NUOVI AFORISMI
di Ornella
Ferrerio
Ornella Ferrerio |
1.Ma, sarà
vero che esiste – davvero – il vero?
2.Forse, se la
mente si impenna è perché ha galoppato troppo.
3.Non c’è
nulla da fare: la vita va vissuta in modo vivo.
4.È certamente
cosa triste fare tappezzeria nel grande ballo della vita.
5.È davvero il
colmo ridere da soli, disperatamente?
6.Devi tacere,
se vuoi che il silenzio ti ascolti.
7.È quasi
commovente la grande utilità dei numeri.
8.Certe coppie
sono come quelle nelle casette segnatempo: o esce lui, o esce lei!
9.Che fatica
sparire, ogni giorno, dentro la propria recita.
10.Come è
faticoso calcare le scene del mondo.
11.Quante
volte si chiede, al proprio letto, l’elemosina del sonno!
12.Alcuni
momenti della vita assomigliano a un viaggio faticoso,
dove si parte con piedi pesanti e si torna con ali di
piombo.
13.Ho proprio
l’impressione che, al destino, gli fa proprio un baffo di tante tragedie.
14.Chissà
quante storie potrebbero raccontare le ore sconosciute del sonno!
15.Non ti
preoccupare se hai dei nemici. Potrebbero essere il segno di un tuo valore.
16.I miei
ideali – ormai – trovano pace solo in ciò che scrivo.
17.Forse
sarebbe opportuno fare sipario sulle attuali situazioni politiche, economiche e
sociali.
18.Vedere la
terra dallo spazio è davvero meraviglioso: sarà perché non si vedono gli
uomini?
19.Da tanti orrendi
fatti che sono successi, che succedono e che, purtroppo, succederanno ancora,
emerge tutto il veleno degli estremismi religiosi e gli abissi della condizione
umana.
20.La
creatività è veder nascere le cose in quell’insieme di quinte che è la vita.
21.EXPO: sarebbe stato bello pensarlo come un acronimo sillabico di Ex-Poveri.
22.È meglio
fare che dire perché, forse, in ciò che fai si trova tutto quello che vorresti dire.
23.Sui mezzi
di trasporto pubblici i telefonini sembrano creati per erigere muri
fra i giovani seduti e gli anziani in piedi.
fra i giovani seduti e gli anziani in piedi.
24.Amare
l’amore può voler dire non amare.
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L' IMMAGINE - QUADRO
L'immagine-quadro
che ho appeso nel soggiorno-cucina è grande, occupa una parte ragguardevole
della parete. Una fotografia che rappresenta una via di Londra, al centro la
strada che al fondo curva a lato i palazzi e centralmente nell'immagine
parcheggiato sulla carreggiata a fianco del marciapiede un tipico bus a due
piani londinese. La particolarità della foto è che tutto è in bianco e nero
eccetto il bus che è a colori di un bel rosso tipico dei bus a due piani di
Londra ed ancora nello scorcio della via non appare nessun essere umano. Il
cielo non si vede, lo spazio ripreso è tutto occupato a lato dagli edifici. Il
soggetto appare pulito, quasi asettico, muto e parlante.
Mi succede che guardandolo
vengo risucchiato all'interno dell'immagine, mi trovo in quella strada a salire
sul bus. Mi ricorda tanto le vie centrali di Milano quando possano essere
percorse a ferragosto e non c’è anima viva.
Leggo in alto sul bus Tower Hill ed ancora 15 Aldwych Fleet Street St. Paul's Cathedral, non
conosco Londra. Senz'altro questo è il
capolinea, lo prenderò e presto si metterà in moto e mi porterà in un posto che
non so. Sono attratto magneticamente da questa immagine. Era in un altro posto
primo che l'appendessi nel mio soggiorno-cucina ed io volevo farla mia, è
sicuro che in qualche modo la amo come luogo di un ipotetica vita senza
affanni.
La pulizia che ne traspare
risulta essere senz'altro interiore, una qualità dell'anima.
Il rosso del mezzo pubblico mi
ricorda la mia infanzia ed un automezzo giocattolo dei vigili del fuoco
regalatomi un Natale associato nella sua corsa guidata dalle mie mani ad una
canzone che a quei tempi inneggiava ai pompieri di Viggiù.
Il colore rosso non connota
il sangue né il pericolo né l'eccitazione, al contrario, quando è in contrasto
con il grigio attorno, diventa un punto ed un modo di sedazione dell'anima
quando altresì è scossa da qualsivoglia turbamento.
Vado pazzo per gli autobus,
per i palazzi grigi e monumentali, per le vie pulite e ordinate e per l'assenza
di vita caotica piena di gente.
È bello quando la città si veste di eternità.
Tiziano Rovelli
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