NOVARA. ARCHIVI E “TENTAZIONI”
di Giulia Marchina
Chiara Pasetti |
È
possibile risvegliare un archivio notarile, seppur molto affascinante nella sua
austerità e nella traccia dei secoli che si porta con sé, dal fiero silenzio
delle sue carte, e farne un centro propulsore di riflessione culturale, anche solo per una manciata di ore? A Novara sembra
proprio che questo possa avvenire: non solo, da un po’ di tempo a questa parte,
grazie anche a finanziamenti di persone generose e sensibili, che non
desiderano nemmeno in alcuni casi essere segnalate o indicate con i propri “loghi”,
e all'attività dell'Associazione “Le Rêve et la vie”, rappresentata dalla
Presidente Chiara Pasetti, i sogni sembrano, come è scritto nel nome stesso
dell'associazione, tramutarsi in realtà! Proprio l’Archivio di Stato novarese
di Corso Cavallotti ha ospitato il 19 febbraio «Le Tentazioni di Sant’Antonio»,
una feconda giornata dedicata alla particolare esperienza estetica (ed
estatica) che coinvolse a Genova il giovanissimo Gustave Flaubert,
permettendogli di legarsi per il resto della sua vita alla magnifica opera
pittorica attribuita a Pieter Brueghel il Giovane e da cui proprio quest’evento
prende a prestito il titolo (e che ora si trova nuovamente nel capoluogo
ligure, nella splendida Galleria Nazionale di Palazzo Spinola, dove si era
tenuto nel novembre del 2015 per la prima volta un pomeriggio di studio a cura
della stessa Chiara Pasetti, con lettura teatrale a seguire, su questo tema
così ricco di stimoli, con grande successo di pubblico e critica, e sotto la
superba orchestrazione della Direttrice della Galleria, Farida Simonetti). A
partire da quel dipinto cinquecentesco Flaubert scrisse la prima versione, del
1849, mai pubblicata in vita, una seconda riduzione nel 1856 (pubblicata su L'Artiste),
e un'ultima versione, la sola pubblicata, nel 1874. Davvero, come lui stesso
scrisse, l'opera di tutta la sua vita, “camera segreta del suo spirito”,
secondo le sublimi parole di Baudelaire.
Uno scorcio del magnifico Archivio di Stato di Novara. Nella foto Chiara Pasetti e Mauro Manica |
Davanti a un pubblico numeroso oltre le aspettative (fin troppo, tant'è vero che le sedie in sala non erano sufficienti a far sedere tutti, e qualcuno ahimè è rimasto in piedi, poiché il posto poteva accogliere non più di 90 posti a sedere, quando gli ingressi hanno senza dubbio superato questa cifra! Meno male però che anche in una piccola provincia come Novara eventi di tale qualità risvegliano tanto interesse), il momento di conferenze si è aperto alle 16.30 con l’intervento di Chiara Pasetti, cui si deve l’idea di valorizzare e celebrare, a distanza di oltre un secolo e mezzo (Flaubert scoprì il dipinto durante un viaggio in Italia nel 1845), questa affascinante congiuntura artistica. La relatrice ha ripercorso gli episodi essenziali della biografia flaubertiana citando alcuni passi dalla Correspondance e dagli scritti giovanili (in cui si radica la Tentazione), e dando particolare attenzione alla genesi e alla lunga gestazione di quell’opera sublime, eppure quasi del tutto dimenticata dalla critica italiana, che è La Tentazione di sant’Antonio, un’officina aperta per l’autore, dalla quale è potuta nascere anche l’idea del romanzo Madame Bovary.
A seguire il Dottor Mauro
Manica, psichiatra e psicoanalista, autore di numerose pubblicazioni tradotte
in diverse lingue (si ricorda in particolare il suo ultimo lavoro, Intercettare
il sogno. Sviluppi traumatici e progressione onirica nel discorso
psicoanalitico, edizioni Borla 2015), ha passato in rassegna, proiettando
molti dipinti, i motivi che hanno determinato a partire dal XV secolo una così
ricca tradizione pittorica (quasi “un’ossessione transgenerazionale” nel caso
dei vari Brughel che hanno scelto di dipingere le Tentazioni di sant'Antonio)
delle visioni del celebre anacoreta vissuto nel deserto egiziano tra i III e il
IV secolo d. C. Per spiegare quella sorta di sindrome di Stendhal all’ennesima
potenza che è valsa a Flaubert l’ispirazione di una vita, il dottore ha
scandagliato la mente e i traumi dello scrittore francese, facendo riferimento,
in termini sartriani, alle tappe del suo percorso da “idiota” a “poppante
saggio” a “genio”. Una prospettiva che, prendendo spunto da Sartre e da
psicoanalisti suoi contemporanei, fino ai giorni nostri come Massimo Recalcati,
giunge a esiti decisamente più nuovi, efficaci e convincenti nell'interpretare
sogni, malattie, disturbi e soprattutto affinità tra il giovane Brueghel, il
giovane Flaubert e il santo.
L'attore Andrea Gattinoni nell'interpretazione del testo di Chiara Pasetti |
Alle ore 19 la bella sala
dell’Archivio di Stato si è tramutata in una buia e suggestiva caverna, in cui
ha risuonato la voce di Andrea Gattinoni, attore e regista che ha
magistralmente interpretato il testo della Tentazione
di sant’Antonio di Flaubert, nella splendida veste che Chiara Pasetti ha
saputo dare con la sua opera di intera ritraduzione e riduzione drammaturgica.
Gattinoni è riuscito da solo, senza alcun bisogno di cambi o pause di sorta, a
creare un vero e proprio caleidoscopio di voci che rifrangendosi (grazie
all’abile uso che ha fatto a computer delle distorsioni audio) hanno annullato
il tempo e lo spazio, regalando agli spettatori la rara e preziosa esperienza
della visione (Flaubert avrebbe detto dell'allucinazione artistica). Pochi
prima si erano cimentati e nessuno in Italia (una sola messa in scena della Tentazione
di sant'Antonio era stata realizzata nel 1967 a Parigi, all'Odéon, per la
regia di Maurice Béjart): un motivo c’è ed è a mio avviso che la densa materia
del sogno flaubertiano richiede non soltanto uno studio profondo e
appassionato, non solo un’affinata capacità attoriale di sapersi calare nei
meandri di quest'opera complessa, “cafarnao pandemoniaco della solitudine”
secondo le parole di Baudelaire, potendo interpretare di volta in volta
sant’Antonio, la Regina di Saba, il Diavolo, la Lussuria, nonché l'autore
stesso, Flaubert… ma credo necessiti di una cifra personale, ed è quella di una
maledetta visionarietà, caratteristica che certamente accomuna Flaubert,
Brueghel, sant'Antonio. E certamente Chiara Pasetti e Andrea Gattinoni.
Attendiamo i prossimi
appuntamenti dell'Associazione “Le Rêve et la vie”, sperando che il pubblico
sia sempre così caldo e numeroso, e che la prossima volta ci siano sedie
sufficienti per tutti, senza che i vigili del fuoco possano fare multe a “folli
sognatori” (Angelo Gaccione li ha giustamente così battezzati) che realizzano,
o assistono, a eventi culturali di tale pregio!
[Per essere informati sulle
prossime iniziative: www.lereveetlavie.it]