LI STIAMO FACENDO NERI
di Ricken
Patel
Cari 41 milioni di fantastici avaaziani,
Scusate il linguaggio un po’ estremo, lo so che una
comunità come la nostra dovrebbe usare un linguaggio di speranza e non metafore
violente, ma insomma, li stiamo davvero facendo neri!!
Che abbiamo fatto? Davvero un numero incredibile di
vittorie.
Abbiamo
contribuito a dare forma al primo Piano Europeo sulla Migrazione
EU migrants.
Dopo che in migliaia sono annegati nel Mediterraneo cercando di fuggire da
guerre e povertà, all’inizio di quest’anno, la Commissione Europea ha
finalmente proposto un’Agenda sulla Migrazione per fare in modo che tutti gli
stati europei diano il loro contributo di solidarietà per le operazioni di
soccorso, trasferimento e accoglienza dei rifugiati, e siamo subito entrati in
azione per sostenere l’iniziativa:
Innanzitutto, abbiamo raccolto e donato mezzo milione di
dollari per finanziare l’operazione privata di soccorso più efficace di tutto
il Mediterraneo: si chiama MOAS (Migrant Offshore Aid Station), e solo
quest’anno ha salvato 7mila vite umane. Abbiamo anche sostenuto organizzazioni
locali che assistono bambini rifugiati, non accompagnati dai genitori, che
rischiano di diventare vittime di trafficanti, e i membri di Avaaz in Grecia si
sono offerti volontari per lavorare con queste organizzazioni.
Abbiamo usato ulteriori fondi per mandare aiuti umanitari
fino alle isole greche più remote per aiutare le famiglie siriane che ogni
giorno raggiungono queste coste su imbarcazioni di fortuna. Abbiamo offerto
riparo e cure mediche a migliaia di persone. Puoi leggere la storia di questa
spedizione sul blog dell'avaaziano Mike Baillie.
Contemporaneamente, abbiamo lanciato una Rete Europea di
Volontari per i rifugiati. Più di 1.600 avaaziani hanno dato la loro
disponibilità per partecipare volontariamente a programmi di assistenza in
tutta Europa. In Grecia, a Malta e in Italia, stanno aiutando le famiglie a
integrarsi nella società. In Germania e in Francia, i nostri membri stanno
ospitando nelle loro case i rifugiati, e nel Regno Unito stanno aiutando i
siriani a integrarsi nel territorio.
E poi siamo andati con tutta la nostra forza sui capi di
stato dell’UE: 450mila avaaziani in Europa si sono uniti alla richiesta di
provvedimenti urgenti e la petizione è stata consegnata a tutti i capi di stato
dell’UE e al commissario europeo che si occupa di migrazione. 65mila avaaziani
hanno scritto messaggi personali ai ministri e la nostra campagna è arrivata ai
piani più alti degli uffici governativi, tanto che uno dei principali
consiglieri del presidente della Commissione Juncker ci ha scritto per
ringraziarci per la nostra “splendida iniziativa”.
Dopo settimane di stallo, quando si è capito che Polonia,
Austria e Spagna stavano bloccando l’accordo, abbiamo intasato i centralini dei
loro Ministeri, e alcuni volontari di Avaaz hanno realizzato un video in cui
profughi siriani si sono rivolti direttamente al Ministro dell’Interno spagnolo
per chiedergli asilo, che poi è diventato virale sui social media.
Insieme, abbiamo dimostrato ai politici di tutto il
continente che i cittadini europei vogliono aiutare le persone che scappano
dalla guerra, contrastando il clima di razzismo e xenofobia con atti di
compassione. Ora, finalmente, è stato raggiunto un accordo: l’Unione Europea ha
triplicato il budget per le operazioni di ricerca e salvataggio nel
Mediterraneo e offrirà rifugio a più di 50mila persone che fuggono da conflitti
armati. È un primo passo, ma l’enormità di questa crisi umanitaria richiede una
pressione costante sui nostri governi per creare corridoi sicuri con cui i
rifugiati possano raggiungere l’Europa, senza doversi affidare a trafficanti di
esseri umani.
Abbiamo organizzato una lettera dei principali economisti
mondiali rivolta ad Angela Merkel contro le misure di austerità per la Grecia.
Greek austerity.
Quando la Grecia ha detto “no” a ulteriori misure di austerità, e i leader
dell’Unione Europea hanno minacciato di far uscire la Grecia dall’Euro, Avaaz
ha organizzato una lettera aperta ad Angela Merkel da parte di 5 economisti,
tra cui Thomas Piketty e Jeffrey Sachs, sulla scia della nostra petizione, che
ha raccolto oltre 530mila firme. La lettera ha fatto scoppiare un caso
mediatico in Germania e ha avuto una risonanza mondiale. Addirittura, il Ministro
delle Finanze tedesco ha incaricato uno dei principali economisti amici di
scrivere una dura risposta e di pubblicarla su uno dei principali quotidiani
tedeschi, scatenando un dibattito. Continueremo a fare pressione per spingere
la Germania a cambiare la sua strategia economica, l’unica vera soluzione per
salvare la Grecia da un nuovo, inutile e distruttivo periodo di austerità.
Abbiamo convinto Benetton a risarcire le vittime della
tragedia del crollo della fabbrica Rana Plaza in Bangladesh. Benetton Victory
Benetton Delivery.
Dopo due anni di “no” categorici, siamo riusciti a convincere Benetton a
cambiare idea. Ecco come: lanciando una campagna che ha raccolto oltre un
milione di firme rivolta a Benetton e consegnandola direttamente ai loro
vertici;
lanciando un’enorme campagna mediatica sulle reti
sociali, e quando Benetton ha fatto cancellare i nostri post, reagendo con
ancora più pressione;
facendo girare per giorni dei camion vela con nostri
manifesti fuori dalla sede di Benetton a Treviso. Quando la polizia è arrivata
per cercare di fermarci, il nostro avvocato in Italia è intervenuto,
convincendoli a lasciarci manifestare;
convincendo gli esponenti politici più influenti a
sollevare la questione personalmente con l’Amministratore Delegato di Benetton;
lanciando un appello diretto allo staff della Benetton
tramite post mirati su Facebook;
infine, avviando un dialogo personale e costruttivo con i
rappresentanti dell’azienda.
Benetton alla fine ha deciso di sostenere il fondo per le
vittime, e ha persino ringraziato Avaaz per il nostro “ruolo importante e
positivo” nella decisione! Questo ha consentito di ultimare il finanziamento
per il fondo per le vittime e le famiglie dei lavoratori del Rana Plaza. Una
vittoria che accende una nuova speranza per i diritti dei lavoratori in tutto
il mondo.
Abbiamo raccolto
la straordinaria cifra di 2,4 milioni di euro per le vittime del terremoto in
Nepal
Nepal earthquake.
Appena sono arrivate le prime notizie della devastazione che questo mega
terremoto ha provocato in Nepal, siamo subito entrati in azione, superando gli
ostacoli burocratici per aiutare chi più aveva bisogno. Grazie alla
collaborazione di oltre dieci associazioni locali, e grazie alle piccole
donazioni di decine di migliaia di persone dalla nostra comunità abbiamo potuto
inviare immediatamente cibo e medicine e ricostruire case nei villaggi
devastati dal sisma. Con i fondi che abbiamo raccolto, ora stanno ricostruendo
scuole e ambulatori nelle regioni più colpite, ridando una speranza a milioni di
persone. Abari, una delle organizzazioni che si occupano di costruire case e
scuole, ci ha ringraziati così: “Mentre ancora le scosse di assestamento
continuavano a far crollare gli edifici, Avaaz ha subito capito la gravità
della situazione, ci ha contattati e ha raccolto fondi in tempo record: meno di
24 ore! La capacità di entrare in azione della vostra comunità è incredibile”.
Abbiamo
contribuito a spingere le nazioni più inquinanti del G7 a dire basta ai
combustibili fossili
G7 climate heroes.
Dopo decenni di inquinamento e di continui rinvii dell’unica soluzione
possibile, cioè un passaggio al 100% all’energia pulita, il G7 ha finalmente
stabilito l’obiettivo a lungo termine di uno stop ai combustibili fossili. Un
risultato ottenuto grazie a uno sforzo di due anni, durante i quali la nostra
comunità:
è stata tra i leader della gigantesca Marcia per il Clima
dello scorso anno, un evento storico al quale hanno partecipato più di 700mila
persone in tutto il mondo;
ha raccolto 2,7 milioni di firme per la petizione per il
100% di energie pulite, che è stata consegnata a decine di capi di stato
europei;
ha coordinato manifestazioni, incontri ad alto livello,
sondaggi e campagne mediatiche in tutto il mondo, tutto finanziato con piccole
donazioni della nostra comunità;
ha guidato una campagna no-stop per tre mesi in vista del
vertice del G7, indirizzata ad Angela Merkel, per spingerla a mettere in agenda
e convincere gli altri paesi al passaggio alle energie pulite.
Abbiamo donato più
di 2,3 milioni di euro per combattere l’Ebola, ormai quasi debellata!
Ebola news. È
stata una delle imprese più dure. Questo virus avrebbe potuto uccidere milioni
di persone in tutto il mondo. Ma il mondo intero ha unito le forze per
fermarlo, e in pochi mesi l’Ebola è stata sconfitta in Liberia! Come abbiamo
contribuito?
La nostra comunità ha donato 2,3 milioni di euro alle
organizzazioni in prima linea nella lotta contro il virus. È stata la nostra
rapidità nel raccogliere i fondi, consegnati direttamente agli operatori sul
luogo, ad aver giocato il ruolo decisivo nel salvare tante vite. L’associazione
umanitaria Partners in Health ci ha detto: “Vi saremo eternamente grati per il
vostro sostegno e per la flessibilità che ci avete concesso su come usare i
fondi. È stata questa flessibilità ad aver fatto la differenza”.
Più di 4mila avaaziani si sono offerti volontari per
andare in Africa a combattere il virus e ad aiutare le organizzazioni locali. I
volontari di Avaaz hanno svolto funzioni fondamentali nella prevenzione del
contagio tra pazienti e medici nei centri di trattamento dell’Ebola, o nella
costruzione delle stesse strutture mediche.
L’Ebola è stata sconfitta in Liberia e anche nei paesi
vicini l’incidenza del virus è scesa. Questa è un’enorme vittoria per
l’umanità, e sono incredibilmente orgoglioso di questa comunità per aver
dimostrato che ci sono persone da tutto il mondo disposte a rischiare tutto per
andare ad aiutare altre persone in difficoltà dall’altra parte del pianeta. Il
bisogno di investire nella sanità pubblica in questa zona ora è più chiaro che
mai.
Abbiamo convinto
una delle più grandi banche al mondo a ritirare gli investimenti da un’impresa
militare israeliana
Israel-Palestine.
Dopo il terribile attentato a Gaza dell’estate scorsa, Avaaz ha lanciato la più
grande campagna per il disinvestimento di sempre, chiedendo ad alcune grandi
imprese di tagliare i rapporti con le imprese coinvolte nell’occupazione
illegale del territorio palestinese. L’Arcivescovo Desmond Tutu e Russell Brand
si sono uniti al nostro appello, ed insieme ad altri gruppi abbiamo chiesto a
Barclays di ritirare i suoi investimenti. Lo staff di Avaaz, poi, ha incontrato
di persona i rappresentanti della Barclays, e ha spiegato perché era importante
rinunciare agli investimenti nella Elbit, un’azienda che produce armi. Ora, ci
hanno informato che la Barclays non possiede più alcuna quota azionaria di
Elbit Systems, né personalmente né a nome di suoi clienti. La Barclays ha anche
confermato che sta scoraggiando i suoi clienti ad acquistare azioni di questa
azienda tramite tutti i suoi canali. Un’importante vittoria!
Avaaz sta continuando a lottare per convincere altre
imprese che finanziano tuttora l’occupazione della Palestina a ritirare i
propri investimenti, nel rispetto della legge internazionale.
Abbiamo finalmente
ottenuto giustizia per Liz, la ragazza keniana sopravvissuta a uno stupro
Justice for Liz.
Dopo che Liz, una ragazza keniana di 16 anni, ha denunciato alla polizia di
essere stata stuprata da sei uomini e di essere stata buttata priva di sensi in
una latrina da un’altezza di 6 metri, gli stupratori sono stati “condannati” a
tagliare il prato della stazione di polizia, e poi sono stati liberati! Quando
il caso è venuto alla luce, abbiamo risposto con un’enorme campagna globale e abbiamo
fatto tutto il possibile per ottenere giustizia:
consegnando la petizione ai più alti rappresentanti
politici e delle forze di polizia;
sommergendo di messaggi di indignazione la polizia e i
politici keniani sulle reti sociali;
assumendo un investigatore per fare chiarezza
sull’accaduto;
collaborando con decine di altre organizzazioni locali
per creare un’enorme manifestazione e chiedere il coinvolgimento di un
Procuratore Speciale nelle indagini per portare il caso in tribunale.
E alla fine, quasi 2 anni dopo, un giudice ha condannato
3 degli stupratori a 15 anni di carcere. Terry Kunina, donna simbolo in Kenya,
ha dichiarato: “La campagna di Avaaz ha fatto conoscere questo caso al mondo, e
se non fosse stato per l’attenzione globale dedicata alla situazione di Liz,
sono sicura che non avremmo ottenuto questo risultato. Ora Liz ha davanti a sé
la possibilità di una vita migliore”.
Ora la polizia del Kenya sa che hanno l’attenzione
mondiale addosso, e che l’impunità per i soprusi non sarà più accettata.
Anche grazie a queste bellissime vittorie, Avaaz è
cresciuta e ora può contare su 18 team nazionali, lanciando campagne e
ottenendo risultati in tutto il mondo, dall’Italia al Brasile, dal Sudafrica
fino in Russia. Tutto questo è possibile grazie all’impegno sempre più grande
di ogni singolo membro di questa incredibile comunità: continuando a aggiungere
la propria voce ogni volta che è necessario, condividendo le campagne con gli
amici, sostenendo Avaaz con piccoli contributi o con un po’ di tempo, stiamo
creando un’incredibile e sempre più influente movimento globale.
Non c’è fine alle cose da cambiare nel mondo, ma
regaliamoci un momento per dirci “grazie”. Siamo diventati una comunità da
milioni di persone, e settimana dopo settimana stiamo riuscendo ad avere un
impatto sui problemi più difficili del nostro tempo.
Continuiamo a farlo, giorno dopo giorno!
Con grande affetto, rispetto e soprattutto gratitudine,
Ricken, Alice,
Emma, Danny, Nataliya, Marigona
e tutto il team
Avaaz