GUARRACINO PER GACCIONE
ALL’UMANITARIA DI MILANO
Sala CinemaMercoledì 15 maggio 2019 ore 18
dietro il Palazzo di Giustizia
in via San Barnaba n. 48
È un libro spietato e terribile, ma di potente resa narrativa. Il lettore sarà sedotto da queste storie estreme e dalla capacità affabulatoria del suo autore.
"Dove avete trovato una storia così inverosimile?"
"Nel centro della terra, signore"
“Ambientati
in un vero paese calabrese, ma dal nome inventato di Roccabruna, questi
racconti però, di fatti atroci e truci (storie di briganti, di vendette, di
soprusi, di follie, di ignoranza, di abusi e misfatti del potere, di fanatismi
religiosi…), sembrano, per la loro “estremità”, per il loro affollamento o
concentrazione di male, rovesciarsi da una verisimiglianza a una
inverisimiglianza, dalla realtà alla irrealtà, dalla storia alla favola. Ma se
nella favola, come nel più angosciante sogno, alla fine tutto si risolve per il
meglio e il rite de sortie del
narrante riporta al risveglio, alla realtà liberatoria, qui - proprio perché
non siamo nell’ambito della favola - il narratore non opera nessun rito di
uscita: eravamo e siamo nell’ambito della realtà, della storia…”
(Dall’Introduzione di Vincenzo
Consolo)
“L’incendio di
Roccabruna contiene quindici racconti uniti da un filo conduttore robusto:
l’ingiustizia e il dolore in un paese della Calabria presentato con un nome
fittizio (Roccabruna), ma che più calabrese di così non potrebbe essere. Ed è
questo filo conduttore che fa del libro non una semplice raccolta di racconti
ma un mondo narrativo compatto. Gaccione è ossessionato dal male, non dal male
metafisico, ma da quello che emerge da concrete situazioni storiche. I suoi
personaggi sarebbero piaciuti a Stendhal, il più mediterraneo degli scrittori
francesi. E talvolta si ha veramente l’impressione di leggere il seguito di Cronache
italiane…”
(Dalla Postfazione di Giuseppe Bonura)