Destinazione Italia, arriva il condono tombale per i
disastri ambientali
Comitati,
movimenti e amministratori locali: SI’ alle bonifiche, NO ai regali per gli
inquinatori. Chi ha inquinato deve essere pagato: un condono tombale sulle
bonifiche per criminali e aziende senza scrupoli con tanto di regalo di
miliardi di euro di fondi pubblici.
Foto di Livia Corona |
Il Decreto
Destinazione Italia è un vero e proprio regalo per gli inquinatori incalliti
che hanno devastato il paese deprimendo l’economia di vaste aree italiane e
condannando a morte migliaia di cittadini. Questa è la denuncia lanciata oggi
durante la conferenza stampa svoltasi a Roma presso la sala stampa della Camera
a cui hanno partecipato rappresentanti del Forum Italiano dei Movimenti per
l’Acqua, del Coordinamento Nazionale Siti Contaminati, degli amministratori dei
Comuni ricadenti nei Siti Nazionali di Bonifica (SIN) e della campagna Stop
Biocidio di Lazio e Abruzzo. In queste ore è scatta la mobilitazione affinché
la norma contenuta all’Art.4 del Decreto sia cancellata. Purtroppo la
maggioranza in Parlamento pare sorda agli questi appelli lanciati dai cittadini
e dai Comuni che da anni si battono contro gli inquinatori, spesso lasciati
soli proprio dallo Stato. Si preferisce tutelare gli interessi di grandi aziende
che in questi ultimi anni sono spesso salite, è proprio il caso di dirlo, sul
banco degli imputati per gravissimi fatti di contaminazione di acqua e suolo.
In Italia lo
Stato ha perimetrato 57 Siti di Interesse Nazionale per le Bonifiche, scesi a
39 con una operazione di riclassificazione artificiosa realizzata con un tratto
di penna dal Ministro Clini all’inizio del 2013 senza che le bonifiche, per
stessa ammissione del Ministero, fossero realizzate e senza che nessuno a
livello ministeriale tra alti funzionari e amministratori nazionali pagasse per
tale insuccesso. Taranto, Priolo, Marghera, Terra dei Fuochi, Bussi, Brindisi,
Gela, Sulcis, Mantova, Brescia sono solo alcune di queste aree, abitate da
milioni di persone, in cui l’Istituto Superiore di Sanità ha accertato, con lo
studio “Sentieri”, un aumento esponenziale di malattie mortali stimando
migliaia di morti in eccesso.
Con queste premesse ci si aspetterebbe un rilancio delle
bonifiche a favore dei cittadini, per recuperare lo “spread ambientale” che ci
separa da paesi come la Germania che da anni perseguono la riqualificazione
ambientale con il consenso e la partecipazione della popolazione dando nuova
vita ai territori destinandoli a parchi, ecomusei, luoghi per attività sportive
ecc.
Il Governo Letta,
Il Ministro Orlando e la maggioranza hanno invece immaginato di poter
“reindustrializzare” questi siti puntando al coinvolgimento degli inquinatori,
che potranno ricevere fondi pubblici per qualsiasi tipo d’iniziativa
produttiva, anche inceneritori, nuove raffinerie ecc.L’accordo di programma
potrà essere formato con soggetti già condannati o sotto processo per reati
gravissimi, che riceveranno il sostegno dello Stato.
Ieri la Camera ha riconosciuto la
fondatezza dell’allarme lanciato dai comitati approvando l’emendamento Realacci
che rischia però di essere solo la foglia di fico per un provvedimento che
resta del tutto inaccettabile. A riguardo emblematica è la posizione espressa
dalla Rete Comuni Sin, che raccoglie comuni inseriti tra i Siti di Interesse
Nazionale per le bonifiche, per cui l’art.4 è da cancellare tout court. Tale
posizione è supportata anche da una valutazione che fa ritenere il
provvedimento del tutto inadeguato e controproducente perché inserito
nell'ennesimo decreto "omnibus" e non all'interno di una strategia
complessiva che miri a rendere realmente più efficace la normativa in materia.
Nello
specifico, il denaro pubblico erogato nell’ambito dell’accordo di programma
potrà essere assegnato agli inquinatori “solo” per i nuovi investimenti
produttivi e non per la parte della bonifica, messa in sicurezza e
risarcimento. In realtà si sono accorti che il provvedimento era contrario ai
principi del nostro ordinamento e di quello comunitario che prevedono da
decenni per l’autore del danno alla collettività il ripristino ambientale e il
risarcimento del danno. E’ stata introdotta, quindi, questa precisazione che
all’atto pratico sarà di difficilissima applicazione vista la complessità degli
interventi, dei calcoli connessi all’attuazione degli accordi di programma e,
soprattutto, delle verifiche che dovrebbero essere messe in campo che già oggi
latitano da parte del Ministero dell’Ambiente. In ogni caso sarà uno schiaffo
per cittadini onesti e popolo inquinato e un guadagno per gli inquinatori. Si
vedranno finanziare a fondo perduto o, se va male, con il “solo” credito
d’imposta impianti produttivi di ogni genere che avranno anche il
riconoscimento di opere di pubblica utilità!
Chi ha la fedina sporca o un curriculum da inquinatore saprà scommettere
su interventi sostenibili?
Il tocco finale è nel comma 6 in cui si
prevede addirittura un vero e proprio condono tombale, co-finanziato dagli
italiani, per gli inquinatori poiché l'attuazione dell'accordo di programma
“esclude per tali soggetti ogni altro obbligo di bonifica e riparazione
ambientale e fa venir meno l'onere reale per tutti i fatti antecedenti
all'accordo medesimo.” Tutto ciò senza considerare che spessissimo (basti
pensare ai casi della diffusione della contaminazione del PCB a Brescia o della
diossina a Bussi) la gravità reale dell’inquinamento e il vero importo dei
danni si scoprono ad anni di distanza.
Nel Decreto è
clamorosa la mancanza di norme per assicurare la partecipazione dei cittadini e
la trasparenza dei procedimenti nella formulazione degli accordi di programma.
Non hanno neanche previsto la Valutazione Ambientale Strategica che è
obbligatoria per piani e programmi. Sarà forse la “sindrome di Dracula”, si ha
paura della luce? Bisogna utilizzare miliardi di euro di fondi pubblici europei
al riparo dagli occhi di quei cittadini che, nonostante il fumo sprigionato
dagli impianti inquinanti…, da anni hanno saputo denunciare reati e innescare
inchieste (l’ultima ieri a Bussi, coinvolta la multinazionale Solvay)?
Comitati, cittadini
e amministratori ritengono che i fondi pubblici debbano essere impiegati in
maniera trasparente per progetti sostenibili realizzati da soggetti che abbiano
credibilità e che abbassino la pressione antropica sui siti di bonifica già
martoriati, sull’esempio dei paesi più civili, attraverso un Piano Nazionale
per le Bonifiche condiviso con comunità, associazioni e movimenti. Gli
inquinatori devono solo pagare fino in fondo per i disastri che hanno
danneggiato l’economia di un intero paese e città meravigliose come Mantova,
Taranto etc.
Forum Italiano dei
Movimenti per l'Acqua
Stop Biocidio
Lazio/Abruzzo
Rete Comuni SIN -
Siti Interesse Nazionale per le Bonifiche
Coordinamento
Nazionale Siti Contaminati
Associazione A Sud
ISDE Lazio