La via dell’immortalità di Franco
Rustichelli
di Laura Margherita Volante
Franco Rustichelli è
famoso per la sua teoria dinamica dell’immortalità. Il suo intervento dal
titolo “L’uomo sulla via dell’immortalità: da De Dominicis alle meduse che
ringiovaniscono”, svilupperà un tema affrontato dall’artista Gino De Dominicis,
il quale cercò spesso di dimostrare l’immortalità e il superamento dei limiti
fisici con opere che corrispondevano a condizioni impossibili. Le considerazioni
dell’artista e dello scienziato Prof. Rustichelli si confronteranno con il
pensiero di Giacomo Leopardi e la sua riflessione sulle reazioni dell’essere
umano di fronte alla perdita: “Se l’uomo è immortale, perché i morti si
piangono? […] Dunque noi non crediamo naturalmente all’immortalità dell’animo;
anzi crediamo che i morti siano morti veramente e non vivi; e che colui ch’è
morto, non sia più.” (Zibaldone, pag. 4277).
Franco Rustichelli |
L.M.V. Dalla lettura delle sue relazioni intorno ai
problemi esistenziali si evince un legame fra la danza contemporanea e la
dinamica di leggi fisiche, soprattutto della meccanica e dell’elettronica.
Vuole spiegarci come è giunto a tale sintesi superando la dicotomia fra scienza
e arte?
F.R. Il mio
interesse per la Danza Contemporanea è nato
molti anni fa in seguito al mio lungo soggiorno professionale a Grenoble, che mi ha permesso di assistere
nel triangolo Grenoble (Maison de la
Culture), Parigi (Theatre de la Ville), Avignone (Festival) alle produzioni di
famosi coreografi come Maurice Bejart, Maguy Marin, Carolyne Carlson, Trisha
Brown, Pina Baush, Lucinda Child, Merce Cunnigham e molti altri.
Piano piano è maturato in
me l’interesse a passare da un ruolo passivo ad uno attivo e a cimentarmi a
livello coreografico, cercando di trasferire nella danza le emozioni che avevo
provato nello scoprire attraverso la Meccanica Quantistica, i frenetici
movimenti degli atomi e delle molecole che avvengono nei materiali e nelle
cellule. Nella prima coreografia dal titolo “Movimenti Stocastici n.1 (Passi di danza dal mondo dell’infinitamente
piccolo) avevo collaborato con la Coreografa Simona Lisi e nella seconda dal
titolo “On the way to Immortality” con la Coreografa Jadi Carboni.
L.M.V. Il fisico e la fisica - perdoni la
provocazione - sono dunque i progenitori di una nuova scoperta scientifica?
F.R. Il
Fisico e la Fisica sono progenitori di molte scoperte scientifiche. Quelle che
a me interessano di più negli ultimi tempi sono gli impatti che la Fisica ha
avuto in campo biologico, condizionando fortemente grandi scoperte come la
struttura a doppia elica del DNA.
L.M.V. L’intelligenza umana è artefice del proprio
destino, allora come si può superare il dilemma tra caso e caos?
F.R.
Nell’evoluzione degli esseri viventi
fino a pochi decenni fa, si è assistito al passaggio dagli esseri
unicellulari di qualche miliardo di anni fa ad una leggiadra fanciulla, che
suona un Notturno di Chopin. Tale passaggio è avvenuto secondo le leggi del
caso, che ha contrastato progressivamente il caos. Ma oggi sappiamo che tale
lunga evoluzione ha prodotto l’intelligenza umana, che può aiutare
drasticamente la natura ad accelerare drasticamente il processo evolutivo
grazie alle scienze sperimentali, che convergono nell’area delle Biotecnologie.
Oggi infatti l’uomo, agendo all’interno elle cellule, ad esempio con
l’Ingegneria Genetica, può ottenere in breve tempo ciò che la natura otterrebbe
in milioni di anni. Così l’uomo non è più succube impotente del Fato ma
diventa artefice del proprio destino,
cioè dopo aver conquistando lo spazio, sta conquistando il tempo biologico.
L.M.V. Dal caos si può con l’intelligenza umana più
evoluta dare origine controllando la casualità?
F.R. L’intelligenza umana più evoluta permette di
ridurre il caos aumentando l’ordine. Ma non c’è bisogno di pensare alle
sofisticate tecniche menzionate nella
risposta precedente. Basta pensare ai
camerieri, che ogni mattino nella mia stanza di collegio a Pisa facevano
ordine, contrastando il caos (alta entropia) che ogni giorno io ero capace di
creare nella mia stanza, operando da
mane a sera.
L.M.V. La sua Teoria dell’immortalità è molto suggestiva. Oggi si parla sulla possibilità di vivere fino a
cento anni. Le condizioni del pianeta, del clima, dell’ambiente sono
inquietanti e di certo non aprono molte speranze ad una vita anche lunga e in
salute. Lei è ottimista e su quali basi?
F.R. Io sono ottimista di natura ed anche in
questo caso. Spero che gli uomini di buona volontà ed intelligenza prevalgano
su quelli di cattiva (anche se di questi purtroppo ne sorgono ad ogni istante)
e per l‘appunto con le conoscenze scientifiche, riescano a creare un ambiente
confortevole, come ce ne sono ancora
molti sulle ridenti colline marchigiane.
L.M.V. I suoi studi e le sue ricerche non si sono
limitati ad un ambito prettamente scientifico, ma si sono immersi in diversi
linguaggi espressivi dell’arte quali il teatro, la danza, ecc… con esperienze
di respiro europeo e con collaborazioni prestigiose. Cosa è cambiato nel suo
percorso personale?
F.R. Il mio
percorso personale si arricchito molto, quando in seguito al sodalizio con il
grande artista Gino De Dominicis, ho iniziato a far emergere le potenzialità
artistiche presenti a livello latente nella mia personalità, dapprima con delle
performances nelle gallerie di arte contemporanea a Roma e a Firenze, in
seguito con la scrittura di un testo teatrale ed infine con le mie esperienze
coreografiche. In tutte queste esperienze artistiche traggo vantaggio dalle mie
conoscenze scientifiche. Ad esempio nella mia ultima coreografia mi sono
ispirato alle proprietà delle cellule staminali, che sto studiando da tempo in
collaborazione con biologi e medici.
L.M.V. Einstein
affermò che “Due cose sono infinite:
l’universo e la stupidità umana, ma riguardo l’universo ho ancora dei dubbi”.
Secondo lei è ancora valida questa affermazione oppure l’intelligenza umana può
abbattere tutti i muri culturali, tutte le barriere del suono per raggiungere
quell’infinito di leopardiana memoria?
F.R. In
questo caso la mia risposta non è cosi ottimista come vorrei. Infatti se la
risposta alla sua domanda è positiva per le persone dotate di una certa
cultura, purtroppo dobbiamo subire ogni giorno le conseguenze di alti livelli
di stupidità. Le faccio un esempio superbanale.
Non capisco perché, non solo nelle discoteche, non solo nei concerti
rock, non solo nelle feste popolari, non solo ai pranzi di matrimonio, ma
ultimamente anche ad alcuni spettacoli di danza contemporanea (ultimamente ne
ho abbandonato uno dopo pochi minuti) i nostri poveri orecchi debbano essere
sottoposti ad un pernicioso bombardamento di valanghe di decibel.
Fortunatamente si salvano ancora i concerti di musica classica