LA LOGICA DEL POTERE
di
Franco Astengo
La
sparata del Presidente del Senato circa l'abolizione del doppio turno nelle
elezioni comunali, consentendo così di eleggere il Sindaco con il 40% dei voti
validi (in pratica con il 20% degli aventi diritto) pare avere un seguito negli
intendimenti del centro-destra che intenderebbe procedere rapidamente in questa
direzione per via legislativa. Questo elemento si inserisce in una strategia
complessiva che, in una fase di forte riflusso nella partecipazione politica e
nella strutturazione dei partiti segnalata non soltanto dalla presenza
elettorale ormai stabilmente assestata attorno o appena al di sotto del 50%,
punta decisamente ad un accentramento del potere politico - amministrativo ben
oltre al primato della governabilità, trappola nella quale era caduta anche la
sinistra al tempo dello "sblocco del sistema politico": slogan poi
portato avanti sia dalla Bicamerale 1997-98, sia dalla proposta di modifica
costituzionale poi sfociata nel referendum del 2016.
Premierato,
abolizione del doppio turno nelle elezioni locali, soffocamento del
decentramento amministrativo sostituito dall'autonomia differenziata (attuata
in tempi di elezione diretta dei Presidenti di Regione: altro punto da porre in
discussione), deperimento di ruolo dei consessi elettivi e non soltanto del
Parlamento, amministrazioni provinciali elette in secondo grado, leggi
elettorali ispirate proprio dalla logica del superamento della rappresentanza
politica: tutti fattori che attaccano direttamente la Costituzione Repubblicana
nei sui capisaldi attuativi dei principi democratici di piena partecipazione,
rappresentanza, solidarietà sociale.
Intanto
crescono tutti gli indicatori delle disuguaglianze economiche e sociali, si
intensifica (se ancora può essere considerato possibile) lo sfruttamento delle
persone, del territorio, dell'ambiente e il quadro internazionale (ben oltre i
giochetti brussellesi sulle nomine) ci porta direttamente davanti allo spettro
della guerra. A questo punto andrebbe aperta una riflessione ben più profonda
di quella che si sta svolgendo attualmente tra le forze democratiche e
progressiste: una discussione da finalizzare anche con urgenti azioni sul piano
della prospettiva politica.