di Franco
Astengo
Migranti,
60 morti in un naufragio in Tunisia Sbarchi a raffica, l'Italia riapre i porti.
Morire sul lavoro un'altra strage: sei vittime in 48 ore.
Cosa
ci dicono queste notizie delle ultimissime ore?
Queste
sono le notizie che contano, che impegnano, che colpiscono.
Altro
che i colpi di scena quotidiani, le proposte folgoranti e definitive del
reddito di cittadinanza che abolisce la miseria.
È
tempo di elezioni e si cerca la battutaccia a effetto, si crea ad arte la rissa
per catturare gli ascolti e i like,
si postano le foto con la fidanzata, con la birra e la pizza per dimostrare che
“sono uno di voi”.
Il
tutto gestito dalle stesse agenzie di attori, ballerine, cantanti: una cosa che
da tempo cattura il cervello e lo imprigiona in un eterno presente.
Non
c’è più la storia da cui andare a lezione, non ci sono tendenze profonde che
vanno scoperte e ricostruite per capire la direzione del mutamento se il
problema rimane quello della sceneggiata di un giorno.
Il
mondo sembra essere diventato uno scenario di cartapesta mentre la ferocia del
potere si esercita sempre più brutalmente schiacciando miliardi d persone in
una nuova schiavitù che comprende anche i territori, se pensiamo all’Africa e
alla lotta per le cosiddette “terre rare”.
Il
mondo è agitato dall’eterno dramma dello sfruttamento dimostrato dalle due
notizie apparse poco fa sui quotidiani online e sui siti delle agenzie.
La
sinistra non può far altro che ripartire da qui, comprendere la radicalità
delle condizioni di sfruttamento, elaborare un progetto politico di alternativa
che ribadisca, però, al fondo della prospettiva che intende aprire, due
indicazioni fondamentali: “ribellarsi è giusto” e ribellarsi deve servire “ad
abolire lo stato di cose presenti”.