TORINO EX
AREE THYSSENKRUPP:
IL
COMUNE PAGHI I SENZA LAVORO PER BONIFICARE
LE SOSTANZE TOSSICHE
Torino.
In questi giorni il Comune di Torino
ha approvato il Programma di Trasformazione Urbana 2013-2016,
presentato in prima istanza dall’Assessore all’Urbanistica
Stefano Lo Russo e dal Sindaco P. Fassino nel luglio del 2013 e poi
modificato, che comprende la riqualificazione delle ex Aree
ThyssenKrupp, dove sorge lo stabilimento in cui trovarono la morte 7
nostri compagni di lavoro. Un’area enorme, oltre 300 mila metri
quadrati, a ridosso del Parco della Pellerina, dove scorre e trova il
suo ingresso in Città la Dora Riparia. Ovviamente su
questa area si sono già scatenati, da anni, molti appetiti, sia
pubblici (oneri di urbanizzazione) che privati (speculazioni edilizie
e aumento delle rendite fondiarie).
Il Comune
non si pone neppure la questione, almeno morale (visto che quella
giuridica finora non ha visto nessuna condanna per i responsabili
della strage) di trattare l'area con la logica di penalizzare chi ha
causato quelle morti. L’Amministrazione Chiamparino aveva
affermato, all’indomani della strage, di non voler concedere alla
multinazionale tedesca alcun beneficio, come il cambiamento di
destinazione d’uso, ed espresso la volontà che l’area venisse
ceduta alla Città a titolo gratuito come risarcimento “morale”.
Nulla di tutto questo! La TK, dopo aver causato la morte di 7
operai si è intascata anche decine di milioni di euro dagli appalti
per la realizzazione e manutenzione delle scale mobili nelle nuove
stazioni ferroviarie di Porta Nuova e Porta Susa, con tanto di
marchio in bella mostra! In sostanza il Comune fa affari con i
responsabili di una tragedia che rimarrà per sempre una ferita
indelebile per la nostra Città.
Chiamparino
e Fassino fate affari con degli assassini!?
Nel
piano di riqualificazione appena approvato, e i cui lavori di
realizzazione sono annunciati sin dalla prossima estate, si prevedono
in sostanza i soliti interventi, totalmente inadeguati, proposti
dagli indirizzi di un Piano Regolatore vecchio ormai di vent’anni,
che non tiene minimamente conto di ciò che ha investito nel corso
degli ultimi due decenni il capoluogo piemontese: le conseguenze
seguite alla pesantissima ristrutturazione industriale seguita da un
costante ma inesorabile calo demografico e la crisi, tutt’altro che
alla fine. La riqualificazione prevede la realizzazione di una
porzione residenziale (a fini abitativi), una di verde (da annettere
al parco già esistente di v. Calabria adiacente al Parco della
Pellerina) e una zona artigianale di terziario avanzato. Infine un
luogo di testimonianza di ciò che accadde quel 6 dicembre 2007, che
suona come lacrime di coccodrillo da parte dell’Amministrazione:
l’istituzione che interviene solo “dopo” l’accaduto, quando
corre ai ripari dimostrando totale e colpevole negligenza per quanto
concerne controlli in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro, del
tutto inesistenti. Per questo si aprirà a breve un altro processo
parallelo che riguarda 5 funzionari dell’Asl di Torino, rei di
avvertire preventivamente l’azienda dei sopralluoghi ispettivi.
Anche se pare
scongiurato, come sembrava nelle intenzioni iniziali, il
trasferimento del deposito GTT di Venaria nell’area a ridosso del
parco più grande di Torino, resta il fatto che l’area
rimane pericolosamente disseminata di sostanze nocive dovute alle
lavorazioni siderurgiche e la cui bonifica deve essere a completo
carico dell’acquirente, che risulta essere la Bonafous
S.p.A. (società ad hoc composta da Gefim, società privata
operante nei settori edile e immobiliare e Fintecna, società
pubblica interamente gestita dalla Cassa Depositi e Prestiti e
specializzata nella riqualificazione di grandi aree dismesse). Di
questa riqualificazione lasciano fortemente perplessi e destano forti
preoccupazioni molti punti: il Comune ha “snellito” i
passaggi necessari per l’approvazione della riqualificazione
passando da Variante Strutturale (n. 211 del 2011), come previsto
dalla Legge, a semplice Variante Urbanistica Semplificata,
accelerando notevolmente l’iter e mancando completamente di momenti
di discussione e confronto con i cittadini, fermo restando che buona
parte dell’area è pubblica; si è incluso nella metratura
complessiva dell’Area anche una porzione del quartiere Lucento
(comprese parrocchia Santi Bernardo e Brigida e scuole materna,
elementare e media di v. Pianezza) e chiunque capirebbe che ciò ha
il solo scopo di aumentare la Superficie Lorda di
Pavimento, da cui deriva la possibile quantità di edificabile,
aumentando così la possibilità di speculare!; inoltre si continua
con la logica criminale e anti ecologica di costruire altre soluzioni
abitative assolutamente inutili se non a fini speculativi a fronte
della decrescita demografica, lenta ma costante della Città,
oltretutto in presenza di decine di migliaia di alloggi tenuti sfitti
solo per mantenere alti i prezzi di vendita e locazione; il Comune,
se ha intenzione di costruire case nell'area, non ha tenuto in debito
conto il rischio, tutt’altro che remoto, di esondabilità (ultima
alluvione nel 2000, stabilimento TK e aree limitrofe completamente
sommerse dall’acqua). Ma ciò che desta maggiore
preoccupazione, visti i recenti casi di cronaca (Terra dei Fiochi in
Campania e Ilva di Taranto, solo per citarne due) riguarda la
bonifica dell’area, trattandosi di un argomento che riveste grande
importanza e dagli enormi risvolti morali, sociali ed
ambientali. Preoccupazioni più che fondate visti i
risultati di altri esperimenti analoghi: ci riferiamo in particolare
alla Spina 3 e all’ex area delle Ferriere su cui sono stati
costruiti parchi, centri commerciali ed edifici, questi ultimi
utilizzati dagli atleti per le Olimpiadi invernali di Torino 2006 e
poi riconvertiti ad uso abitativo, zona Corso Mortara-IperCoop-Nuovo
Passante Ferroviario, sotto i quali vi sono ancora tonnellate e
tonnellate di scorie industriali nocive mai bonificate. Su questo
argomento nessun cenno da parte del Sindaco e del Consiglio
Comunale! Sindaco Fassino, la soluzione non è far costruire
palazzi e giardini sopra le scorie di un’acciaieria ma dare lavoro
a chi è senza per bonificarle (previa adeguata
formazione). Dall’indirizzo del provvedimento urbanistico
se ne deduce che in ultimo piano vengono, come sempre, i diritti dei
cittadini, mai interpellati quando si tratta di scelte che li
riguardano in prima persona, come in questo caso.
Ci rendiamo
conto anche noi che l’area così non può rimanere ma è
oggettivo che la riqualificazione dell’area sia assolutamente
imprescindibile dalla bonifica, a spese di chi ha inquinato. La
cosiddetta “Porta Ovest” della Città, oltre a rappresentare un
naturale biglietto da visita di ingresso alla Città può diventare
un’occasione per creare nuovi posti di lavoro, misura che
attenuerebbe, almeno in parte, gli effetti più devastante della
crisi. Noi ex lavoratori TK siamo sempre stati disponibili a metterci
in gioco, anche in percorsi di riqualificazione professionale, entro
quel progetto della Gran Torino Capitale del Lavoro del
Sindaco Fassino che per ora rimane solo sulla carta. Visto che il
Comune da questo orecchio sembra non sentirci e che i buoni propositi
sinora non sembrano essere serviti a nulla facciamo appello a
lavoratori, disoccupati, cassintegrati, giovani, donne, studenti,
immigrati e tutti quelli che lottano per difendere i propri diritti,
primo fra tutti quello ad un lavoro utile e dignitoso, a creare un
coordinamento tra associazioni e organismi (sindacali, ambientali,
ecc.), esponenti politici e sindacali, singoli cittadini che lottano
per non pagare gli effetti più nefasti della crisi a vigilare e
mettere in campo tutte quelle azioni necessarie per impedire al
Comune di speculare sull’area e costringere il Comune ad effettuare
le dovute bonifiche. La scusa di Fassino che non ci sono
soldi è una balla trita e ritrita: i soldi ci sono, basterebbe non
sprecarli in un’opera assurda e criminale come la Tav, in cui
si continuano a sperperare, tra lavori e gestione dell’ordine
pubblico, risorse preziosissime con le quali si dovrebbero creare
invece posti di lavoro, fare manutenzioni urgenti alle scuole che
cadono a pezzi, potenziare sanità, istruzione e trasporti. Misure
concrete per contrastare la crisi più dell’effimero “museo”
sulla sicurezza nei luoghi di lavoro che si vorrebbe intitolare alla
memoria dei nostri compagni di lavoro. La questione non è
sensibilizzare maggiormente i lavoratori ma chi ha in mano la
direzione della società, oggi nelle mani di chi lucra sulla vita dei
lavoratori. Per questo tipo di reati vi è in pratica la totale
impunità! Dimostrazione ne è che anche gli imputati coinvolti nel
caso TK non hanno fatto né un giorno di galera né saranno mai
condannati da tribunali che adottano i sistemi della giustizia
borghese, quello dei due pesi e delle due misure: chi combatte per
salvaguardare il lavoro e i propri diritti (per es. chi taglia le
reti, del tutto illegittime, dei cantieri della Tav in Val Susa)
viene messo in carcere e chi quei diritti li calpesta (come per es.
gli imputati del processo TK) è libero di agire indisturbato.
Ciò che
muove gli imprenditori (la stragrande maggioranza se non altro) è
unicamente il proprio tornaconto personale, non il benessere dei
lavoratori. Va da sé che questi due interessi non potranno mai
coincidere, perché la sicurezza per il datore di lavoro rappresenta
solo un costo, nulla più. I morti per profitto non sono altro che il
frutto di questo sistema produttivo ormai distruttivo di uomini e
risorse e di questo ordinamento sociale, ingiusto e superato, al
quale dobbiamo opporci con ogni mezzo iniziando fin da subito
appoggiando e promuovendo il coordinamento tra organismi, esponenti
di partiti, sindacati, comitati e singoli che già oggi lottano,
ognuno con proprie specificità e caratteristiche, non solo in difesa
dei diritti ma mossi da un obiettivo più alto: creare una nuova
società, l’unica alternativa possibile (ma soprattutto necessaria)
a questo sistema produttivo ormai giunto al termine. Una società in
cui saranno i lavoratori in prima persona a gestire il proprio luogo
di lavoro e quindi anche la propria sicurezza, finora delegata a chi
non ha alcun interesse a garantirla.
La
salvaguardia dei diritti va conquistata con la lotta e la
mobilitazione, come quella che ci attende il 24 aprile, giorno in
cui la Corte di Cassazione depositerà la sentenza di terzo
grado del processo ThyssenKrupp. Per questo invitiamo tutti a
presenziare a Roma davanti al Tribunale in solidarietà ai familiari
di tutte le vittime del profitto. Solo in presenza della
mobilitazione popolare la Corte condannerà, anche se a
pene (per noi) simboliche, i responsabili della strage.
Far
rinascere l’area senza speculazioni, priva di sostanze tossiche e
con finalità collettive, impiegando nella bonifica quelle migliaia
di lavoratori rimasti senza lavoro, appare di gran lunga il miglior
modo per ricordare Antonio, Bruno, Angelo, Roberto, Rocco, Rosario e
Giuseppe, restituendo dignità a quel lavoro che è costato loro
la vita e mantenendo fede al prestigio della nostra Città, Medaglia
d’Oro della Resistenza partigiana e culla della tradizione operaia
del nostro Paese.
Vorremmo
costruire, con chi condivide queste idee, un momento di scambio e
confronto per dare seguito all’appello che abbiamo lanciato.
24
APRILE A ROMA PER LA SENTENZA DI CASSAZIONE SULLA
STRAGE TK: LA CLASSE OPERAIA NON DIMENTICA!
Ex
lavoratori ThyssenKrupp Torino
COMUNICATO N° 77
Bilancio: approvata
solo la mozione M5S
Via libera per
#openbilancio
MILANO, 13
febbraio 2014
La mozione del M5S approvata nel corso della seduta
odierna del Consiglio Comunale, aggiunge al
processo di definizione del bilancio del Comune di Milano
una fase di condivisione con la
cittadinanza, sulla falsa riga di quello che è già stato
utilizzato in merito al regolamento edilizio.
Grazie a questa mozione la Giunta si impegna a pubblicare
sul portale web del Comune di Milano
gli elementi economico finanziari relativi allo schema di
bilancio, sulla base dei quali i cittadini
potranno fornire indicazioni in merito, quindici giorni
prima dell'approvazione da parte della Giunta
stessa. Inoltre dovrà essere avviato un dibattito nelle
singole zone attraverso assemblee
pubbliche. Il M5S trova nella partecipazione dei
cittadini un valore assoluto, per questa ragione ha scelto di partecipare a
tutti i tavoli tecnici svolti fino a questo momento; oggi raccoglie i frutti
dell'impegno profuso con questo voto unanime. Un passo importante per i
cittadini del Comune di Milano - secondo il consigliere Calise del M5S - sulla
strada della partecipazione e della trasparenza.
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