Napoli.
"Ordalie"
Dal
Mediterraneo ai Balcani.
Memorie e
Culture per la Pace e la Convivenza
Mercoledì 23 Maggio, ore
17
Santa Maria la Nova
Nel “lavoro di pace” e,
nello specifico, nei processi di trasformazione del conflitto e di
ri-composizione post-conflitto, il complesso delle forme e delle dinamiche che
appartengono all’universo culturale assume un’importanza, sebbene spesso
sottovalutata o non colta appieno, rilevante e significativa. Spesso distorta
per alimentare ostilità e conflitto, la sfera culturale può costituire,
infatti, un potente fattore di soggettivazione e di legame, tanto negli aspetti
materiali, espressi intorno a luoghi ed oggetti fisici del patrimonio
culturale, quanto intorno ai patrimoni immateriali, intangibili, “fatti” di narrazioni
e simboli, figure ed eventi, celebrazioni e pratiche rituali.
Il
riconoscimento dei giacimenti culturali e la valorizzazione dei luoghi della
memoria, che, a propria volta, costituiscono punti di sedimentazione delle
memorie collettive, assurgono a occasioni preziose, contro l’oblio e lo
spaesamento, per costruire pace e condivisione. Sul terreno culturale si gioca,
infatti, il confronto delle identità, multiple e cangianti, e si dipana la
sfida del superamento dei conflitti etno-politici. Nello scenario europeo e
mediterraneo, spazio continuo di conflitti e di attraversamenti, i Balcani,
nucleo e limes d’Europa, esprimono polifonie di voci e di culture, ricche di
potenziali di pace, e riverberano possibilità di inclusione e di convivenza.
Riprendendo Johan Galtung, infatti: «Condividere insieme l’arte di una cultura
dopo l’altra può già costituire una costruzione della pace; e ancor di più
esporsi all’arte che crea essa stessa ponti tra le culture. Essi riconosceranno
i propri temi, e la loro armonia con le altre culture può diventare quella tra
le culture».
I
luoghi del patrimonio culturale, materiale e immateriale, i beni di rilevante
interesse storico e culturale, paesaggistico e archeologico, i luoghi della
memoria, nell’orizzonte delineato dalla Carta UNESCO e nella prospettiva del
«culture-oriented peace-building», vale a dire della trasformazione dei
conflitti e della costruzione della pace lungo i percorsi individuati dalla
«convergenza tra le culture», attraverso il Mediterraneo, irradiano per il
futuro, nei Balcani, nel Kosovo post-conflitto, messaggi di trasformazione, di
convivenza e di giustizia. Come indica Lisa Schirch, tra gli altri, la sfera
culturale può, infatti, consentire «all’“impossibile” di divenire “reale” in
quanto le persone possono generare un contesto unico in cui, anche se solo
temporaneamente, simboli, messaggi sensibili ed emozioni espresse riescono a
comunicare ciò che le parole, da sole, non possono».
Nei
termini in cui si esprime la Carta UNESCO, in effetti, «una pace basata
esclusivamente sugli accordi politici ed economici tra governi non è una pace
che possa godere del sincero, unanime e duraturo supporto dei popoli del mondo,
laddove, al contrario, la pace deve essere fondata, se non intende fallire,
sulla piena solidarietà, morale e intellettuale, dell’umanità». Sicché, come
recita l’art. 1, «scopo dell’UNESCO è contribuire alla pace e alla sicurezza
promuovendo la cooperazione tra i popoli, attraverso l’educazione, la scienza e
la cultura, al fine di promuovere il rispetto universale per la giustizia e lo
stato di diritto, i diritti umani e le libertà fondamentali».
Occasione
di confronto su queste tematiche, la presentazione del volume “Ordalie. Memorie
e Memoriali per la Pace e la Convivenza” (Napoli, 2017), Mercoledì 23 Maggio
2018, ore 17.00, Complesso Monumentale di S. Maria la Nova, Napoli, con gli
interventi di Elena Coccia, Consigliera Delegata al Patrimonio Culturale, Città
Metropolitana di Napoli; Amarilis Gutierrez Graffe, Console Generale a Napoli
della Repubblica Bolivariana del Venezuela; Immacolata Caruso, Istituto di
Studi sulle Società del Mediterraneo, ISSM-CNR; Dorotea Giorgi, femminista,
Casa Internazionale delle Donne, Trieste; Maria Teresa Iervolino, anglista e
boemista, mediatrice culturale; Manuela Marani, esperta di sviluppo
territoriale e di cooperazione decentrata; Rosanna Morabito, docente di lingua
e letteratura serba e croata, Università “L’Orientale”, Napoli. L’iniziativa ha
il patrocinio della Città Metropolitana di Napoli e dell’Osservatorio
Permanente per il Centro Storico di Napoli Sito UNESCO.
La locandina dell'incontro |