare una visita con Sister Lucy (fondatrice di Maher, India) fra
una conferenza e l'altra. Americana, anziana, invalida, barcollava camminando
con un bastone e doveva trascinate due enormi valigie. Per una distrazione
aveva perduto la sua famiglia salendo sul traghetto sbagliato.
Erano appena
arrivati nella città sognata da lontano e l'accoglienza per lei è stata
tragica.
Non sapeva
il nome dell'albergo, non aveva soldi, non aveva uno smartphone ma solo un
vecchio cellulare senza credito. Aveva una carta di credito, sapeva a mala pena
la data di partenza da Venezia ma non aveva i biglietti. Il fratello, che aveva
seguito l'organizzazione del viaggio, aveva lasciato il cellulare in albergo e
la cognata ne aveva uno rotto. Nessuno di loro utilizzava email o comunque lei
non usandolo, non sapeva le loro email. Non c'erano parenti in America
raggiungibili che potessero fare da tramite fra loro. Scendendo dal traghetto,
come noi, al ponte di Rialto, implorava aiuto a qualcuno che parlasse inglese.
Ho preso le sue valigie dal traghetto e mi sono soffermata al molo del Ponte di
Rialto perdendo gli altri del mio gruppo. Cintya, una americana del nostro
gruppo che si è accorta del mio cambio programma è tornata indietro per capire cosa stesse succedendo. Nel
frattempo Will, Sister Lucy e Shirley erano saliti sul ponte di Rialto senza
capire perché noi due non li raggiungevano. La signora era disperata. Era per
me urgente e prioritario divenire strumento per migliorare il suo umore e
lasciare gli altri. Pareva matta ma darle fiducia e ascolto è stata una
occasione per mettere in pratica l'esempio di Sister Lucy. Avevo pochissimo
tempo ed un treno prenotato per rientrare a Firenze che speravo di non perdere.
La scelta vincente, suggerita da Cintya, fu che io andassi alla stazione
assieme alla signora. Nel viaggio l'ho rassicurata che avremmo trovato una
soluzione (ma dentro di me avevo seri dubbi di riuscirci).
Venezia, sestiere San Polo |
Lei mi ha
detto: Comprendi in quale miserabile condizione mi trovo?
Io le ho
detto che Dio ci aveva messo alla prova con questo rebus per offrirci
l'opportunità di trovarvi una soluzione. Scesa alla stazione ho chiesto
immediatamente ad un artista una sedia per farla sedere facendo alzare il suo
amico. Ho visto
accanto un negozio con deposito bagagli e li ho consegnati pagando per lei. Il
negoziante è stato pronto e gentile ribaltando la mia percezione che le anime
dei Veneziani fossero tutte corrotte dalla commercializzazione della propria
città. La signora
Judy, vedendosi aiutata e circondata da sincere attenzioni ha ritrovato un po'
di calma e le sono venuti in mente nomi che potevano assomigliare a quello
dell'albergo.
In internet
si è trovato il nome simile di un albergo a San Marco.
La commessa
del negozio ha chiamato l'albergo e chiesto se c'era una prenotazione a nome
del fratello della signora. La risposta è stata positiva e siamo stati tutti felici
di aver risolto un rebus. Il mio treno stava per partire ma non avrei potuto
lasciare la signora senza l'assicurazione del negoziante che l'avrebbe
accompagnata all'albergo. La signora mi ha chiesto come poteva ringraziarmi. Io
senza dirle il mio nome, le ho dato un volantino di Maher dicendole che il
miglior modo sarebbe stata, una volta rientrata a casa, una donazione a questo
meritevole progetto. E lei lo ha fatto. Ero adolescente quando, in un training
organizzato da mio padre il formatore parlò del Peccato di Omissione. Disse che
uno dei più gravi peccati della Nonviolenza è omettere di dare soccorso a chi
ne ha bisogno, omettere di agire quando si può farlo. L'esperienza di tanti
anni in India mi ha poi forgiato aiutandomi a riconoscere aiuti leciti e non
leciti. Mi ha aiutata a valutare se ciò che a me pareva un aiuto immediato
utile potesse essere addirittura nocivo nel tempo. L'esperienza in India mi ha
portato sempre più spesso a scegliere di non agire di fretta, omettere di agire
di fronte a quella che pare una emergenza ci spinge a volte a muovere passi
falsi. Le mie valigie sono pronte, mi trovo a Roma in attesa del volo per
l'India. Buon viaggio a me ed a tutti.
[Alessandra / Chandra]